Niihau: l’Isola proibita delle Hawaii

In quell’ora del giorno struggente e malinconica, quando il sole che tramonta ancora non si arrende alla notte, è possibile vedere, dalla spiaggia di Kekaha, sull’isola di Kauai, un lembo di terra che si staglia all’orizzonte, quasi come un miraggio. Questo è, ad eccezione di poche persone, l’unico modo per vedere Niihau, conosciuta come l’isola proibita.

Fotografia via Wikipedia:

Da oltre 150 anni l’isola è di proprietà di una famiglia, che è sorprendentemente riuscita, per onorare una promessa, a tenere Niihau quasi completamente isolata dal resto del mondo. L’isola non ha strade, solo sentieri sterrati per attraversare il suo terreno arido e cespuglioso; niente auto, negozi, ristoranti, corrente elettrica, acqua corrente, né tantomeno internet. Le sue spiagge sabbiose sono frequentate più dalla fauna locale che dagli esseri umani, anche se l’isola non è disabitata.

Nel 1864, il re Kamehameha V vendette l’isola di Niihau, per una quantità d’oro equivalente a 10.000 dollari, ad Elisabeth Sinclair, che promise di preservare la lingua nativa, e lo stile di vita degli abitanti. Da allora la proprietà dell’isola è sempre stata trasmessa ai suoi discendenti, la famiglia Robinson. Nel 2010, Bruce Robinson, uno dei due fratelli che oggi possiedono l’isola, ha dichiarato: ”Abbiamo cercato di mantenere la richiesta fatta dal re al momento dell’acquisto.”

La promessa fatta a Kamehameha V ha consentito agli abitanti di Niihau di vivere in un luogo che molti viaggiatori moderni sognano: un’isola veramente lontana da tutto e incontaminata, una sorta di fossile vivente che mostra (ai pochi fortunati che possono andarci) com’era la vita alle Hawaii più di un secolo fa, anche se l’isolamento pressoché totale non fu attuato da subito, ma fu deciso nel 1930, per proteggere i nativi dalle malattie a cui non erano mai stati esposti, come il morbillo, che in quell’anno aveva ucciso 11 bambini.

Sotto, Un gruppo di nativi in una foto del 1880

Gli abitanti rimasti sull’isola vivono più o meno come i loro antenati, con la caccia e la pesca che occupano la maggior parte delle giornate dei circa 70 residenti permanenti. Il numero degli abitanti oscilla molto a seconda dell’andare e venire dei residenti, che spesso si spostano su altre isole. Il censimento del 2010 ha contato 170 residenti, ma dal momento che i Robinson non sono tenuti a presentare stime sulla popolazione, l’attuale numero di abitanti permanenti è sconosciuto.

L’isola è uno dei pochi luoghi dello stato dove si parla ancora la lingua dei nativi hawaiani, il cui uso fu proibito, nel 1893, dal governo provvisorio nato dopo la presa del potere da parte di cittadini di origine straniera.

I residenti sono tenuti a rispettare le regole imposte dalla famiglia Robinson: alcool, armi e tabacco non sono ammessi sull’isola, gli uomini non possono portare i capelli lunghi, e la domenica l’intero villaggio deve recarsi in chiesa. Un “paradiso puritano”, caratterizzato dalla cultura religiosa dei Sinclair/Robinson, una famiglia di “scozzesi presbiteriani rigorosi”, dove i giovani ancora si prendono cura degli anziani, perché “sono la cosa più importante della vita”.

Puuwai, l’unico insediamento dell’isola, come si vede da Google Earth

Gli isolani possono, ovviamente, viaggiare e ritornare a Niihau, un luogo isolato per noi, ma non per loro, che hanno l’opportunità di vivere in un posto che il resto del mondo ha una limitata possibilità di vedere.

I Robinson consentono, anche se in maniera molto limitata, a piccolissimi gruppi di turisti, di arrivare sull’isola per effettuare visite guidate e battute di caccia, che si concludono nell’arco di un giorno. I visitatori non possono entrare in contatto con la popolazione locale, perché per Bruce Robinson proteggere la cultura e lo stile di vita dei Niihauans è una priorità, forse perché, come afferma, sull’isola si respira “una sensazione di pace e di rinnovamento che non si percepisce nel mondo esterno. La cultura occidentale l’ha persa, e il resto delle isole l’hanno persa. L’unico posto dove è rimasta è a Niihau”.

Uno degli abitanti, che si è trasferito sulla vicina Kauai per lavoro, conferma: “La vita è bella lì. Tutto ciò che serve è lì… si può andare al mare e le uniche orme sulla spiaggia sono le vostre. E’ bello lì”.


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