Moschino: storia dello stilista e del marchio più irriverente del mondo della moda

L’Italia viene a ragion veduta considerata come una delle patrie della grande moda, e tra gli artisti più famosi che hanno reso iconico il loro brand troviamo sicuramente Franco Moschino. Questo stilista ha incarnato una delle anime più irriverenti e controtendenza del mondo del fashion, diviso fra spiriti liberi, anticonformisti e stilisti noti per la loro eleganza e il fine equilibrio, come Giorgio Armani. Eppure anche Moschino ha dato un enorme contributo alla storia della moda, per via della sua anima pop che ancora oggi riecheggia fra le sfilate nonostante ci abbia lasciato oramai da 26 anni. Vediamo dunque di scoprire la storia del noto stilista, e il suo pensiero legato al modo di fare moda.

Guest post realizzato in collaborazione con Francesco Valente.

Sotto e in copertina, il negozio Moschino a Hong Kong, fotografia di Hoskoamingwia condivisa con licenza Creative Commons 4.0 via Wikipedia:

Franco Moschino: lo stilista più pop della moda italiana

La griffe di Moschino ha fatto il suo esordio nel 1983, in un’epoca dove la moda era piuttosto “abbottonata”, e dove regnava l’eleganza a discapito delle particolarità. Franco è riuscito quindi a dare sin da subito una nuova vita al mondo del fashion, con il suo concetto di creazioni irriverenti, per certi versi addirittura brutte e pacchiane, ma con un significato recondito molto importante. Perché la moda è per prima cosa libertà: la libertà di potersi esprimere secondo ciò che si sente dentro, uscendo dai canoni imposti dalla società, rompendo queste catene simboliche. È un concetto di moda che si può trovare ancora oggi espresso in ogni capo del brand, dai vestiti agli accessori intramontabili come le classiche borse Moschino, irriverenti e da sempre portatrici dello stile del grande Franco. D’altronde,è la stessa storia di Moschino a essere, considerando che iniziò negli anni ’70 lavorando per Versace, un po’ un paradosso vista la sua concezione di moda. Ma Moschino è il paradosso per eccellenza, tanto da aver rivisitato capi iconici di marchi come Chanel, ribaltandoli completamente, fino al punto di renderli quasi grotteschi.

L’eredità di Moschino e l’arrivo di Jeremy Scott

Con la scomparsa dello stilista, si pensava che nessun’altro sarebbe riuscito a portare avanti come lui il suo ideale di moda quale espressione di libertà, ma dopo 20 anni di conduzione da parte di Rossella Jardini, a lungo braccio destro di Franco, il timone è finalmente finito fra le mani del “nuovo” direttore creativo: Jeremy Scott. Ed è stato “amore a prima vista”, perché Jeremy ha dimostrato sin da subito di essere l’erede naturale (con tutte le differenze del caso) di Franco Moschino. Scott ha infatti riportato il marchio ai fasti di un tempo, riprendendo la filosofia del compianto Franco, ma aggiungendo un obbligatorio plus, per poterla adattare ai tempi moderni. Naturalmente gli ingredienti principali restano gli stessi: irriverenza, ironia, kitsch, elementi pop a non finire. Anche Jeremy ha dalla sua una storia artistica molto particolare: si diplomò infatti con una collezione ispirata al disastro di Chernobyl. Una caratteristica delle nuove collezioni disegnate da Jeremy per Moschino? I continui richiami pop alla cultura degli anni ’80 e degli anni ’90.

La storia di questo marchio, e del suo fondatore, ha sicuramente segnato il mondo della moda, ma fortunatamente sembra che Jeremy Scott sia stato in grado di dare nuova vita a questa grande icona del Made in Italy.


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