Marzo 1997: il suicidio di massa di chi voleva varcare i “Cancelli del Cielo”

Extraterrestre portami via
Voglio una stella che sia tutta mia
Extraterrestre vienimi a cercare
Voglio un pianeta su cui ricominciare…

Suona così il ritornello di un brano musicale famoso ai suoi tempi (uscì nell’ormai lontano 1977), Extraterrestre, del cantautore Eugenio Finardi. E’ l’invocazione – con ripensamento finale – di “un tipo che viveva in un abbaino”, ad essere prelevato dagli alieni e trasportato in “un pianeta su cui ricominciare”, dove però non trova ciò che cerca.

Vent’anni dopo, il 22 e 23 marzo 1997, una quarantina di persone (certo all’oscuro della canzone di Finardi) portano alle estreme conseguenze quel desiderio di oltrepassare gli “Heaven’s Gate” i “cancelli del cielo”, per ascendere al Livello Successivo, che non era una dimensione spirituale, ma uno spazio fisico in un punto imprecisato dello spazio, dove poter vivere in eterno una perfetta esistenza.

Il logo del culto Heaven’s Gate

Immagine condivisa via Wikipedia – Giusto Uso

Forse, quelle persone convinte di discendere dagli alieni, raggiungono quel “livello di esistenza al di sopra dell’umano” che tanto agognavano, ma di certo ci sono solo i loro “contenitori corporei”, i loro corpi ritrovati ormai in via di decomposizione il 26 marzo, su segnalazione anonima allo sceriffo della contea di San Diego, in California.

39 persone, tutte compostamente sdraiate nei loro letti, si presentano alla vista dei primi intervenuti in una scena, tutto sommato, non troppo agghiacciante visto il contesto: sono vestiti tutti con pantaloni da tuta, magliette nere e scarpe da ginnastica Nike modello Decades, rigorosamente nuove. Tutti hanno una fascia su braccio con la scritta “Heaven’s Gate Away Team” e un panno viola a coprire la testa e il busto.

Perché quel suicidio di massa è stato attentamente pianificato e organizzato in modo da lasciare tutto in ordine: le persone ingoiano un miscuglio di fenobarbital (un barbiturico) e vodka, aggiunto a un budino, poi si mettono un sacchetto di plastica in testa per maggior sicurezza, ma lo fanno a scaglioni, forse nell’arco di due o tre giorni, in modo che chi è ancora in vita possa comporre i corpi sui letti e pietosamente coprirli. Solo due persone, le ultime della setta a lasciare questo mondo, sono rinvenute senza il telo viola addosso e con ancora la busta di plastica ad avvolgere il volto.

Tutti hanno in tasca non le monete per Caronte, ma 5 dollari e 75 centesimi, ovvero la somma che occorre pagare per cavalcare la coda di una cometa, almeno secondo Huckleberry Finn (il monello creato dallo scrittore Mark Twain).

Marshall Applewhite

Immagine via Wikipedia – Giusto Uso

Tutto ha inizio più di venti anni prima, più precisamente nel 1974, con Marshall Applewhite e Bonnie Nettles, una strana coppia di predicatori di un culto apocalittico mescolato alla certezza di un’origine aliena dell’umanità.

I “Due”, come talvolta si fanno chiamare, non danno origine a una setta che ha come scopo l’appropriazione dei beni degli adepti o il loro sfruttamento sessuale (come avviene in altre ben note associazioni pseudo-religiose): in realtà gli affiliati, tutti maggiorenni, possono tornare alla loro vita, se lo vogliono, senza subire pressioni, né vengono sottoposti a un’evidente forma di controllo mentale, anche se certo sono sottoposti a un sottile lavaggio del cervello e obbligati a seguire delle regole: rinunciare alla propria famiglia per seguire una vita di vagabondaggi, per fare proseliti, e astenersi da tutto ciò che può dare dipendenza (droga, alcol e sesso) per elevarsi al livello successivo.

In particolare il sesso è, secondo Applewhite, una tra le più potenti forze in grado di tenere legate le persone al loro corpo, tanto che lui stesso e altri sette adepti ricorrono alla castrazione chimica.

Di guai, con il sesso, Marshall Applewhite ne aveva avuti in precedenza, nel 1970, quando viene licenziato dall’università dove insegna musica, a Houston, per una presunta relazione con uno dei suoi studenti.

Nel 1972 avviene la svolta della sua vita: incontra un’infermiera, Bonnie Nettles, con la quale condivide la passione per teosofia, le profezie bibliche e la fantascienza. Alla fine i Due (che vivranno un amore solo platonico) si convincono di avere una mente superiore, in grado di vedere ciò che per gli altri è oscuro: secondo quanto dice la Bibbia, alcuni eletti arrivati a conoscere la verità, sarebbero stati rapiti dagli extraterrestri per essere portati al Livello Successivo.

Bonnie Nettles

Immagine via Wikipedia – Giusto Uso

Applewhite e Nettles iniziano a fare proseliti nel 1975, in Texas e Oregon, convincendo all’inizio solo 20/30 persone, che abbandonano tutto, casa, figli, lavoro, per seguirli in un vagabondaggio poverissimo attraverso paesi sperduti.

Anche se l’attività di proselitismo è molto discreta, alla fine degli anni ’70 gli adepti sono più di un centinaio: tra loro ci sono persone di varie età ed estrazione, da qualche hippie alla ricerca di se stesso, a casalinghe, manager, impiegati e perfino un politico in corsa per essere eletto in Colorado. Sono tutti in attesa di salire su un’astronave extraterrestre, dove i loro corpi sarebbero stati trasformati in qualcosa di superiore. La dottrina viene col tempo modificata: solo le anime saranno prelevate, per essere collocate in corpi nuovi.

Applewhite, che riceve istruzioni dagli alieni anche attraverso gli episodi di Star Treck, usa citare alcune frasi usate nella famosa serie televisiva, mentre la Bibbia diventa, nelle convinzioni del guru, una sorta di resoconto dei contatti fra alieni e umani, e Dio stesso un extraterrestre.

Nel 1985 Nettels muore per un tumore, ma il devastato Applewhite rassicura comunque i suoi seguaci: la donna ha “viaggiato al livello successivo”, abbandonando il suo corpo sulla Terra per arrivare nel paradiso biblico, ovvero un pianeta dove vivono esseri superiori.

Intanto, la morte della sua “metà” spirituale alimenta l’inquietudine di Applewhite, che vede ovunque cospirazioni contro il suo gruppo. Porta ad esempio, ai suoi seguaci, i difensori ebrei di Masada (tutti morti suicidi), vede il pianeta Terra destinato ad essere “vangato da sotto”, ovvero completamente trasformato da cambiamenti apocalittici, mentre le forze del male di Lucifero (alieni malvagi che impediscono all’umanità di svilupparsi) operano ormai da migliaia di anni un lavaggio del cervello sugli uomini, usando le religioni, le pulsioni sessuali, ma anche le infide trappole di una morale soggetta al Political Correct.

Volantino per una riunione di reclutamento – 1993

Immagine di Wsjacobs via Wikipedia – licenza CC BY-SA 4.0

Continuano tutti ad aspettare l’astronave della salvezza, che però non arriva mai. Molti si stancano di quell’attesa e se ne vanno, congedati da Applewhite con parole di incoraggiamento (qualcuno poi ci ripensa mentre altri ancora partono) e un biglietto dell’autobus per tornare a casa.

A ottobre del 1996 Applewhite e i fedeli rimasti prendono in affitto una grande casa a Rancho Santa Fe, vicino San Diego. Il grande momento è vicino, è il Final Exit: un suicidio di massa è l’unica strada da percorrere “per evacuare questa Terra”, in concomitanza con il passaggio della cometa Hale-Bopp (rimasta visibile a occhio nudo per ben 18 mesi).

La cometa Hale-Bopp sulla California nell’aprile 1997

Immagine di Mkfairdpm  via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0

Eh sì, perché dietro la cometa viaggia una navicella spaziale che ha il compito di portare via le anime degli adepti. Non sono solo loro a crederlo, ma anche personaggi legati al mondo dell’ufologia, tanto che una radio diffonde la notizia come fosse vera.

Sono 21 donne e 18 uomini, di un’età compresa tra i 26 e i 72 anni, ad affrontare quell’ultimo viaggio (tra loro anche il fratello di un’attrice che recitava nella serie originale di Star Trek), non prima di aver lasciato una video testimonianza individuale a spiegazione del gesto, inviata a ex membri della setta, forse per convincerli a imitarli. Sarà proprio uno di loro che, dopo aver ricevuto una cassetta VHS, parte da Los Angeles, scopre i cadaveri e poi fa la segnalazione anonima allo sceriffo.

Lui è Rio DiAngelo, andato via da Rancho Santa Fe un mese prima, perché provava una sensazione “inquietante”. A distanza di cinque anni dal tragico evento, DiAngelo non rinnega il culto né il suo guru: in un’intervista al Los Angels Times afferma:

“Non stavano cercando di uccidersi a causa di un’idea folle, anche se alcune persone l’hanno vista come un’idea folle. È davvero un livello avanzato dell’essere.”

Il dottor Hale (uno dei due scopritori della cometa) non è troppo stupito da quanto successo ai membri di Heaven’s Gate. Molto prima di quel 26 marzo, conscio dello strano fascino distruttivo esercitato spesso dalle comete, aveva pronosticato:

“Probabilmente avremo dei suicidi a causa di questa cometa”.

Un anno dopo, durante un convegno in Germania, spiega che l’evento è dovuto a una serie di combinazioni: analfabetismo scientifico, ripetute delusioni, l’inganno di un talk show radiofonico su un’astronave immaginaria, e le bizzarre aspirazioni di una setta che vuole ascendere a un altro livello di esistenza.

In pratica, una summa di quanto possa essere pericolosa quella che lo storico Michael Barkum chiama “cultura del complotto”, che si base sostanzialmente sempre sulle medesime teorie: in un modo dominato da forze del male che cospirano tra loro, ci sono poche persone consapevoli dei loro malvagi fini, attorniate da masse senza cervello, ignare della verità.

E questo non vale solo per gli alieni, ma anche per aspetti molto più “terreni” della vita: è un problema di stretta attualità che oggi riguarda la pandemia e i vaccini, domani chissà?


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