Come riassumere una vita di intrighi e complotti, mediare fra tesi innocentiste e colpevoliste? E’ una figura controversa quella di Mary Stuart, ma, se anche innocente di molte accuse, in molti persero la testa per molto meno.
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
Mary era nata l’8 dicembre 1542, figlia di Maria di Guisa e del re di Scozia Giacomo V Stuart. Giacomo era figlio di Margaret Tudor, sorella di Enrico VIII, e quindi primo cugino delle regine Maria ed Elisabetta Tudor.
Maria tredicenne, schizzo di François Clouet (1555).
Solo 6 giorni dopo la sua nascita divenne orfana e regina, Giacomo V morì il 14 dicembre, forse di colera. Venne incoronata regina di Scozia il 9 settembre 1543.
Enrico VIII cercò di combinare il matrimonio di Mary con suo figlio Edoardo VI per riunificare Inghilterra e Scozia, ma soprattutto per allontanare la Francia, alleata della Scozia.
Non se ne fece niente proprio per la volontà della Scozia e della madre, Maria di Guisa, francese, di rinsaldare l’alleanza con la Francia, confermata con il fidanzamento di Mary al delfino Francesco, figlio di re Enrico II di Valois e di Caterina de’ Medici.
Miniatura del libro di Caterina de’ Medici che raffigura suo figlio Francesco con la giovane sposa Maria (1559):
A 5 anni Mary venne spedita in Francia per imparare gli usi e costumi ed essere educata da regina, e nel 1558 Mary e Francesco si sposarono. Mary aveva firmato un accordo con il quale lasciava la Scozia e le sue pretese al trono di Inghilterra alla Francia, in caso di mancanza di eredi.
Maria Stuarda alla corte di Enrico II di Francia:
I due ragazzini si intendevano molto bene, del resto Mary era apprezzata e ammirata. Bella, era alta un metro e 80, una gigantessa per l’epoca, e con un bel fisico, vivace, educata, intelligente e colta, era la favorita di tutti tranne della suocera Caterina de Medici, che non nutriva affetto o simpatia.
François Clouet, Maria Stuarda:
Nel 1558 in Inghilterra morì la regina Maria Tudor, la cattolica, e le successe Elisabetta I, protestante.
Nel 1559 morì re Enrico II di Francia, a causa di un incidente in un torneo e così il giovane Francesco e Maria Stuarda si ritrovarono giovanissimi, quindici anni lui e sedici lei, ad essere i re di Francia e di Scozia.
Maria non riconobbe mai il diritto di Elisabetta al trono d’Inghilterra, nonostante fosse stata nominata erede da Enrico VIII e la sorella Margaret e i suoi eredi non fossero stati inseriti nella successione.
Maria si sentiva la legittima erede al trono d’Inghilterra
Se fosse restata regina di Francia le cose sarebbero state diverse, la sua vita più facile, ma non fu così. Il marito Francesco I morì nel dicembre del 1560 per un’infezione all’orecchio che portò ad un ascesso cerebrale. Il nuovo re divenne suo fratello Carlo, di 10 anni, e reggente divenne Caterina de’ Medici con la quale non correva buon sangue.
L’addio di Maria Stuarda alla Francia. Dipinto di Robert Herdman, 1867:
Dopo 9 mesi, Mary ritornò in Scozia, vedova e senza alcuna esperienza di governo, in un paese contrastato dalla rivalità delle fazioni cattolica e protestante.
Mary cercò di concordare la sua nomina a erede presunta al trono di Inghilterra, in caso di mancanza di eredi diretti, ma la regina Elisabetta I rifiutò, perfettamente conscia che la nomina ufficiale avrebbe potuto causare una cospirazione, o peggio, per sostituirla sul trono.
Mary intanto era in cerca di un nuovo marito. Elisabetta le propose addirittura Robert Dudley, fratello del Guilford Dudley marito di Jane Grey, suo favorito poi allontanato dopo i sospetti di coinvolgimento nella morte della moglie Amy Robsart.
Amy Rosbart dipinta da William Frederick Yeames:
Promise a Mary, in caso di matrimonio, il titolo di cugina ed erede. Non se ne fece niente perché Dudley rifiutò.
In Francia Mary aveva conosciuto Lord Darnley, mandato a porgerle le condoglianze alla morte del marito Francesco. Si rividero nel febbraio 1565, Mary si innamorò di lui, alto, bello e prestante, e si sposarono in luglio.
Darnley dopo il matrimonio diventò però arrogante e pretenzioso, voleva riconosciuto il diritto di co-sovranità e di poter regnare sulla Scozia in caso di morte della moglie, cosa che Mary rifiutò. L’uomo era anche molto geloso del rapporto di amicizia di Mary con David Rizzio o Riccio, suo segretario privato.
Davide Rizzio nel 1564:
Nel marzo del 1566 insieme ai suoi complici, uccise Rizzio di fronte alla moglie già in gravidanza avanzata. In giugno nacque Giacomo, ma il matrimonio, dopo l’uccisione di Riccio, era ormai irrecuperabile.
Uccisione di Davide Rizzio nelle stanze private della regina a Holyrood House:
Mary, che aveva già contatti con James Hepburn, conte di Bothwell, che le malelingue sospettavano esserne l’amante, discusse con il consiglio dei nobili il ‘problema Darnley’. Si parlò di divorzio, ma era chiaro che Darnley doveva essere allontanato dal potere a qualunque costo.
Durante una malattia di Darnley, Mary si dimostrò vicina al marito, lo curava e lo seguiva, lo andava a trovare tutti i giorni nella casa dove trascorreva la convalescenza, in apparente riconciliazione.
Ma nel febbraio 1567, dopo una visita di Mary, la casa esplose, e Darnley venne ritrovato morto in giardino, apparentemente soffocato, anche se non c’erano segni di strangolamento o ferite.
Il secondo marito di Maria, Lord Darnley:
Bothwell, insieme al fratellastro protestante di Maria, James Stewart conte di Moray, e la stessa Maria, vennero sospettati di omicidio e complicità. Bothwell venne assolto dall’accusa durante il processo/farsa intentato dal padre di Darnley.
In aprile Mary venne rapita da Bothwell, se contro la sua volontà o segretamente d’accordo non si sa, e pare violentata per costringerla al matrimonio, che Bothwell aveva in mente da tempo.
Come andarono le cose non è chiaro, ma i due si sposarono nel maggio 1567 con rito protestante. Bothwell aveva divorziato dalla moglie solo una decina di giorni prima..
Il matrimonio ebbe effetti disastrosi. Mary fu considerata adultera, il divorzio di Bothwell non veniva riconosciuto dai cattolici, e quindi fu considerata sposata con l’assassino del marito dopo soli due mesi. Erano tutti contro di lei, cattolici e protestanti. Portata ad Edimburgo fu insultata dalla folla.
In giugno venne imprigionata nel castello di Loch Leven, in luglio abortì due gemelli di Bothwell e venne costretta ad abdicare in favore del figlio Giacomo, nominando Moray reggente. Bothwell venne condannato all’esilio e morì in Danimarca l’anno seguente.
Mary riuscì a scappare da Loch Leven con l’aiuto del proprietario del castello e si rifugiò in Inghilterra, dove era convinta che Elisabetta l’avrebbe aiutata a riconquistare il trono.
Elisabetta però era molto cauta e ordinò un’inchiesta per chiarire l’effettiva parte di Mary nell’omicidio di Darnley. Mary non riconobbe alla corte inglese il potere di giudicarla e non si presentò alle udienze. Era confinata nel castello di Bolton, non prigioniera ma sorvegliata.
Il conte di Moray trovò e presentò quale prova della colpevolezza di Mary un cofanetto d’argento con lo stemma di Francesco I di Francia contenente 8 lettere di Mary a Bothwell scritte in francese, anche se non firmate, due contratti di matrimonio e dei sonetti. Lo stile era di Mary anche se il francese pareva zoppicante per essere di una donna che aveva passato tanti anni in Francia, ma le perizie calligrafiche le fecero ritenere autentiche e parevano confermare la complicità di Mary nell’omicidio di Darnley.
Difficile dire se queste lettere fossero autentiche o dei falsi
Gli originali vennero distrutti da Giacomo I, figlio di Mary, e le poche copie restate, traduzione in inglese dal francese, non danno una visione completa del carteggio, senza contare gli eventuali errori di traduzione. Alcuni biografi ritengono fossero falsi completi o falsi passaggi inseriti in lettere autentiche. Il dubbio resterà per sempre.
Elisabetta chiuse l’inchiesta con il verdetto che nulla poteva essere provato a carico o a discolpa di Mary. In fondo era soddisfatta così, la Scozia conservava un governo protestante, Mary restava in sua custodia, e lei non si macchiava della condanna di una regina sua parente.
Sotto, Elisabetta I a 13 anni ritratta da William Scrots:
Il 23 Gennaio del 1570, James Stewart, fratellastro di Maria e reggente per conto di Giacomo I, venne assassinato dai cattolici ed Elisabetta d’Inghilterra cercò di giungere ad un accordo con Mary per rimetterla sul trono scozzese in cambio della garanzia di un governo protestante.
Nel 1571 però venne scoperto il complotto Ridolfi per uccidere Elisabetta e mettere sul trono Mary. Thomas Howard, Duca di Norfolk, cugino di Anna Bolena e di Catherine Howard, già da tempo in contatto epistolare con Mary, intendeva liberarla e sposarla, e ovviamente regnare sul trono di Inghilterra e Scozia.
Howard venne arrestato e decapitato, Mary non venne formalmente accusata, ma la regina Elisabetta la considerava sempre più un pericolo.
Maria Stuarda ritratta come regina d’Inghilterra (1558)
Nel 1584 Mary propose una sua associazione sul trono con il figlio Giacomo, di abbandonare ogni pretesa sul trono inglese, di non tornare alla religione cattolica in Scozia in cambio di maggiore libertà, pur restando in Inghilterra. Il figlio rifiutò e del resto Elisabetta non avrebbe mai accettato, non avendo più alcuna fiducia in Mary.
Nel 1585 venne scoperto un altro complotto. Mary pareva non esserne a conoscenza o non c’erano prove che lo fosse, ma era implicato il suo segretario e confidente. La sorveglianza su Mary si fece molto più stretta e vennero inserite alcune spie nel suo seguito.
Nel 1586 ci fu il complotto Babington. A Mary venivano inviate da Anthony Babington, giovane cattolico inglese, lettere cifrate nascoste in fusti di birra, con i piani per la sua liberazione e l’uccisione di Elisabetta, ma il corriere faceva il doppio gioco e, prima di consegnarle a Mary, venivano decifrate da Lord Francis Walsingham, ministro di Elisabetta.
I congiurati del complotto Babington in una stampa dell’epoca:
Il 17 luglio Mary scrisse una lettera cifrata, sicura che non ci fossero rischi, dove ordinava l’uccisione di Elisabetta e chiedeva di essere subito portata in altro luogo.
Era la conferma che gli inglesi aspettavano
Venne subito arrestata e imprigionata nel castello di Fotheringhay. In ottobre iniziò il processo, Mary si dichiarò innocente ma le prove del complotto erano schiaccianti. Il 25 ottobre venne emessa sentenza di morte.
La condanna a morte di Maria firmata da Elisabetta:
Elisabetta, sempre tentennante sull’esecuzione, chiese al custode di Mary se fosse disposto ad accorciare la sua vita in modo discreto, ma lui rifiutò.
Elisabetta temeva la reazione del figlio di Mary e giudicava comunque un brutto precedente l’uccisione di un sovrano. Fu soltanto il 1° febbraio che firmò l’ordine di esecuzione e il consiglio decise di procedere al più presto, prima che ci fossero ripensamenti.
Elisabetta I d’Inghilterra:
Il 7 febbraio 1587 Mary venne informata che la sentenza sarebbe stata eseguita il giorno seguente, e passò l’ultimo giorno in preghiera, distribuendo i suoi averi ai servitori e scrisse una lettera al re di Francia.
Tutto era pronto. La mattina, vestita di rosso come i martiri, salì al patibolo.
Non fu fortunata perché la sua non fu una morte veloce
Il primo colpo mancò il collo colpendola alla testa, il secondo non riuscì a tagliare il collo e fu necessario un terzo colpo di ascia per staccarlo.
Quando il boia sollevò la testa, i folti capelli si rivelarono una parrucca e la testa coperta di corti capelli grigi cadde a terra. Si dice che da sotto la gonna sia venuto fuori il suo cagnolino, che l’aveva accompagnata al patibolo.
Maria Stuarda si avvia al patibolo. Dipinto di Scipione Vannutelli (1861):
Mary Stuart voleva essere sepolta in Francia, ma Elisabetta non lo permise. Fu sepolta nella cattedrale protestante di Peterborough.
Nel 1603, alla morte di Elisabetta, saliva al trono inglese Giacomo I d’Inghilterra, figlio di Mary. Alla fine il trono passava comunque agli Stuart e viene in mente il titolo della commedia di Shakespeare “Much ado about nothing”, molto rumore per nulla. Nel 1612 il figlio Giacomo, ora Giacomo I, la fece traslare a Westminster, dove si trova tuttora.
La tomba nell’abbazia di Westminster. Fotografia di Bernard Gagnon condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia: