Abbiamo lasciato Maria Luisa il 7 marzo 1816 in partenza da Vienna per Parma insieme a Adam Albert von Neipperg verso il suo nuovo ducato e la sua nuova vita. Nel febbraio aveva già emesso un decreto con il quale cambiava il suo nome da Maria Luisa in Maria Luigia, italianizzandolo per compiacere i suoi nuovi sudditi.
Il Congresso di Vienna aveva ratificato l’attribuzione a Maria Luisa del Ducato in base alla richiesta di Napoleone del 4 aprile 1814 a Fontainebleau, “conditio sine qua non” per abdicare senza successione ovvero: una rendita da dividere con la moglie e il figlio, l’Isola d’Elba per lui e il Ducato di Parma per Maria Luisa, il figlio e i suoi discendenti. A Vienna però la richiesta venne trasformata in semplice vitalizio per Maria Luisa, non trasmissibile ai suoi eredi per escludere il piccolo Napoleone Francesco, alla morte di Maria Luisa il ducato sarebbe tornato ai Borbone-Parma che provvisoriamente ottennero il Ducato di Lucca.

La Francia tornò monarchia, ma costituzionale e non più assoluta, con Luigi XVIII, fratello di Luigi XVI, e l’Italia tornò in buona parte sotto il controllo degli Asburgo : gli Asburgo-Lorena governavano il Lombardo Veneto, il Granducato di Toscana e il Ducato di Parma Piacenza e Guastalla, gli Asburgo-Este il Ducato di Modena e quello di Massa e Carrara. I legami con l’Austria erano inoltre molto stretti con il regno di Ferdinando IV di Borbone, nonno di Maria Luisa, che divenne Ferdinando I delle Due Sicilie con l’unione del Regno di Napoli alla Sicilia.
Maria Luisa il 19 aprile 1816 arrivò al Palazzo di Colorno, che poi divenne la sua residenza estiva, e il giorno seguente entrò trionfalmente a Parma. Il popolo l’accolse con un entusiasmo quasi difficile da spiegare. Era una sconosciuta, non aveva mai governato né si era mai interessata di politica, era l’ex moglie di Napoleone ma a volte il popolo reagisce di cuore e questa giovane duchessa piaceva prima ancora di vederla all’opera.
Nonostante le premesse e l’amore della popolazione, Maria Luigia non si interessò mai alla politica del Ducato, dietro di lei c’era Neipperg e dietro a lui c’era Metternich. Lei aveva solo funzioni di rappresentanza, desiderava solo tranquillità, ne aveva avuta davvero poca nei suoi (soli) 25 anni di vita.

Il 1° maggio 1817 nacque Albertina, prima figlia di Neipperg, seguirono Guglielmo l’8 agosto 1819, Matilde nel 1822 e Gustavo nel 1823. Gli ultimi due morirono piccolissimi, forse appena nati, e non se ne trovano notizie. Stranamente le informazioni sui figli di Maria Luigia sono molto vaghe e talvolta in contrasto come ad esempio sulle date di nascita. Sia come sia sopravvissero fino all’età adulta solo Albertina e Guglielmo, entrambi considerati illegittimi dato che la madre era ancora sposata con Napoleone Bonaparte.
I bambini ottennero il titolo di contessa e conte di Montenuovo (traduzione del cognome del padre), vennero affidati ad una governante e non poterono vivere a palazzo con i genitori. Era il segreto di Pulcinella di chi fossero figli ma le apparenze andavano salvate e la cosa era risaputa non solo a Parma ma anche a Vienna.
Napoleone Francesco, che ormai era diventato il piccolo Franz, esattamente quello che Napoleone non avrebbe mai voluto ed aveva temuto, era stato spodestato e nel 1817 gli venne tolto anche il titolo simbolico di Principe di Parma, ma le proteste di Maria Luisa furono tiepide, si limitò a chiedere al padre una sistemazione per il figlio.
Francesco I nel 1817 nominò Franz Duca di Reichstadt con i relativi possedimenti ma Metternich lo tenne sempre lontano da qualunque ruolo politico o militare. Il nome Bonaparte continuava a fare paura e Franz, nonostante non lo avesse quasi conosciuto, crescendo dimostrava attaccamento verso quel padre che languiva in mezzo all’oceano atlantico e soffriva per la madre lontana.

Maria Luigia andò a Vienna nel luglio 1818 per la cerimonia di riconoscimento dei titoli e del rango del figlio che non vedeva da due anni e vi rimase due mesi. Viene sempre molto sottolineato l’amore di Maria Luigia per questo figlio, ma dopo il 1818 lo andò a trovare solo ogni 2-3 anni e Franz fu molto addolorato quando seppe della nascita dei suoi fratellastri.

Il 5 maggio 1821 Napoleone morì ma pare che nessuno avesse informato Maria Luigia e che lei lo abbia appreso solo il 19 luglio dal giornale, o almeno questo è quanto risulta dalle sue lettere. Nonostante il (forse) dispiacere di lei ma sicuramente il dolore del figlio, lei si limitò a scrivergli, Napoleone non lasciò beni alla moglie e al figlio, Maria Luigia tentò di ottenerli ma senza riuscirci e al figlio andarono solo effetti personali come ricordo.
Ora che era vedova e libera Maria Luigia già l’8 agosto regolarizzò il suo rapporto con Adam Albert von Neipperg con un matrimonio morganatico, vista la disparità di rango. I figli andarono a vivere in una dependance del palazzo con la governante e il precettore. Le nuove nozze furono un altro dolore per il piccolo Franz, che smise di scrivere alla madre.
Adam Albert von Neipperg venne nominato Governatore del Ducato, fino ad allora era stato Ministro degli Esteri, Maria Luigia continuava a non occuparsi di politica ma si interessò comunque al benessere del Ducato vendendo parte dei pochi beni personali che era riuscita a salvare quando lasciò la Francia per finanziare opere pubbliche e aiutare la popolazione.

Dal 1817 al 1819 le sue prime opere furono dedicate alle donne, l’Istituto di Maternità e la scuola di ostetricia, ma anche ai malati di mente con una nuova sede per l’Ospizio dei Pazzerelli. A livello di infrastrutture fece costruire anche il ponte sul Taro e iniziarono i lavori del ponte sul Trebbia. Nel 1821 iniziarono anche i lavori del Teatro Ducale (ora Regio) e del Conservatorio. Rinnovò il Palazzo Ducale (distrutto dai bombardamenti nel 1944) e per i figli fece costruire la Villa del Ferlaro. A lei si deve anche la trasformazione in museo del Palazzo della Pilotta che ospita il museo archeologico, la pinacoteca e la galleria nazionale. Fra il 1835 e il 1843 fece costruire i ponti sull’Olio, sul Nure, sull’Arda e sul Tidone. Se come donna di governo fu ininfluente, fu una grande benefattrice del suo ducato e questo le valse il nome di “Buona Duchessa”.
Il 22 febbraio 1829 Adam Neipperg morì improvvisamente per un attacco di cuore. A Maria Luigia, che pareva profondamente addolorata, venne vietato dal padre di indossare il lutto. Questo rapporto con Neipperg e le maternità avevano sempre creato imbarazzo alla corte austriaca, per quanto Napoleone fosse stato un problema restava il marito legittimo, tradito e abbandonato al suo destino, e nonostante Neipperg nel suo testamento avesse riconosciuto i figli e auspicato che Maria Luigia li potesse riconoscere o almeno adottare, neppure la dichiarazione di lei che ne riconosceva ufficialmente la maternità le permise il riconoscimento o l’adozione.
Al governo Neipperg venne sostituito da Josef von Werklein, un uomo con idee molto più rigide del predecessore e di Maria Luigia, di tendenza più liberale. Nel 1830 in Francia iniziarono le rivolte popolari contro il re Carlo X che, da ultra realista quale era, cercava di tornare all’”Ancien regime” contrariamente al suo predecessore Luigi XVIII che era stato salutato con gioia, aveva concesso una costituzione di stampo liberale ed era morto nel 1824. Quando Carlo X sospese la costituzione la popolazione si rivoltò con quella che viene definita la “Rivoluzione di luglio” e lo costrinse all’abdicazione il 9 agosto.
La rivolta dei francesi diede il via ai moti rivoluzionari anche in Italia. Nel 1831 ci furono sommosse liberali a Modena, governata da Francesco IV Asburgo-Este, e in tutte le città dell’Emilia Romagna, sotto lo Stato Pontificio, che arrivarono anche a Parma. Se Maria Luisa era piuttosto liberale non lo erano affatto suo padre Francesco I e von Werklein, e contro la folla radunata sotto al palazzo ducale che urlava “Costituzione e morte a Werklein” vennero schierati i cannoni e i fucilieri pronti a intervenire.
Maria Luigia non era un obiettivo della ribellione ma era molto spaventata, la gente contava su di lei ma lei non aveva alcun potere e cercò la fuga, lasciò Parma il 14 febbraio rifugiandosi a Piacenza.
A Parma si instaurò un governo provvisorio retto da Filippo Luigi Linati. La Duchessa chiese al padre di sostituire Werklein ma Francesco mandò invece le truppe a soffocare il tentativo di ribellione parmense. Maria Luigia rientrò a Parma l’8 agosto e trovò una popolazione scontenta e l’unica cosa che poté fare per limitare i danni fu di concedere l’amnistia per tutti i “carbonari” che erano stati arrestati.
A Parma von Werklein venne sostituito da Wenzel Philipp von Maréschall, uomo fidato di Metternich, ma questo entrò subito in contrasto con la duchessa, criticando non solo le sue idee liberali, anche lui un uomo favorevole alla linea dura, ma anche la sua moralità, dato che in questo periodo Maria Luigia pare abbia avuto diversi amanti, fra questi il conte Luigi di Sanvitale che poi sposò sua figlia Albertina.
Nel 1832 la salute del figlio Franz a Vienna era peggiorata, minata dalla tubercolosi. Maria Luigia venne avvisata quando ormai la situazione era gravissima e accorse a Vienna in giugno trovandolo ormai spacciato. Franz morì il 22 luglio 1832, a soli 21 anni. Il dolore sincero di Maria Luigia, forse dovuto al rimorso di averlo trascurato negli anni, del nonno e della corte viennese fu grande. Venne sepolto nella Cripta dei Cappuccini insieme a tutti gli Asburgo.

Intanto a Parma von Maréschall aveva chiesto la sostituzione, trovava il ducato ingovernabile dato il contrasto con la duchessa e nel 1833 arrivò a Parma il sostituto, il conte francese Charles-René de Bombelles (1785-1856), fuggito bambino in Austria durante la Rivoluzione francese. Solo sei mesi dopo il suo arrivo de Bombelles e Maria Luigia si sposarono il 17 febbraio 1834 con matrimonio morganatico e segreto.

Il 2 marzo 1835 morì Francesco I e per Maria Luigia la perdita del padre fu un grande dolore, nel bene e nel male era stato una presenza forte e costante nella sua vita. Maria Luigia era debole, come sosteneva anche suo figlio Franz, aveva bisogno di una personalità che la guidasse sempre e forse questo bisogno di avere accanto qualcuno che la sostenesse l’aveva fatta decidere al terzo matrimonio, che non era certo d’amore.

Gli anni seguenti furono tranquilli, Maria Luigia si occupava della famiglia, marito, figli e nipoti, ma si avvicinava il 1848 e gli austriaci in Italia erano mal tollerati. Lei stesse vide smorzarsi l’affetto dei suoi sudditi più giovani. Ai primi di dicembre del 1847 cominciò a non sentirsi bene, morì il 17 dicembre, probabilmente di pleurite, con migliaia di persone radunate sotto a Palazzo Ducale che attendevano notizie e pregavano per la Buona Duchessa.

Il suo corpo fu scortato a Vienna da uno squadrone di Ussari e sepolto nella Cripta dei Cappuccini accanto al figlio. Nel 1940 Hitler fece quello che fu forse l’unico gesto magnanimo della sua vita e fece trasferire i resti di Franz a Parigi, dove è tornato ad essere Napoleone II, e riposano a Les Invalides accanto a quelli del padre. Il Ducato di Parma e Piacenza passava, come da accordi del Congresso di Vienna, a Carlo II di Borbone-Parma, mentre Guastalla veniva assegnata a Francesco d’Asburgo-Este.