Su una cosa Adolf Hitler aveva certamente ragione: credeva fermamente nel potere della propaganda. Il Fuhrer, una volta arrivato al potere, se ne servì in maniera magistrale, mettendo in pratica le teorie che lui stesso aveva esposto nel suo Mein Kampf, pubblicato nel 1925/26.
Una Nazione – Un Impero – Un Fuhrer
“La propaganda deve sempre affrontare lo stesso argomento per le grandi masse del popolo. (…) Tutta la propaganda deve essere presentata in una forma popolare e deve correggere il suo livello intellettuale in modo da non essere al di sopra delle teste dei meno intellettuali di coloro ai quali è diretta. (…) l’arte della propaganda consiste proprio nel riuscire a risvegliare l’immaginazione del pubblico attraverso un appello ai loro sentimenti, a trovare la forma psicologica appropriata che attragga l’attenzione e faccia appello al cuore delle masse nazionali. Le grandi masse del popolo non sono costituite da diplomatici o professori di giurisprudenza pubblica né semplicemente di persone che sono in grado di formare un giudizio ragionato in determinati casi, ma è una folla vacillante di bambini che si trovano costantemente in bilico tra un’idea e un’altra.”
Manifesto precedente alla presa del potere: “Prenderemo il destino della nazione nelle mani! Hitler sarà il Presidente del Reich!”
“La propaganda non deve indagare la verità oggettiva e, nella misura in cui essa sia favorevole verso l’altro lato, presentarla secondo le regole teoriche di giustizia, ma deve presentare solo un aspetto della verità, che è favorevole al proprio scopo. (…) il potere ricettivo delle masse è molto limitato e la loro comprensione è debole. D’altra parte, se ne dimenticano in fretta. Stando così le cose, ogni propaganda efficace deve limitarsi a poche cose essenziali e quelle devono essere espresse per quanto possibile in formule stereotipate. Questi slogan devono essere ripetuti con insistenza fino a che anche l’ultimo individuo venga a cogliere l’idea che gli è stata messa davanti.”
Poster di propaganda dopo il trionfo dei nazionalsocialisti alle elezioni del 1932
Quando Hitler arrivò al potere, nel 1933, istituì immediatamente il Ministero della Propaganda, affidato alle abili mani di Joseph Goebbels, che già dal 1929 si occupava di attrarre adepti ed elettori al Partito Nazionalsocialista.
Il poster invita le giovani donne tedesche a unirsi alla Gioventù Hitleriana
Goebbels, durante il suo mandato (che terminò solo con la fine del nazismo, e il suo suicidio) esercitò un potere assoluto su tutti i mezzi di comunicazione, dalla radio ai giornali, dal cinema al teatro, e in ogni aspetto della vita culturale, e anche sportiva della Germania.
Giornata dello Sport della Lega delle Ragazze Tedesche
La propaganda prendeva di mira quelli che erano considerati i nemici del Terzo Reich, ovvero gli stati esteri che avevano imposto condizioni di resa impossibili alla Germania alla fine della prima guerra mondiale, e all’interno del paese, ebrei, omosessuali, Rom, comunisti, disabili.
Poster di un film intitolato “L’ebreo errante”
I manifesti, che venivano affissi sia in Germania sia nei paesi occupati, offrivano il vantaggio di arrivare a un numero molto esteso di persone, curati nella grafica e nelle concise parole di spiegazione.
“Gli ebrei sono pidocchi” – manifesto affisso in Polonia per far credere che gli ebrei portassero il tifo
Dal 1936 al 1943, ogni settimana vennero affissi 125.000 poster, allo scopo di mostrare gli appartenenti alla razza ariana in una luce positiva, quasi eroica, mentre i nemici apparivano sempre in forme ripugnanti, se non mostruose.
“Gli studenti tedeschi combattono per il fuhrer e il popolo”
Gli oppositori del nazismo, in particolare ebrei e bolscevichi, dovevano essere demonizzati, mentre si promuovevano i (dis)valori propugnati dal nazismo: l’orgoglio di appartenere a una razza superiore, il culto della personalità del fuhrer, ma anche l’eugenetica e il valore di una morte eroica.
“Dietro le potenze nemiche: gli ebrei”
I manifesti nazisti, volti a suscitare odio e paura “dell’altro”, possono servire oggi a rammentare quanto pericolosa può essere una certa idea di propaganda…