Madame de Staël e il diritto delle Donne di “conoscere il motivo per cui si taglia loro la testa”

Anne-Louise Germaine Necker, baronessa di Staël-Holstein, passata alla storia con il nome di Madame de Staël, scrittrice politica e animatrice di salotti, attraversa la Rivoluzione Francese, l’epopea napoleonica, divenendo l’icona di una donna libera e “pasionaria”. Difficilmente catalogabile per la sua autonomia di pensiero anche in politica, numerosi furono gli amici ma anche i nemici, tra cui lo stesso Napoleone.

Madame de Staël di Élisabeth Vigée Le Brun

Una passione, una vitalità che si manifestarono anche attraverso numerose lettere ai suoi amanti, investiti da un amore impetuoso e da una personalità dominante. Se in lei Napoleone vide dapprima uno strumento per la propria propaganda, dovette ricredersi in seguito, non riuscendo mai a manipolarla, più che mai infastidito dal suo interessarsi di politica. La sua fascinazione per tematiche già romantiche e una passione innata per la libertà attirarono su di lei svariati nemici a destra e a sinistra.

Fu malvista dai nostalgici dell’Ancien Régime, ma anche dai democratici giacobini, i cui metodi erano radicali e inclini alla dittatura come se chi aveva abbattuto l’antico regime, era finito con l’imitarlo. Fu infatti per questi motivi costretta a lasciare Parigi nel periodo del Terrore facendovi ritorno solo dopo Termidoro. D’altro canto la visione politica di Madame de Staël la rese sempre indipendente dalle fazioni del tempo in quanto non accettò mai alcuna forma di dispotismo o di regime.

Ciò le causò l’esilio più volte, anche quando sotto Napoleone pubblicò il suo libro Delphine con cui annunciava un allontanamento dalle questioni politiche. In realtà ad essere affrontati erano diversi temi più che mai attuali come ad esempio il protestantesimo, il liberalismo e l’emigrazione. L’argomento centrale, però, era rappresentato dai limiti alla libertà delle donne nell’ambiente aristocratico. Il romanzo si rivolgeva, dunque, alla “Francia silenziosa” ovvero alle donne del suo tempo.

Anne-Louise Germaine de Staël ritratta da Marie-Éléonore Godefroid nel 1808, Reggia di Versailles

La sua originalità di pensiero e la sua indipendenza la condussero a sostenere questioni impensabili per allora, quali la superiorità della cultura tedesca su quella francese ponendosi come figura chiave del passaggio dall’Illuminismo al Romanticismo, o l’importanza delle traduzioni, fu infatti pioniera degli studi di letterature comparate. Quando pubblicò “De l’Allemagne”, nel 1810, Napoleone fece confiscare e distruggere tutte le copie stampate: quando la Francia dominava su tutta Europa non poteva sopportare l’esaltazione della civiltà tedesca, anche perché Madame de Staël si mostrava a favore dell’unità politica della nazione.

E’ possibile pensare a Madame de Staël, come ad una precorritrice delle grandi tematiche femministe?

Rivendicando alle donne il diritto alla felicità ispirò molte altre scrittrici, una fra le fu prime George Sand. Germaine non approvò mai da parte delle donne una condotta simile a quella degli uomini. La scrittrice non amava “le donne che vogliono fare gli uomini”, ma essendo dotata di grande cultura ed erudizione fu sempre rappresentata dal Goethe e gli altri intellettuali della sua epoca come una donna che parlava troppo.

Madame de Staël in un ritratto di Volodymyr Borovykovs’kyj

“Lei parla a meraviglia, ma troppo, esageratamente troppo”, dirà di lei lo scrittore tedesco. Ciò non è un dato insignificante se si pensa a quanto le convenzioni imponessero al tempo ovvero un atteggiamento ritroso da parte delle donne, cui veniva richiesto di essere attente al focolare e ai propri figli.

Quale fu l’atteggiamento di Madame de Staël durante la Rivoluzione francese?

Suo padre, il ministro delle finanze Jacques Necker, si era impegnato a stilare riforme liberali che lo avevano reso gradito al popolo ma odiato dall’aristocrazia. Per questo fu cacciato dal governo nel 1789 e ciò contribuì allo scoppio della Rivoluzione Francese.

Madame de Staël, sull’esempio della sua famiglia, iniziò a coltivare le idee liberali, schierandosi dunque contro l’Ancien Régime, ma fu la stessa che non condivise alcuni esiti della rivoluzione come l’atroce morte toccata alla regina Maria Antonietta. In uno scritto “Réflexions sur le procès de la Reine” espresse la propria opinione al riguardo. Nonostante Anne-Louise Germaine Necker avesse motivi personali validi per portare rancore a Maria Antonietta, scrisse parole memorabili in sua difesa, sempre attenta a dar voce alle donne soffocate dalla politica e dalle convezioni sociali profetizzando ai francesi un complesso di colpa per un “inutile delitto”.

Esecuzione di Maria Antonietta, il 16 Ottobre 1793

La calunnia si è attaccata a perseguitare la regina, anche prima di quest’epoca dove lo spirito di partito ha fatto sparire la verità dalla Terra. Una triste e semplice ragione ne è la causa, è che lei era la più felice delle donne“.

Così scrive Madame de Staël, da donna del suo tempo non potè non essere colpita dalla fine della regina Maria Antonietta. E sostenne, in seguito, attraverso l’ironia, il pensiero che le donne avessero tutto il diritto di conoscere le ragioni del perché fosse tagliata loro la testa, dunque di non subire le decisioni di un mondo solo maschile. Si schierò apertamente contro la misoginia che dilagava al tempo anche tra intellettuali come Rousseau, che pur Madame de Staël apprezzava.

In Dieci anni d’esilio, la scrittrice Madame de Staël riporta un dialogo avvenuto fra Napoleone Bonaparte e Madame de Condorcet, vedova del filosofo Condorcet che, arrestato nel marzo del 1794, aveva preferito suicidarsi in carcere invece che morire sulla ghigliottina. Bonaparte di fronte alla Condorcet, disse: “Signora non mi piace che le donne si occupino di politica”. Memorabile la risposta della Condorcet: “Avete ragione, generale, ma, in un paese dove si taglia la testa alle donne, è naturale che esse desiderino conoscerne il motivo”.

Chi sono i personaggi femminili che compaiono nei romanzi della scrittrice?

Si collocano certo in un ambito romantico, protagoniste di forti passioni e amori, eppure utilizzano l’arte del ragionamento, come gli uomini imbevuti di cultura illuminista. Nel 1802 la de Staël pubblica “Delphine”. Nonostante volesse mantenersi lontana dalla politica Napoleone non gradisce, il personaggio femminile con quelle caratteristiche è inaccettabile in un regime. Come conseguenza, Madame de Staël affronterà un nuovo esilio viaggiando per i paesi europei.

Madame de Staël

La storia si svolge a Parigi tra il 1789 e il 1792. Delphine, una giovane vedova pronta a far felici gli altri, tenta di combinare il matrimonio di una sua parente, Matilde de Vernon, con Léonce de Mondoville. Finisce però per innamorarsi lei stessa di Léonce, la storia d’amore è, però, condizionata dai dettami sociali del tempo. La conclusione è il suicidio di Delphine.

Il testo fa menzione di un amore fisico pur non scendendo mai nei dettagli descrittivi. C’è molto di Germaine nei suoi personaggi. Ella infatti rivendicava l’autonomia sociale, culturale e sessuale della donna, padrona delle proprie passioni e dominatrice. Le protagoniste dei suoi romanzi vanno però incontro a destini sfortunati a volte soccombendo alle convenzioni del tempo.

Anche “Corinne ou l’Italie” è protagonista di un amore passionale, ma la storia diviene il pretesto per paragonare due culture differenti e due visioni della donna diverse. Racconta dell’incontro in Italia tra un giovane scozzese e una poetessa italiana, Corinne, con evidenti tratti autobiografici. Corinne è libera, può vagare per Roma portando il suo amato a visitare i monumenti, parlare, viaggiare. Il suo amato britannico tenta sempre di indurla ad un amore casto, ad un riserbo come si addiceva alle donne nella società inglese del tempo.

Madame de Staël

Col crescere dell’intesa tra i due, vengono fuori anche le prime tensioni: Corinne è infatti una donna libera per quel tempo, possiede dei talenti che  accresce coltivando le arti ed esibendoli davanti agli amici che frequentano il suo salotto, mentre Lord Nelvil considera la donna ancorata al ruolo di dolce e accondiscendente compagna sempre un passo indietro rispetto al marito, destinata ad occuparsi dei figli.  E’ interessante questa equivalenza tra parola e libertà. Ciò che caratterizzava infatti Madame de Staël e che si riscontra nei personaggi femminili è questa capacità di improvvisare e parlare di ogni argomento. Non dimentichiamo i salotti letterari tenuti dalla scrittrice sull’esempio della madre, sia a Parigi sia a Coppet in Svizzera.

Un uso perfetto della parola che nonostante le critiche fece di Madame de Staël una donna di profonda influenza e una grande precorritrice dei tempi: le prime tematiche femministe, l’importanza delle traduzioni dando il via agli studi sulle letterature comparate, lo svecchiamento della cultura che chiamò in causa anche l’attardata letteratura italiana.

Fonti: Roba da Donne, Le Hameau de la Reine.


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