L’aria è umida e stagnante, mentre il silenzio viene rotto raramente dal suono di una goccia d’acqua che cade sulla pietra. Se non ci fossero sparse delle deboli luci elettriche, questi misteriosi tunnel, vecchi di 200 anni, sarebbero immersi nell’oscurità. Unico segno di vita sono le felci e il muschio che si aggrappano alla pietra porosa, là dove filtra l’acqua, da quando è stata portata un po’ di luce in queste gallerie dimenticate da molto tempo.
Le “Gallerie Williamson”, risalenti al 19° secolo, sono uno dei progetti ingegneristici più misteriosi mai realizzati a Liverpool. L’ideatore di questa fitta ed intricata rete di tunnel a più livelli fu un ricco commerciante di tabacco, Joseph Williamson, che non spiegò mai a quale scopo li fece costruire; ancora oggi nessuno sa per cosa siano stati utilizzati, così come è sconosciuta l’estensione di questa inquietante rete di oscure gallerie, che si dirama sotto il quartiere di Edge Hill.
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Dopo la morte di Williamson, i tunnel furono abbandonati e dimenticati. Fu solo quando gli abitanti della zona cominciarono a lamentarsi del cattivo odore proveniente dal sottosuolo, che qualcuno cominciò ad indagare su cosa fosse nascosto sotto i piedi dei residenti di Edge Hill: quintali di spazzatura.
Evidentemente le caverne furono a lungo utilizzate come discariche, e riempite con ogni genere di rifiuti. A quanto pare, molte persone erano a conoscenza dell’esistenza dei tunnel, o ne aveva sentito parlare, ma nessuno sapeva nulla di più preciso.
Nell’estate del 2001 un piccolo gruppo di esploratori urbani, quasi tutti pensionati, fece un buco in quello che si rivelò il soffitto di una vecchia cantina, talmente piena di cumuli di macerie che non era possibile stare in posizione eretta. Da allora, squadre di volontari hanno lavorato per sgombrare i tunnel, trovando diverse cantine collegate fra loro, e un sistema di gallerie a più livelli, con gradini che conducono alle caverne poste più in profondità.
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Molti tunnel sono ancora bloccati da grandi quantità di macerie, e scavare in sicurezza non è un lavoro facile. Man mano che i volontari liberano gli ambienti, si preoccupano di documentare quello che viene trovato: calamai, bottiglie di ogni genere, vasi da marmellata, ceramiche, vasi da notte, ossa di animali: una variegata raccolta che racconta la vita quotidiana di Liverpool negli ultimi due secoli, come “una lezione di storia”, secondo Tom Stapleton, uno dei volontari più attivi.
Capire il perché furono realizzati questi tunnel potrebbe forse essere un’altra lezione di storia, che per il momento nessuno può ancora svolgere.
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Joseph Williamson, un commerciante di tabacco di successo – nato nel 1769 – investì il suo patrimonio nella costruzione di case a Edge Hill, dando lavoro a molte persone. Dopo le guerre napoleoniche, la disoccupazione rappresentava un grave problema in Gran Bretagna, e forse Williamson si impegnò nello sviluppo del suo territorio anche per motivi filantropici, tanto che veniva chiamato “The King of Edge Hill”.
Molti operai furono impiegati anche nel realizzare dei tunnel, e qualcuno ipotizza che il ricco mercante abbia fatto scavare le gallerie al solo di scopo di dare lavoro ad un certo numero di persone. Può sembrare inverosimile, eppure non esiste nessun tipo di documentazione, dell’epoca di Williamson, che possa offrire una spiegazione sul motivo della costruzione dei tunnel.
Nel corso del tempo molte ipotesi sono state fatte: erano passaggi segreti tra i vari edifici di Edge Hill; erano gallerie che venivano usate per le merci di contrabbando; Williamson e la moglie appartenevano ad una setta religiosa che prevedeva un’imminente fine del mondo, e le gallerie dovevano rappresentare il rifugio per la famiglia e gli amici.
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Ciò che sorprende è la complessità della progettazione, e la vastità delle gallerie, con sistemi di archi costruiti solidamente, tanto da essere ancora intatti dopo 200 anni. I volontari dell’associazione “Amici dei tunnel di Williamson” hanno fatto un’ipotesi meno suggestiva delle altre, ma forse più realistica: nel territorio di Edge Hill erano presenti, prima della costruzione delle case, delle cave di arenaria già sfruttate; probabilmente Williamson fece costruire gli archi per poter edificare sul terreno, altrimenti inutilizzabile, bonificandolo al tempo stesso con un sistema di drenaggio dell’acqua. Se questa è la spiegazione dei misteriosi tunnel, significa che Williamson era molto più “avanti” del proprio tempo. Per il momento rimane solo una teoria, che i volontari sperano di dimostrare, un giorno, se riuscissero a trovare qualche documento scritto, magari proprio da Williamson.
Oggi le misteriose gallerie conservano gelosamente il segreto di un uomo altrettanto misterioso: visionario, filantropo o semplicemente un lungimirante affarista?