Nel 2012 decisi di tributare omaggio alla Baviera ma, soprattutto, al Palazzo del Linderhof dell’eccentrico visionario Ludwig II. Senza dubbio tra i più bizzarri monarchi della storia europea. Tra i pochi che, grazie alle sue creazioni architettoniche, riesce ancora oggi a richiamare visitatori a milioni.
La fotografia sotto e quelle seguenti sono di Riccardo Dal Monte, autore dell’articolo:
Ludwig II, Re di Baviera dal 1864 al 1886, amava dire di sé “Voglio rimanere un eterno Enigma per me e per gli altri”. Venne soprannominato “Il Re delle Fiabe” o, meno gentilmente, “Il Re Pazzo”. Paul Verlaine, uno dei poeti maledetti, lo definì “L’unico vero Sovrano di questo secolo”. Non fu un buon sovrano, tutt’altro, ma le sue fantasie lo hanno condotto nell’Olimpo dei Mecenati.
Ludwig, fin dalla gioventù, mostrò originalità. Era apprezzato dalle donne ma lui non era molto attratto da loro (probabilmente era omosessuale). Si malignò su una relazione con la cugina sposata, la bellissima Principessa Sissi, visto che passavano molto tempo insieme, ma sarebbe meglio parlare di affinità, essendo entrambi poco amanti della vita mondana e dei piaceri della carne.
Infatti egli alle celebrazioni pubbliche preferiva il gironzolare per le campagne e lo scambiare due parole con i contadini. Dal 1875, incominciò a dormire di giorno e rimanere sveglio di notte. Ludwig, in sostanza, era un inguaribile sognatore, un po’ folle, che non voleva guardare in faccia la realtà perché troppo prosaica e volgare, prediligendo rifugiarsi in un irreale mondo costellato di leggende e puri ideali come il suo eroe preferito Parsifal, il cavaliere del Santo Graal. Era solito assistere a opere e rappresentazioni teatrali…. da solo!
Il suo irresistibile amore, comunque, furono i Castelli. Fiabeschi e spettacolari. I suoi grandiosi progetti, sempre nuovi e azzardati, rischiarono di mandare in default le finanze bavaresi e della famiglia (per questo verrà deposto nel 1886, con la controversa diagnosi d’insanità mentale). Ma ora, in breve, scorriamo le “creature” più meravigliose di Ludwig.
Il Neuschwanstein, il più famoso, è per antonomasia il castello da fiaba e non a caso è il simbolo della Walt Disney. Alle pareti si trovano i dipinti sulle leggende messe in opera dal suo amatissimo Wagner come Tannhäuser, Lohengrin, Tristano e Isotta, Parsifal. L’Herrenchiemsee, sorge su un’isola sul lago Chiemsee. Ricalcava Versailles e fu un tributo al Re Sole, Luigi XIV di Francia, adorato da Ludwig. Il castello di Falkenstein, rimasto incompiuto, avrebbe dovuto ergersi su un picco selvaggio, insomma, romanticismo puro. Aveva anche in mente di costruire, nella Graswangtal, un Palazzo in stile bizantino e, nel Tirolo, un Palazzo d’Estate in stile cinese. Era un inesauribile e ribollente fiume di idee, o meglio, di stravaganti visioni. E, se non fosse stato deposto, chissà cosa avrebbe architettato ancora per deliziare i nostri occhi.
Il Linderhof (58 ettari di bellezza) è meno celebre e pittoresco del Neuschwanstein ma, dal punto di vista naturale, è semplicemente magico. Non potrò mai dimenticare le fughe delle nubi affusolate che, dalle montagne, scorrevano avanti e indietro verso la vallata sottostante e la vista di una reggia settecentesca inserita, in modo apparentemente insensato e paradossale, in un “fuoricontesto” alpino. Uno stridente magnifico contrasto.
Lo stile del palazzo è neo-rococò francese e, negli interni, è evidente la passione per l’Ancien Règime e Luigi XIV. Ludwig era abituato a definirsi Re Luna, vedendosi come la romantica ombra del Re Sole. Da ricordare lo speciale “tavolo che si apparecchia da sé” che, collegato con le cucine, faceva in modo che i piatti gli spuntassero davanti senza la fastidiosa presenza di camerieri (come si sarà già notato, aborriva la compagnia umana).
A nord, ai piedi dell’Hennekopf, si trova la Grotta di Venere – ispirata alla Grotta Azzurra di Capri – rinomata per il laghetto sotterraneo illuminato da luci verdi, rosse e blu azionate dal primo impianto elettrico al mondo.
Qui, il Re delle Fiabe, amava remare su una barca a forma di conchiglia
Nella foresta si trova una capanna (Hundingshütte), in stile romantico, costruita attorno a un grande albero che rappresenta l’antica casa germanica. In questo luogo più che evocativo, Ludwig si crogiolava leggendo saghe nordiche. Ancor oggi si è accompagnati dalla musica di Wagner ed è stupendo rimanere alcuni minuti in ascolto e in contemplazione.
Sempre nella foresta si scorge l’Eremo di Gurnemanz, che rappresenta il terzo atto del Parsifal di Wagner. In questa cappella Ludwig adorava gustare poemi medievali e rievocare la trama dell’Opera. In tale abitudine di leggere nella giusta location, non posso che rivedere me stesso o i grandi appassionati di lettura. Tra i momenti più affascinanti nel vivere un libro – molte volte sarebbe più corretto utilizzare il verbo vivere anziché leggere, dal momento che tendiamo più a interiorizzare i libri piuttosto che semplicemente a leggerli – ricordo come fosse ieri quando lessi l’Assedio di Rodi nelle spiagge dell’isola, all’ombra di castelli crociati.
L’originale Ludwig non mancò anche di donare un pizzico di esotismo orientale al parco, sistemandovi un Chiosco Moresco dal suggestivo trono dei pavoni dove vi sorseggiava il tè e la Casa Marocchina.
Tra le eccentricità compiute al Linderhof ricordiamo il suo divertirsi, alla luce lunare, a correre in slitta con i suoi servi tutti vestiti alla maniera settecentesca. Memorabile è stata la corsa notturna di 30 km in tre ore dal Neuschwanstein al Linderhof, con una slitta trainata da 4 cavalli bianchi, con un cavalleggero in avanguardia e dotata di una lampada elettrica posta su una corona ornamentale. Una scena, a dir poco, fiabesca.
Per ironia della sorte il suo Amore per il Bello che un tempo dissanguò il tesoro reale, oggi, è una vera benedizione per i bavaresi, e contribuisce non poco agli introiti turistici della regione. Il borghese del tempo maledisse Ludwig, quello dei nostri tempi lo ringrazia. Si calcola infatti che oltre 50 milioni di visitatori si siano lasciati incantare dalle sue “visioni”.