Il nome “Marconi” viene associato comunemente alla radio e alla telegrafia senza fili, le prime macchine che hanno reso possibile il processo di globalizzazione. Nel Regno Unito, e agli esperti di economia, questo nome rimanda a uno scandalo che ebbe luogo tra il 1911 e il 1913, durante il governo Asquith, di cui vennero indagati alcuni ministri. Lo scandalo Marconi subì una brusca interruzione allo scoppio della Prima guerra mondiale. Ma andiamo con ordine.
Nel 1911, il governo inglese, guidato dal liberale Herbert Henry Asquith, decise di fondare una stazione radiofonica, da collegare poi con altre stazioni disseminate in giro per l’impero, e la scelta, influenzata da Herbert Samuel, Postmaster General del Regno Unito, ricadde sulla Marconi Wireless Telegraph Company, la branca inglese della compagnia Marconi.
L’amministratore delegato dell’azienda era Godfrey Isaacs, fratello di Rufus Isaacs, procuratore generale, e amico di Herbert Samuel. La compagnia radio e il governo inglese stipularono così un contratto, il cui punto debole per l’azienda era che il governo avrebbe potuto decidere di cambiare compagnia di comunicazioni. Nel frattempo, la compagnia Marconi fece quotare in borsa alcune delle filiali più importanti in giro per il mondo, e di alcune di queste filiali la compagnia madre possedeva il 57% delle azioni.
Guglielmo Marconi e Godfrey Isaacs:
Per quella inglese, il prezzo delle azioni fu concordato da Isaacs e Marconi a 3,53 sterline. Tutto questo avvenne negli Stati Uniti. Quando Godfrey Isaacs tornò nel Regno Unito, organizzò una cena con i suoi fratelli, Harry e Rufus, durante la quale offrì a entrambi un pacchetto di centomila azioni al prezzo di una sterlina l’una circa, prima ancora che la compagnia venisse quotata alla borsa di Londra. Harry accettò subito, Rufus sul momento rifiutò. La settimana successiva, dopo aver cambiato idea, comprò dal fratello Harry un pacchetto di circa diecimila azioni, al prezzo di due sterline l’una. La decisione di Rufus non fu immotivata. Tutto questo accadde nella settimana del 12 aprile 1912, giorno dell’affondamento del Titanic.
L’ultima Fotografia del Titanic:
A bordo del transatlantico, infatti, alla radio non c’erano dipendenti della White Star Transtlantic Company, ma della Marconi Company, John George Phillips e Harold Sidney Bride. Entrambi, poche ore prima della collisione con l’iceberg, mandavano i messaggi spensierati dei passeggeri più ricchi ai parenti. Al momento della collisione, Philips e Bride non abbandonarono le loro postazioni per mandare l’SOS alle navi circostanti. John George Philips morì fra le gelide acque dell’Atlantico, mentre Harold Sydney Bride riuscì a sopravvivere, anche se l’acqua gelida gli procurò seri problemi ai piedi, tanto da non poter camminare per diversi mesi. Gli Stati Uniti utilizzavano già da tempo il Marconi Wireless News Report, un servizio che permetteva di mandare messaggi alle navi nell’Atlantico. Una volta arrivati ad Halifax, il porto canadese più vicino al luogo del disastro del Titanic, i sopravvissuti alla strage mandavano messaggi alle altre navi con i naufraghi. Questo episodio sottolineò l’importanza della telegrafia senza fili.
La cena tra i fratelli Isaacs avvenne due giorni dopo l’affondamento del transatlantico. Due giorni dopo la cena, Rufus offrì a due colleghi, Lloyd George, Cancelliere dello Scacchiere, e Alexander Murray, Segretario Parlamentare al Tesoro e Capogruppo del Partito Liberale, mille azioni ciascuno, che non rimasero invendute. Il 19 aprile, i broker Heybourn e Croft misero in vendita le azioni della società a 3 sterline l’una, prezzo che aumentò a 4 sterline il giorno stesso, per poi scendere a 1,5 sterline due mesi dopo. Quel primo giorno di quotazione in borsa, Rufus Isaacs vendette un pacchetto di settemila azioni al prezzo di 3,6 sterline l’una, circa il doppio di quanto le avesse pagate lui qualche giorno prima. Tuttavia, dopo quella vendita del 19 aprile, non ci sono testimonianze di altre vendite di azioni. Nel 1912, inoltre, non c’era nessuna regolamentazione legislativa sull’Inside Training nel Regno Unito. Murray comprò altre azioni per conto del Partito Liberale, che al momento governava il Paese.
Rufus Isaacs, I marchese di Reading nel 1917
Le prime voci su un presunto scandalo cominciarono già nell’aprile 1912. I primi ad approfondire queste voci furono i giornalisti del Financial Times. Le persone prese di mira furono i fratelli Isaacs ed Herbert Samuel, cui si aggiunsero anche accuse infondate di antisemitismo, poi ritirate in poco tempo. Il 19 luglio 1912, il contratto del governo per la società Marconi venne presentato alla Camera dei Comuni. Il giorno dopo venne aspramente criticato dalla rivista The Outlook. Pochi giorni dopo, il 1° agosto, un deputato laburista pose l’attenzione sull’aumento del prezzo delle azioni Marconi. Alla fine della sessione parlamentare, Herbert Henry Asquith decise di non concludere l’affare con la società Marconi, rimandando tutto alla successiva sessione parlamentare di ottobre.
Herbert Louis Samuel, I Visconte Samuel:
Dall’articolo del The Outlook, tutta la stampa inglese cominciò a scrivere sulla società Marconi e la sua quotazione in borsa. Cecil Chesterton, direttore dell’Eye-Witness, pubblicò l’8 agosto un articolo intitolato “The Marconi Scandal”, sottolineando un patto segreto tra Godfrey Isaacs ed Herbert Samuel, finalizzato al monopolio. All’apertura della nuova sessione parlamentare, venne proposta una mozione per rinviare la firma del contratto, almeno fino a quando non fosse stata fatta chiarezza sulle operazioni in borsa dell’azienda.
Cecil Chesterton in uniforme:
Rufus Isaacs, Herbert Samuel e Lloyd George dovettero giurare di non avere alcuna partecipazione nelle azioni della compagnia britannica, e anche per quanto riguardava le azioni della società statunitense. La mozione passò e dopo un mese si aprirono le indagini. Chesterton si scagliò ferocemente contro il governo, soprattutto contro Godfrey Isaacs, con il quale cominciò una battaglia legale che alla fine gli costò 1500 sterline (una grossa cifra per l’epoca). Chesterton ritirò le accuse nei confronti dei fratelli Isaacs e Samuel, i quali videro i loro nomi scagionati non da un tribunale, ma per l’opinione pubblica. Il fratello di Cecil Chesterton, G.K. Chesterton, era un giornalista che collaborava sia con il New Witness sia con il Daily News. Quest’ultima testata, che supportava il governo, lo licenziò il 1° febbraio 1913. Queste notizie non rimasero circoscritte al Regno Unito.
Il 14 febbraio 1913, un giornale francese, Le Matin, pubblicò un articolo che criticava Herbert Samuel e Rufus Isaacs. Secondo il giornale francese erano colpevoli di aver comprato le azioni Marconi prima della quotazione in borsa ufficiale per poi rivenderle a un prezzo maggiorato di quaranta volte, mentre in Parlamento si discutevano i termini del contratto tra la compagnia e il governo.
Pochi giorni dopo, Le Matin pubblicò un articolo di smentita, dichiarando che le precedenti fossero solo delle voci infondate. A marzo i due ministri britannici coinvolti citarono in giudizio il giornale francese per diffamazione. I diretti interessati accettarono ufficialmente le scuse dalla testata il 19 marzo, lasciando così come onere le sole spese processuali da pagare. Isaacs dimostrò di aver comprato le azioni solo della Marconi Wireless Telegraph Company of America. Nel frattempo, il Daily Herald riuscì a mettere le mani sull’articolo di Le Matin, cercando così di dare il vantaggio ai due ministri di rendere pubblici i loro acquisti in borsa, prima che ci arrivasse la Commissione e tirasse fuori altri scandali. Tuttavia, solo Isaacs ebbe questa possibilità, perché lo Star riuscì rapidamente a dare la notizia del coinvolgimento di Lloyd George.
Il 25 ottobre 1912 venne costituita una commissione di inchiesta il cui compito era quello di verificare le voci di corridoio, mentre una sottocommissione si occupava dell’analisi delle offerte della compagnia allo stato. Vennero ascoltati tutti, compreso Marconi. L’unico che non si presentò fu Cecil Chesterton: il suo giornale Eye-Witness fallì ed egli lo sostituì subito con il The New Witness, con il quale non perse occasione di attaccare Godfrey Isaacs, che lo denunciò subito.
Chesterton, anche a causa di problemi di salute, non si presentò alla prima convocazione, e la Commissione decise di non convocarlo più. La Commissione venne sciolta nel marzo 1913 e furono redatti i risultati, pubblicati a giugno. La sottocommissione tecnica pubblicò i risultati della sua indagine il 30 aprile: nonostante ci fossero altre compagnie, come la Telefunken, e altre tecniche di trasmissione, come il trasmettitore ad arco, la tecnologia della telegrafia senza fili fornita dalla compagnia Marconi era la più soddisfacente per i bisogni dell’Impero britannico.
I tre rapporti economici della Commissione diedero dei risultati contrastanti: il primo affermava che tutte le persone coinvolte, tranne Samuel, avevano comprato le azioni della società statunitense, senza però commettere nessuno dei crimini di cui erano stati accusati; il secondo, redatto dalla maggioranza liberale della commissione, sostenne che i ministri avevano agito in buona fede; il terzo, redatto dai membri Tories della Commissione, sostenne che i ministri avevano commesso delle gravi scorrettezze, criticando pesantemente Godfrey Isaacs e i broker Heybourn e Croft.
Nonostante tutti questi vacillamenti, il governo Asquith restò in piedi: nessuno dei ministri accusati si dimise. Chi ne soffrì di più fu proprio la società Marconi, la quale nel luglio 1913 dovette sciogliere il contratto perché il Parlamento non lo ratificò entro i tempi legali pattuiti. Un nuovo contratto venne ratificato dalla Camera dei Comuni a inizio agosto, ma ciò non aiutò la società Marconi, la quale, a causa del fermo forzato, dovette fare i conti con i costi della disoccupazione. Il contratto venne annullato nel dicembre del 1914 dal general Postal Office, anche a causa dello scoppio della Prima guerra mondiale. Alcune stazioni principali vennero avviate e rese funzionanti, anche se la rete venne completata soltanto il decennio successivo. Le perdite della compagnia ammontarono circa a 140.000 sterline dell’epoca, una cifra colossale se attualizzata con l’inflazione.
Herbert Henry Asquith:
Nell’ottobre 1913, Rufus Isaacs ricoprì il ruolo di Lord Chief Justice di Inghilterra e Galles, ricoprendo poi, il 1° gennaio 1914, la carica di Lord High Cancellor, come tutti i suoi predecessori. Questa decisione sollevò le critiche delle maggiori testate giornalistiche, come il Times. Nel novembre 1913, la London Stock Exchange Commission condannò i termini dell’IPO, l’introduzione in borsa, della Marconi Wireless Telegraph Company of America, estromettendo per cinque anni i broker Heybourn e Croft dal London Stock Exchange. La Camera dei Lord, che si pronunciò sul caso di Lord Murray, che venne comunque ritenuto innocente, declamò che i funzionari di cariche pubbliche non avrebbero dovuto speculare in borsa.
Qualche tempo dopo gli azionisti Marconi, spinti dagli articoli di Chesterton, fecero causa ai Fratelli Godfrey e Harry Isaacs, Guglielmo Marconi e le società di broker coinvolte, cercando di ricavare un guadagno dalla vendita delle azioni della compagnia statunitense. Il tribunale accettò le argomentazioni presentate, e uno degli intermediari coinvolti si offrì di pagare le spese legali, così il caso venne archiviato in fretta.
Ancora oggi, dopo più di un secolo, le dinamiche di questa vicenda ci appaiono oscure: degli 1,4 milioni di azioni della Marconi Wireless Telegraph Company of America sono identificate solo una parte di quelle passate per le mani di Godfrey Isaacs, che ammontano a 500.000 in tutto. Insomma, sono ancora lontani i film degli anni ’80, con giovani yuppies in giacca e cravatta che vogliono conquistare Wall Street con l’affare della vita, eppure, anche se questo caso è un vero e proprio giallo finanziario, sembra uscito dalla penna di uno sceneggiatore cinematografico. Chissà se Gordon Gekko, il più famoso squalo cinematografico di Wall Street, sarebbe stato all’altezza di questo scandalo vecchio di un secolo.