L’importanza di Educare alla Creatività

Nel contesto umano, l’azione del creare è caratterizzata da tre costanti fondamentali: la novità, la ristrutturazione, il miglioramento.

Secondo l’angolazione psicologica, il concetto di creatività comprende le qualità del funzionamento vitale che comportano:

  • Novità, con la conseguenza d’interesse, stupore, meraviglia, relazioni nuove, originalità;
  • ristrutturazione, cambiamento giocoso, superamento innovativo di schemi, diversità qualitativa;
  • miglioramento, collegato a validità, ricchezza, funzionalità e semplificazione.

Pertanto la creatività è una “categoria mentale” che unifica in modo schematico e puramente indicativo un gruppo di processi e di strutture psichiche interagenti tra loro in un’articolata rete di connessioni, nessuna delle quali è sufficiente a definire ciò che chiamiamo creatività.

La creatività non è quindi una funzione, ma piuttosto una modalità di essere di tutta la personalità; essa non è un elemento distintivo, non è identificabile con nessuno dei fattori, né con qualcosa di fisicamente discernibile.

Se allora essere creativo vuol dire vivere in un certo modo, possedere uno stile di vita particolare che consente di sviluppare rapporti dinamici, l’azione educativa consiste nell’impegnarsi a far rispettare ai bambini, con gradualità e continuità, una scoperta e un’accettazione del reale, un’apertura ed uno spontaneo interesse al nuovo, un “gusto” personale per la soluzione dei problemi, rifiutando la passività e la deresponsabilizzazione. Tutto ciò deve interessare la famiglia ma anche la scuola in quanto fattore educativo.

Una scuola che vuol realizzare l’educazione alla creatività deve considerare, nella sua azione quotidiana, i seguenti aspetti:

sensibilizzare i bambini agli stimoli ambientali;

insegnare a sperimentare sistematicamente ogni idea;

astenersi dall’inculcare un modulo prestabilito;

sviluppare un clima scolastico creativo;

insegnare al bambino a valutare il proprio pensiero creativo;

insegnare ai più creativi il modo di neutralizzare l’ostilità dei compagni;

incoraggiare ed apprezzare l’apprendimento spontaneo;

provocare la necessità di pensare giocando;

mettere a disposizione i mezzi per elaborare idee nuove;

sviluppare non solo il senso  critico ma la critica costruttiva;

incoraggiare l’acquisizione di conoscenze in molti campi.

Osservando attentamente i principi sopra descritti, essi si sintetizzano nella non dipendenza delle categorie e interpretazioni altrui, nella non superficialità globalistica, nell’apertura realistica, nella non passività di fronte agli ostacoli e nell’accettazione del rischio con controllo dell’insicurezza.

Queste “regole” possono aiutare, in quanto il bambino potrà cominciare ad intravedere la validità delle proprie energie, aumentando la fiducia  in atteggiamenti di rottura mentale che potranno dar luogo a produzioni meno comuni.

Mettendo in relazione idee e cose molto distanti tra loro, il soggetto attuerà maggiormente la disciplina interiore che lo farà diventare originale interiormente, evitando da una parte l’indisciplina esteriore che consuma energie creative e dall’altra la dipendenza e la pretesa le quali, nella nostra società del benessere, sembrano  costituire la tomba della creatività.

L’azione educativa della scuola deve allora partire da questo problema, in quanto stimolare e favorire lo sviluppo della personalità significa liberare le energie eventualmente impedite ed “allenarle” ad esprimersi e a realizzarsi in ogni direzione.

Aiutare il bambino a vivere serenamente il tempo e rendergli possibile l’investimento delle proprie energie sul piano della produzione e della crescita diventano due obiettivi fondamentali ed irrinunciabili.

Diventare creativi non si esaurisce nello svolgimento di un’attività particolare ma necessita l’assunzione di una prospettiva complessiva attraverso la quale ci si allena costantemente e si cresce. E’ un modo di esistere, di pensare e di interagire con la realtà esterna grazie al libero fruire delle energie interne strutturatesi non in schemi chiusi e ripetitivi ma in possibilità di elaborazioni di schemi aperti e trasformabili.

Queste annotazioni desiderano essere uno spunto di riflessione importante per le famiglie e il mondo della scuola. Nello scenario attuale, dove il conformismo lascia poco spazio alla vera libertà d’espressione individuale, come si alimenta l’educazione alla creatività del bambino, uomo di domani?

È interessante pensarci ora. Appare quasi un paradosso ma non lo è. In una società in cui sembra esserci spazio per tutto e per tutti, la realtà è ben più complessa. Stimolare ed educare alla creatività significa innanzitutto educare a non avere pregiudizi. Sottolineo pregiudizi e non giudizi. Giudicare un fatto, un oggetto, un’espressione è più che lecito. Il problema reale si pone nel momento in cui il pregiudizio prende il sopravvento e “siccome si fa così” o “tutti fanno così”, appare “normale” etichettare una situazione, una cosa o, peggio, una persona.

Il messaggio finale desidera essere questo: educhiamo i nostri figli alla creatività e al senso critico; lasciamo libere le loro menti affinché possano essere uomini e donne con una mente pensante al di sopra di strutture create da altri. Abituiamoli all’osservazione, al prendersi del tempo, all’ascolto e collaboriamo con la scuola in senso costruttivo, lasciando perdere i pregiudizi e le paure che attanagliano attualmente la nostra società.


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