Si avvicinano le feste e le domande ricorrenti che Federica riceve da amici, parenti e conoscenti si susseguono con una certa frequenza: “Tornate in Italia per le vacanze di Natale?”, oppure, “In Cina si festeggia il Natale?”, ma ahimè la risposta è sempre quella: “Non torniamo perché qui non è considerata una vera e propria festa e quindi… Niente vacanze”.

In Cina il Natale è una festività perlopiù commerciale, nei negozi si trovano decorazioni, alberi addobbati, soprattutto nelle grandi città, ma non si può proprio paragonare a ciò che siamo abituati a vivere ogni anno, in Italia.
Il giorno di Natale per i cinesi è una giornata lavorativa qualsiasi, chi vuole, alla sera coglie l’occasione per incontrare gli amici o magari i propri cari, passare del tempo insieme e gustare del buon cibo.
Per una piccola parte della popolazione, ovvero i cristiani, assume invece una connotazione diversa, un momento di raccoglimento e preghiera.
Dopo questa premessa, è bene sottolineare che nulla vieta, in particolare a famiglie straniere o miste, di festeggiare il Natale secondo le proprie tradizioni. Per gli adulti può essere un modo per tornare piccini e rievocare ricordi della loro infanzia ma, invece, per i bambini? Parlando in generale, come possiamo trasmettere le tradizioni del nostro paese anche se viviamo all’estero? Come possiamo fare? Desideriamo sottolineare che quanto segue, è utile non solo per le famiglie miste o che si trovano lontano dal paese d’origine, la nostra riflessione vale per tutti, per comprendere che, non importa dove siamo, conta avere radici salde per far crescere un albero forte, sano e robusto.
Ognuno di noi possiede un proprio bagaglio culturale che si riempie ogni giorno con esperienze composte da ricordi, maturando la consapevolezza di chi siamo, di ciò che stiamo facendo e facendoci avvicinare al posto in cui viviamo. Aiutare i nostri figli a scoprire delle tradizioni non solo significa permettergli di comprendere qualcosa che fino a quel momento era ancora sconosciuto, ma anche di stimolare la loro creativa e curiosità, l’essere desiderosi di conoscere ciò che è diverso da noi, arricchendoli e aiutandoli a plasmare la propria personalità.
Nel corso di questa ricerca abbiamo parlato più volte di quanto sia importante fornire ai più piccoli degli input, fargli vivere esperienze, mettere in pratica ciò che apprendono dai libri, quindi il cosiddetto “imparare facendo” per contribuire alla creazione della maturazione dell’identità.
A questo proposito rimandiamo al Metodo ACA, il quale sottolinea l’importanza di vivere esperienze, del fare per generare e raggiungere le competenze.
Mantenere le tradizioni d’origine significa anche rimanere legati a un luogo fisico in cui non si vive più, ma che ci ha fatti diventare quello che siamo ora. Che si tratti di festeggiare delle feste o tramandare una lingua, trascurarli significherebbe perdere una parte di sé, delle proprie radici, mentre i nostri figli, soprattutto coloro che sono esposti a bilinguismo, devono avere la possibilità di conoscere e mantenere le due culture.
Detto questo, noi genitori quindi, come possiamo muoverci? Quali strumenti possono esserci d’aiuto soprattutto se viviamo in un luogo dove una festività viene a malapena ricordata?
Per prima cosa è importante tenere conto dell’età dei nostri figli, di ciò che preferiscono fare e della realtà in cui vivono.
Come sta vivendo questo periodo Elena? Nonostante si trovi in una città in cui la concezione di Natale è piuttosto diversa da quella che potremmo avere noi in Italia, lei ha la fortuna di vivere in un contesto famigliare per certi aspetti molto italiano: il suo papà, avendo vissuto nel nostro paese per qualche anno, ha interiorizzato alcune tradizioni, mostrano il desiderio di trasmetterle alla bambina.
Non è di certo il suo primo Natale, ma nel frattempo è cresciuta e si è trasferita in una nuova città. Ha iniziato a vedere le prime decorazioni natalizie in alcuni grandi supermercati stranieri, successivamente, quando l’albero di Natale è arrivato a casa sua, le si è aperto un mondo! Luci, palline, il presepe, altri addobbi erano inizialmente degli oggetti sconosciuti da osservare, studiare, toccare, ma successivamente sono diventati “parte della sua routine quotidiana”. La bambina è stata resa partecipe della “trasformazione” che stava avvenendo in casa aiutando, per esempio, mamma e papà ad addobbare l’albero, a creare una capanna per il presepe con dei materiali di riciclo, dei momenti passati insieme all’insegna della scoperta, della condivisione e perché no, dello studio: queste attività oltre alla lettura di storie a tema, all’utilizzo di schede didattiche rivisitate e personalizzate, stanno aiutando Elena ad arricchire il proprio lessico velocemente.
A casa possiamo fare davvero tante cose: la presenza di “materiali autentici” come alberi e decorazioni varie sono di grande aiuto, anche l’osservazione di immagini o la visione di filmati lo possono essere. Stessa cosa per la lettura di libri, la creazione di lavoretti insieme che riprendano i simboli del Natale. Se si è carenti di idee, si può fare una ricerca su internet e si troveranno un’infinità di idee interessanti, la nostra epoca non definita certo di strumenti…
Manca ancora qualche giorno a Natale, così come le attività da proporre e fare insieme. Non sarà la stessa cosa che viverlo in Italia, ma i genitori di Elena vogliono ricreare il più possibile quell’atmosfera per fare in modo che la piccola possa conoscere meglio questa festa e in qualche modo il significato a essa legato, consapevoli di poterle trasmettere dei valori e dei ricordi che si porterà per tutta la vita.
a cura di Haidi Segrada e Federica Mascheroni