In questo particolare periodo storico, si sente parlare molto spesso di Outdoor Education, ovvero un orientamento pedagogico che trova le proprie origini nel Nord Europa, e che desidera valorizzare tutte le opportunità che la natura e il contesto all’aria aperta possono offrire. Stare all’aria aperta e vivere esperienze differenti, che solo il mondo della natura può offrire, promuove l’autonomia e lo sviluppo degli apprendimenti. Il Metodo ACA è da sempre favorevole a questo approccio, non a caso, l’educazione naturale è parte integrante del Metodo e il Cubotto sensoriale (per chi lo desidera può leggere l’articolo dedicato a questo argomento e pubblicato sempre da Vanilla Magazine) è una delle attività che favorisce e stimola questa visione, ma non solo. ACA sostiene che gli spazi esterni quali giardini, parchi, boschi, ecc, debbano essere ripensati e sfruttati il più possibile per i nostri bambini per fare in modo che essi possano imparare non solo dall’ambiente che li circonda ma anche il rispetto per la natura stessa. Il rispetto per gli esseri viventi e non, flora e fauna, accresce le capacità sensoriali, aiuta e stimola quelle cognitive ma, soprattutto, forgiano il carattere e pongono le basi per uno sviluppo della personalità armonioso e sano.
Anche la nostra piccola Elena, la protagonista della ricerca linguistica a Metodo ACA, è esposta all’Outdoor Education e desideriamo raccontare la sua prima esperienza allo zoo.
Più di una volta, durante la nostra ricerca linguistica, abbiamo evidenziato l’importanza dell’ambiente e del contesto in cui viviamo, così come i quattro fattori educativi che ci accompagnano per tutta la nostra vita: famiglia, scuola, società e mass media.
Ci sono diversi modi per apprendere una nuova lingua, non solo attraverso i libri o in classe e, soprattutto in tenera età, ci possiamo affidare al gioco e alle esperienze concrete, a quello che possiamo definire il “toccare con mano”.
Come recita Bruno Tognolini nella filastrocca “Diritto all’Educazione”:
“Se mi insegni, io lo imparo
Se mi parli, mi è più chiaro
Se lo fai, mi entra in testa
Se con me tu impari, resta”
I bambini imparano nel momento in cui noi educatori, insegnanti, genitori, ci mettiamo al loro livello, ci confrontiamo, giochiamo e impariamo insieme. L’esempio diventa la più alta forma di insegnamento.
Quale buona occasione, quindi, per conoscere e vedere dal vivo alcuni animali se non quella di andare allo zoo?
I genitori di Elena erano un pò restii a portare la bambina in un posto come questo, per paura che la piccola potesse in qualche modo essere scossa dalla mancanza di libertà di alcuni animali. Hanno cercato di presentarle la realtà nella maniera più naturale possibile e la bambina ha apprezzato molto questa esperienza. Ha passato delle ore piacevoli, ammirando qualcosa che fino al momento aveva visto solo sui libri o in qualche spezzone di documentario fattole vedere dal papà. Questo le ha permesso subito di creare delle associazioni mentali tra pagine scritte e realtà, oltre a rafforzare il suo bagaglio linguistico relativo sia alla lingua italiana che a quella cinese.
Elena ha potuto osservare diversi animali, panda, ippopotami, coccodrilli, tigri, leoni, tartarughe marine, cigni, pellicani ecc., ma ha mostrato fin da subito un particolare interesse per le scimmie. Probabilmente perché in questo zoo c’erano diverse specie o forse perché con il papà aveva visto un documentario che mostrava la vita di alcune scimmie (Rinopitechi) in Cina.
La piccola ha subito riconosciuto questi primati dal pelo arancione che vivono in aree montuose nella provincia cinese del Sichuan, iniziando a chiamarne una di loro “Tao Tao” (lo stesso nome utilizzato nel documentario). La bambina ha iniziato a osservarle, a raccontare al papà e alla mamma cosa stesse facendo, cogliendo ogni piccolo particolare. Sembrava talmente presa da queste scimmie che non voleva lasciarle. Per tutto il giorno non ha fatto altro che parlare di Tao Tao, cosa faceva, cosa gli piaceva fare, inventandosi delle brevi storie sia in italiano che in cinese.
La mamma, notato l’entusiasmo della bambina per questi animali, ne ha tratto degli spunti didattici proponendole alcune attività insieme: prima di tutto il disegno libero.
Elena ha potuto disegnare il suo beniamino, a volte assumendo le sembianze di un giovane adulto, mentre altre quelle di un “neonato”. Ha chiesto anche alla mamma di disegnare per lei gli altri membri della famiglia.
Successivamente le ha presentato delle attività semi strutturate: la prima dove Tao Tao compiendo alcuni balzi (ognuno di questi era numerato) doveva raggiungere prima un albero, poi una banana e alla fine il fratellino.
Il secondo era un semplice gioco di individuazione di immagini uguali, in particolare delle banane.
Su richiesta della bambina, la mamma ha creato su un altro foglio, un’attività di pregrafismo: Elena doveva disegnare delle linee unendo i trattini per condurre la scimmia a conquistare la banana o arrivare alla sua casa.
Una gita di qualche ora ha offerto alla bambina, ma anche ai suoi genitori, diversi spunti, dal punto di vista linguistico, cognitivo e anche didattico.
È stata un’occasione per trascorrere del tempo insieme e imparare qualcosa di nuovo; il fatto di apprenderlo insieme attraverso l’esperienza, ha acquisito un significato profondo, un ricordo indelebile che difficilmente verrà dimenticato.
Ora, a distanza di qualche giorno da quella gita, la piccola Elena parla del suo amico Tao Tao, racconta ciò che fa, le è stato comprato un pupazzo che sembra ormai entrato a far parte della famiglia. La bambina ha anche espresso la volontà di tornare a trovare questa scimmia e tutti gli altri animali.
Da questo racconto si evince chiaramente quanto, in spazi aperti e naturali, attraverso l’approccio pedagogico descritto, non solo gli apprendimenti avvengono spontaneamente, ma che lo stesso, sviluppa non solo la motricità fine e le esperienze sensoriali, sostenendo e favorendo anche abilità sociali, creative ed espressive.
Inoltre, non dimentichiamo che una simile pratica pedagogica promuove e stimola l’aspetto linguistico e comunicativo, fondamentale per la crescita di ciascun individuo.
a cura di Haidi Segrada e Federica Mascheroni