Le Tavolette RongoRongo scritte con Denti di Squalo sono un mistero indecifrabile dell’Isola di Pasqua

Rimangono soltanto 25 oggetti in legno al mondo recanti iscrizioni in RongoRongo, alcuni alterati da bruciature o danneggiamenti, che rendono la decifrazione di questa misteriosa forma di scrittura un’impresa ai limiti dell’impossibile. Le tavolette furono collezionate durante la fine del XIX secolo sull’Isola di Pasqua dai diversi conquistatori che vi transitarono, e oggi non rimane più alcun oggetto sull’isola stessa che rechi iscrizioni con quest’antica forma di geroglifici. Gli oggetti rimasti sono fra i più disparati, ma generalmente si tratta di oggetti in legno incisi con qualcosa che, si è ipotizzato, potrebbe essere il dente di uno squalo.

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L’ipotesi più accreditata è che il RongoRongo sia un’antica forma di scrittura o di proto-scrittura, ma i tentativi di decifrarla sono rimasti senza successo. Se si trattasse di una forma di scrittura, il RongoRongo sarebbe uno dei pochissimi esempi di invenzione di scrittura indipendente della storia dell’uomo. I glifi sono scritti in direzioni alterne, in un complesso sistema denominato Bustrofedico Inverso. Le forme rappresentate simboleggiano l’uomo, animali, vegetali, forme geometriche e figure stilizzate indefinite.

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Durante la distruzione della civiltà Rapa Nui, operata dalla popolazione stessa ma anche dai conquistatori peruviani e dagli sporadici sbarchi europei, che importarono sull’isola malattie per cui gli abitanti erano privi di difese immunitarie, si perse praticamente ogni traccia di persone in grado di leggere e scrivere il RongoRongo. Nel 1877 sull’isola di Pasqua erano presenti soltanto 111 abitanti dagli originari 15-20 mila abitanti di appena qualche secolo prima. In questo contesto centinaia di oggetti incisi in RongoRongo vennero distrutti dagli abitanti stessi, utilizzati come combustibile o per realizzare strumenti di pesca. La popolazione non conosceva più la propria forma di scrittura, e riutilizzò il materiale nel modo più pratico possibile.

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L’archeologa e antropologa Katherine Routledge organizzò una spedizione scientifica nel 1914/15 per catalogare l’arte, i costumi e il sistema di scrittura dell’isola. La donna fu un grado di intervistare due anziani, un uomo di nome Kapiera e un lebbroso di nome Tomenika, quest’ultimo con una certa conoscenza della scrittura RongoRongo. Le interviste non furono scientificamente probanti, e i due uomini si contraddissero fra loro.

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La Routledge concluse che il RongoRongo era un sistema mnemonico idiosincratico e che non era una reale lingua o una forma di scrittura, ma che poteva esser capito soltanto da chi lo avesse scritto. Ogni significato dei glifi poteva esser riformulato dallo scriba, in modo che il RongoRongo potesse esser letto soltanto da coloro che erano stati istruiti rispetto ad uno specifico testo. I testi potrebbero quindi esser stati litanie per sacerdoti o istruzioni da tramandare, di padre in figlio, riguardo particolari tecniche di coltivazioni o informazioni di altro tipo.

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Matteo Rubboli

Sono un editore specializzato nella diffusione della cultura in formato digitale, fondatore di Vanilla Magazine. Non porto la cravatta o capi firmati, e tengo i capelli corti per non doverli pettinare. Non è colpa mia, mi hanno disegnato così...