Quasi perso tra le splendide colline dello stato di Rakhine, in Myanmar, c’è un sito archeologico di epoca medievale poco conosciuto, Mrauk U, che un tempo era la capitale del potente impero Arakanese, composto da quattro regni indipendenti, dove commercianti portoghesi, francesi, olandesi, si intrattenevano con sapienti studiosi del Bengala e principi Mughal in fuga.
Oggi, Mrauk U appare come un sonnolento villaggio, dove i pastori di capre portano al pascolo le greggi, i contadini lavorano i campi, e le donne vanno a prendere l’acqua nei pozzi sparsi tra centinaia di antichi templi e pagode buddiste, costruite durante l’età dell’oro del regno.
Sotto, fotografia di Stefan Munder condivisa con licenza Creative Commons 2.0 via Flickr:
Il regno di Mrauk U fu fondato nel 1430 dal re Min Saw Mon, e la città di Mrauk U fu la sua capitale per più di trecentocinquanta anni, fino al 1785, quando fu conquistata dalla dinastia birmana Konbaung. Al suo apice, il regno controllava metà del Bangladesh e la parte occidentale della Bassa Birmania.
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La sua fama arrivò lontano, fino in Europa, dove divenne nota come una città dallo splendore tipicamente orientale, grazie ai racconti del missionario Frate Sebastian Manrique, che descrisse vividamente l’incoronazione di Re Thiri Thudhamma, ma anche gli intrighi degli avventurieri portoghesi, che scatenarono l’immaginazione di autori successivi.
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Quando il regno era florido, i re e i ricchi abitanti della città costruirono molte pagode e templi buddisti, alcuni dei quali sono ancora in uso come luoghi di culto, e rappresentano la maggiore attrazione turistica di Mrauk U. Il sito, come numero di templi, è in Myanmar secondo solo a Bagan, ma con molti meno turisti.
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Mark U è un luogo difficile da raggiungere, non c’è nessun aeroporto nelle vicinanze, e l’unico modo per arrivarci è un viaggio in barca di circa 7/8 ore.
Sotto, fotografia di Stefan Munder condivisa con licenza Creative Commons via Flickr:
Ciò che differenzia l’antica capitale da altri siti archeologici è che qui la vita ha comunque continuato a scorrere per tutti questi secoli, trasformando la splendida città reale in un villaggio rurale quasi fiabesco, ricco di storia. Così lo descrive Robert Reid, scrittore di viaggi:
“Qui, le rovine sono semplicemente uno sfondo alla vita di ogni giorno. Gruppi di giovani donne riempiono anfore di latta nei pozzi accanto ai templi, e prendono scorciatoie attraverso pagode diroccate, verso case incastrate tra stupa vecchie di 500 anni.”
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