Il ritrovamento della Tomba di Tutankhamon, il Faraone Fanciullo, è certamente una delle più importanti scoperte archeologiche del XX secolo. L’aver trovato un sepolcro semi-inviolato dai ladri ha consentito agli studiosi di tutto il mondo di osservare come doveva apparire una tomba di un faraone egizio al momento della sua chiusura. La scoperta fu effettuata da Howard Carter durante l’ultimo dei 6 anni di scavi finanziati dal Lord Carnavon. Quando Carter si trovò di fronte alla tomba, illuminata all’interno da una piccola luce a lume di candela, pronunciò le famose parole di risposta a Lord Carnavon “Sì, cose meravigliose”.
Carter si rese subito conto dell’importanza della scoperta perché, dal 1907 al 1914, egli e il suo finanziatore avevano già svelato diverse tombe nella Valle dei Re, tutte però già spogliate dai ladri. Il 26 Novembre del 1922, quando Carter per primo guardò all’interno del sepolcro, vide davvero un tesoro, sepolto oltre 3.000 anni prima dagli antichi egizi e giunto sino a noi quasi intatto.
Sfortunatamente la tomba era infatti già stata violata, sicuramente in due diverse occasioni, senza però che le parti più preziose della sepoltura fossero toccate, compresa la maschera funebre del Faraone, simbolo stesso dell’egittologia moderna, e la cappella che conteneva i diversi livelli di sarcofagi.
Sotto, il video di presentazione della Mostra di New York:
L’opera di catalogazione del materiale rinvenuto all’interno della tomba di Tutankhamon fu enorme, e impiegò Carter e i suoi uomini per 8 lunghi anni. Rispetto ai colleghi dell’epoca, il lavoro dell’archeologo inglese si rivelò estremamente scrupoloso ed attento alla “conservazione”, un termine che allora era per lo più sconosciuto anche negli ambienti di studio maggiormente prestigiosi.
Durante quel periodo furono scattate numerose fotografie del ritrovamento, fotografie divenute importanti anche per ricostruire l’aspetto che doveva avere lo scavo quasi un secolo orsono.
“The Discovery of King Tut” è una mostra itinerante che ha ricostruito il ritrovamento di Carter e Carnavon in Egitto. La mostra è stata ospitata a New York sino a Maggio del 2016, e da quest’inverno sino al 2017 sarà visibile a Perth, in Australia.
Durante la ricostruzione di tutti i reperti trovati da Howard Carter, sono state “trattate” le fotografie di quell’epoca con un innovativo processo di colorazione chiamato Dynamichrome. Il procedimento è stato inventato/perfezionato dall’architetto Jordan Lloyd, e consente di ricostruire in modo fedele colori e sfumature delle fotografie d’epoca.
Sotto, il video del making of di una fotografia in bianco e nero trattata con la tecnica “Dynamichrome”: