Era il lavoro più ambito dalle giovani ragazze statunitensi di tutti gli anni ’50, e ragionevolmente lo fu anche negli anni a seguire. L’Hostess è una figura divenuta icona di bellezza, gentilezza e professionalità, capace di incarnare universalmente l’ideale di donna amata sia dagli uomini sia dalle donne di (quasi) tutto il mondo. Il lavoro di assistente di volo non era pagato straordinariamente bene, da 255 a 355 dollari al mese in base alla compagnia aerea di impiego, e lo stile di vita era irregolare e pieno di imprevisti, con bassissime possibilità di scatti di carriera. Nonostante alcuni lati negativi furono decine di migliaia le donne che, durante quel periodo, tentarono la carriera di assistente di volo, principalmente per la possibilità di viaggiare, vedere il mondo e conoscere persone a loro lontanissime per cultura e stili di vita, oltre che per il desiderio di conoscere uomini in grado di potersi permettere (erano gli anni ’50!) un biglietto aereo.
Diventare Hostess era talmente ambito che soltanto tre ragazze su cento venivano selezionate per diventare operative sui voli, e la selezione era tutt’altro che blanda. Per qualificarsi una donna doveva avere fra i 21 e i 26 anni, essere nubile, ragionevolmente bella e snella in particolar modo attorno ai fianchi, all’altezza degli occhi dei passeggeri. Oltre a questo (che oggi potremmo definire tranquillamente da denuncia all’ufficio del lavoro) l’aspirante assistente doveva essere capace di un grande equilibrio fisico, avere una bella voce, dimostrare un buon carattere e avere “tatto” con tutti. Specialmente con gli uomini. Erano gli anni ’50, e il sogno di volare non era a portata delle persone normali…