Siamo sinceri: anche se spendiamo ogni anno fior fior di quattrini per i nostri indumenti intimi, al momento di mostrarli proviamo sempre una forma di pudore misto a insicuro imbarazzo. Ma qual è la storia dietro al mondo delle mutande? Proviamo a rendere giustizia per una volta a questo indumento di cui tanto ci vergognamo, ma di cui oggi non possiamo farne a meno.
Storia delle mutande
Avete presente quello che si dice degli uomini scozzesi in kilt? Ebbene, lo stesso discorso, in molti casi, valeva anche nei tempi antichi a Roma e in Grecia. Entrambi andavano a letto rigorosamente nudi, ma mentre i Romani potevano usare una specie di perizoma chiamato subligatula (da subligare, ovvero legare sotto) che consisteva in un triangolo di stoffa legato in vita con il terzo lato che “passava sotto” e veniva legato dall’altra parte, i Greci (tanto gli uomini quanto le donne) non indossavano mai alcun indumento intimo. Nemmeno per fare sport o fare il bagno (come avveniva a Roma).
Sappiamo poco del periodo medievale, e quel poco che ci è arrivato è anche discordante. Da ricordare è il fatto che è in questo periodo che le mutande ottengono il loro nome, che viene dal latino e significa ciò che deve essere cambiato. Ma probabilmente viaggiando all’epoca potreste riferirvi ad esse anche con il nome briglie da culo. Fu Caterina de’Medici, moglie di Enrico II di Francia ad indossarle per la prima volta a cavallo (si era inventata un modo tutto suo di fare equitazione) per evitare di mostrare ciò che deve sempre restare nascosto. Purtroppo però dall’eccentricità della corte parigina si passò in breve tempo ai bordelli del regno e le mutande divennero un indumento licenzioso e peccaminoso.
Fu solo con l’avvento delle crinoline (siamo tra il XVIII e il XIX secolo) che questo indumento tornò prepotentemente di moda e da allora, se pur con forme e dimensioni diverse, la sua importanza nella moda è rimasta ben salda.
Slip, brasiliane e perizomi
Lasciando perdere slip da mangiare, mutande dalle forme, colori e materiali più strani, concentriamoci adesso sui veri protagonisti del mondo intimo femminile: gli slip, le brasiliane e i perizomi. I tre modelli si differenziano in base alla copertura del lato B e alla sgambatura, via via più sottile e più osé. Se le slip (dall’inglese to slip, infilarsi, far scivolare) compaiono come indumento sportivo in primis maschile verso l’inizio del XX secolo, fu solo dopo il secondo dopoguerra che la dimensione delle mutande iniziò a diminuire e a svilupparsi quella legata a brasiliane e perizomi.
Questi modelli, divenuti famosi come espediente delle donne carioca per mostrare con classe i loro posteriori, sono oggi tra i principali modelli venduti dalle industrie di intimo anche fuori dal Brasile.
Per rendersi conto del perché basta osservare la collezione di slip brasiliana Yamamay: i modelli proposti sono estremamente vari e adatti ai fisici più diversi. Tutti sono a vita bassa e presentano una importante sgambatura: in questa maniera le mutande favoriscono ogni genere di movimento e possono essere indossate senza timore con i più comuni outfit. Ma non è tutto: la peculiare caratteristica delle brasiliane (il sedere più scoperto) consente a chi lo indossa di essere sexi, ma con garbo: si mostra, ma non più del lecito.
Potevate pensare che il mondo delle mutande nascondesse così tanti segreti? Pensare che abbiamo fatto solo una panoramica generale!