Le Monocle: il più Famoso locale Gay della Parigi Anteguerra

Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, il quartiere parigino di Montmartre era il punto di riferimento di quella cultura bohémienne che tanto affascinò l’Europa e gli Stati Uniti. Qui si ritrovavano pittori come Toulouse-Lautrec, Van Gogh, Picasso, Modigliani, Utrillo, Salvador Dalì e molti altri.

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Coloro che, dopo il tramonto, girovagavano per Montmartre, quasi sicuramente erano alla ricerca di qualcosa di alternativo rispetto ai consueti luoghi d’intrattenimento della rive gauche di Parigi. Il quartiere, oltre a ospitare locali come il Moulin rouge e Le Chat Noir, contava anche numerosi luoghi d’incontro per gay e lesbiche.

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Le Monocle fu uno dei primi e più famosi locali notturni per lesbiche di Parigi. Il nome del locale proveniva da una moda adottata dalla comunità di donne gay dell’epoca, che prevedeva l’uso dello smoking, capelli corti pieni di brillantina, e un monocolo, usato in quegli anni proprio come una dichiarazione della propria omosessualità.

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A cena:

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Avventore al bar:

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Le Monocle funzionò benissimo fino al 1940, quando l’occupazione tedesca di Parigi, durante la Seconda Guerra Mondiale, costrinse alla chiusura tutti i locali di questo tipo, perché gli omosessuali furono tragicamente perseguitati dai nazisti, con un’eccezione: Violette Morris, un’atleta francese dichiaratamente bisessuale, specializzata in molti sport, che amava frequentare Le Monocle, e che divenne molto presto, già dal 1935, una spia al soldo dei tedeschi. Viveva tranquillamente in una casa galleggiante sulla Senna, per gentile concessione di Adolf Hitler, che l’aveva personalmente invitata alle olimpiadi di Berlino del 1936.

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Violette Morris

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La sua collaborazione fu preziosa per i tedeschi: diede loro informazioni sulla linea Maginot, disegni dettagliati dei punti strategici della città di Parigi, e sulla dislocazione delle forze armate, facilitando non poco l’invasione nazista di Parigi. Durante gli anni dell’occupazione guadagnò una triste reputazione per le torture che infliggeva personalmente ai prigionieri, tanto da essere soprannominata “la iena della Gestapo”. Nel 1944 fu uccisa, in una strada di campagna fuori Parigi, da un gruppo della Resistenza francese, che l’aveva condannata a morte in contumacia per il tradimento della sua patria. Il suo corpo non fu chiesto da nessuno e fu sepolta in una fossa comune.

Dopo la guerra Le Monocle riaprì a Montparnasse, ma non ebbe lo stesso successo degli anni pre-bellici. L’ingresso del Club, a forma di monocolo, è ancora lì, ma le porte giacciono ormai tristemente chiuse.

Le immagini sono di pubblico dominio

Annalisa Lo Monaco

Lettrice compulsiva e blogger “per caso”: ho iniziato a scrivere di fatti che da sempre mi appassionano quasi per scommessa, per trasmettere una sana curiosità verso tempi, luoghi, persone e vicende lontane (e non) che possono avere molto da insegnare.