Le Mille Vite della Casa di Psyco

La casa di Norman Bates, protagonista silenziosa ed inquietante di uno dei film più conosciuti di Alfred Hitchcock, Psyco, è uno degli edifici più rappresentativi della storia del cinema, ma anche della televisione.

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Per nulla calda e accogliente, sulla casa grava una cupa atmosfera vittoriana, anche se il film, e il libro da cui è tratto, racconta una storia ambientata alla fine degli anni ’50, ispirata, molto alla lontana, dalle vicende reali di un serial killer necrofilo, Ed Gein.

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La casa di Psyco è così inquietante nel contesto del capolavoro di Hitchcock, ma molto meno, o per nulla, nelle riprese di altri film e telefilm: forse non molti sanno che l’edificio compare in molte altre produzioni, non tutte così cupe come Psyco. In realtà, la dimora di Norman Bates non è mai stata una vera e propria casa, era semplicemente un set costruito negli Universal Studios di Hollywood, che consisteva di due sole facciate, la principale e quella di sinistra.

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Un altro lato fu aggiunto nel 1964, durante le riprese del film Invito a una sparatoria. Con una nuova mano di vernice e un portico più ampio, fu poi usata nel 1976, per le serie televisive Capitani e Re (trasmessa in Italia nel 1979), e Laredo.

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Durante le riprese di tutte queste produzioni, la casa di Psyco, o almeno quello che era stato costruito, occupava una collinetta sopra Laramie Street. Nel dicembre del 1980 l’edificio fu smantellato, e successivamente rimontato in un altro luogo, per girare Psyco II, nel 1982, mentre per i successivi sequel fu utilizzato un altro set.

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La casa di Psyco è stata realizzata come una sorta di grande costruzione Lego. Alcune parti sono state prese da strutture già esistenti, e messe insieme per creare il set ideale. Il tetto di Casa Bates era quello della Harvey/Allison House, utilizzata in innumerevoli serie televisive, dagli anni ’60 fino ad oggi.

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Un’ultima curiosità riguarda l’estetica della casa: fu probabilmente ispirata dal dipinto di Edward Hopper Casa lungo le rotaie, che pare impersonare non solo l’atmosfera cupa della dimora, ma anche lo stato d’animo di Norman Bates. Lo sceneggiatore Joseph Stefano disse: “Ho detto (ad Anthony Perkins) di aver sentito dentro di me che se Norman Bates fosse stato un quadro, sarebbe stato dipinto da Hopper.”

Annalisa Lo Monaco

Lettrice compulsiva e blogger “per caso”: ho iniziato a scrivere di fatti che da sempre mi appassionano quasi per scommessa, per trasmettere una sana curiosità verso tempi, luoghi, persone e vicende lontane (e non) che possono avere molto da insegnare.