Pensate di camminare per 200 metri in uno spazio stretto, quasi angusto, chiusi in un tunnel da film di spionaggio con una serie di una decina di porte ad apertura radiocomandata, in un’atmosfera umida, ad una “temperatura di 14°C e con un’umidità del 99%, per tutto l’anno”. E poi arrivate lì, al centro di quello che sembra un mondo incantato, abbacinati dalla magnificenza dei segreti della roccia e della terra, completamente spaesati di fronte alle proporzioni mastodontiche dell’Abisso Ancona.
Sotto, immagine dell’Abisso Ancona, nel punto più alto si raggiungono i 200 metri, anche se non si direbbe:
Le grotte di Frasassi sono prima di tutto questo:
Stupore di fronte alla fantasia e alla bellezza della Natura
La loro esplorazione parte da quella che è la grotta più grande dell’intricato complesso di anfratti naturali che compongono il chilometro di percorso che si scorre a piedi, in compagnia della guida che ha la funzione di rendere la visita un tour con base scientifica e non solo un’esperienza di tipo sensoriale.
Prosegue poi nella sala “200”, lunga duecento metri, poi nella sala “delle Candeline”, così chiamata a causa delle piccole stalagmiti che sorgono dal pavimento, poi la Sala Bianca, quella dell’Orsa, dei Pagliai e dell’Infinito, tutte caratterizzate da Stalattiti e Stalagmiti di diverse dimensioni e tipo, dalle intricate fantasie che si prestano perfettamente all’illusione della pareidolia.
La scoperta
Nonostante le “grotte di Frasassi” siano ormai un grande classico per le visite domenicali nel centro Italia, e considerate una tradizione anche per le gite della scuola dell’obbligo, la scoperta di questa meraviglia italiana è relativamente recente, e risale al 25 Settembre del 1971.
Quel giorno Rolando Silvestri, speleologo del Gruppo Speleologico Marchigiano CAI di Ancona, ritrovò uno dei piccoli fori che aveva scoperto nel giugno dello stesso anno sulla Valmontagnana. Aiutato dagli altri componenti del gruppo si addentrò all’interno dell’antro iniziale, lungo all’incirca 20 metri, e si affacciò su quella che fu battezzata provvisoriamente:
La Grotta Grande del Vento
Il futuro Abisso Ancona. Da lì il signor Silvestri e i compagni lasciarono cadere una pietra e calcolarono il tempo che impiegava per raggiungere il fondo:
6 secondi, 200 metri di salto nel vuoto
Sotto, la grotta delle candeline:
Avevano scoperto non solo una grotta, ma uno dei più grandi complessi di grotte carsiche in Europa, fra le maggiori al mondo.
Nel giro di poco tempo la notizia fece il giro del mondo, e gli speleologi si inoltrarono attraverso le decine di chilometri dei cunicoli e anfratti che costituiscono il complesso naturale.
Sotto, uno dei pozzi ripieni d’acqua:
Nel 1974, soltanto tre anni dopo la loro prima scoperta, fu realizzata la musealizzazione delle grotte, uno sforzo grandemente ripagato dal flusso di visitatori che, nel corso degli ultimi 45 anni, hanno visitato il sito. Da allora sono stati circa 12 milioni i visitatori che hanno scoperto le stalagmiti, le stalattiti, le grotte e i pozzi di acqua che costituiscono le Grotte, un successo di pubblico che ha costituito una considerevole risorsa turistica per il territorio dell’entroterra marchigiano.
Da sapere prima della visita
Le grotte hanno orari di entrata fissi, è bene controllare sul sito qual è il migliore in base al proprio orario di arrivo. L’automobile si deve lasciare al parcheggio della biglietteria, dal quale parte un autobus che conduce all’ingresso delle grotte. Nei pressi delle grotte di Frasassi, a circa 500 metri di strada, si trova anche il Tempio del Valadier, un edificio scavato all’interno di una grotta naturale di grandissima bellezza.
Sotto, il Tempio del Valadier, fotografia di Alicudi condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia:
Sotto, la grotta detta “dell’Orsa” per la particolare forma della concrezione al suo interno:
Sotto, la mappa dell’itinerario turistico delle grotte. Nella mappa è mostrato anche il tunnel di uscita, che non è mai stato completato. L’uscita delle grotte avviene mediante lo stesso percorso di entrata:
Un anfratto illuminato di azzurro:
Una concrezione dalla forma “mostruosa”:
Una concrezione a forma di corno di Rinoceronte:
Tutte le fotografie sono dell’autore dell’articolo, Matteo Rubboli.