Le Foto di cui si Vergognava Hitler

“Deutschland Erwache” (Germania svegliati) è una incitazione che veniva usata spesso nella Germania nazista, sia in canzoni che libri di propaganda. Uno di questi libri, scritto nel 1930, conteneva molte foto di Hitler, alcune delle quali, col tempo, divennero sgradite al Führer. Nel 1945, un soldato inglese rinvenne il libro, tra le macerie di una casa danneggiata dai bombardamenti. Conservato per tutti questi anni dalla famiglia del militare britannico, il libro ha fornito il materiale, e l’ispirazione, a Trevor Salisbury, per il suo “The Rise of Hitler”, storia fotografica dell’ascesa del dittatore.

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Hitler vietò la pubblicazione di alcune sue fotografie, perché le considerava poco dignitose, se non imbarazzanti.

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Con il berretto allacciato:

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Foto di gioventù:

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Vogliamo ricordare anche un altro libro, dallo stesso titolo, scritto da Ernst Ottwalt (1901 – 1943), scrittore e drammaturgo tedesco, il cui nome è oggi quasi sconosciuto e dimenticato. Alla fine della prima guerra mondiale aderì al partito nazionalista Freikorps, da cui poi si dissociò totalmente, unendosi al Partito comunista (Kommunistische Partei Deutschlands). Nel 1932 scrisse un opuscolo intitolato appunto “Deutschland Erwache”: una precoce quanto chiaroveggente analisi dei rischi a cui andava incontro la Germania con il trionfo del nazionalsocialismo.

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Quando, nel maggio del 1933, gli studenti nazisti misero al rogo tutti i libri sgraditi al regime, furono bruciati anche quelli di Ottwalt, inseriti nella lista nera del dirigente nazista Wolfgang Herrmann, che lo definì uno dei “parassiti reali” (insieme a molti altri scrittori), eliminando di fatto i suoi libri dal commercio e dalle biblioteche.

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Nel 1933 Ottwalt andò in esilio, prima in Danimarca, poi in Cecoslovacchia, e infine in Unione Sovietica, dove fu poi accusato di spionaggio dalla polizia segreta sovietica, condannato ai lavori forzati, e deportato in un gulag vicino ad Archangelsk, dove morì nel 1943.

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In cravatta e calzettoni bianchi:

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Il libro di propaganda nazista sosteneva che gli occhi dei bambini “si accendono quando il Führer è vicino”.

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