Alina Fedorenko, classe 1985, ucraina di nascita ma tedesca d’azione, dopo aver studiato a Londra Fashion Design torna in Germania e riparte da zero. Si reinventa fotografa, dopo un viaggio in India, durante il quale scopre la sua passione per un mezzo di comunicazione immediato e incisivo.
L’opera di Alina è inscindibile dai suoi viaggi in molti paesi diversi, ognuno dei quali ha contribuito alla sua formazione artistica e personale, trasformando la sua visione del mondo.
I soggetti preferiti di Alina sono quelle persone che normalmente restano invisibili, perché povere o emarginate. Il focus del lavoro di Fedorenko si concentra sulla vita quotidiana di questi uomini, donne e bambini, visti con un’ottica soggettiva particolare, quella di una madre single che viaggia e lavora con il proprio bambino, di appena due anni e mezzo. Secondo la fotografa, è il figlio che le dà “una nuova prospettiva delle persone che incontriamo e un modo diverso di interagire con esse”.
“Symbiosis Of Living And Working” è l’ultimo dei suoi lavori, un’esplorazione tra gli stretti e antichi vicoli di Pechino, chiamati Hutong, formati dal susseguirsi delle tradizionali case a corte della città imperiale.
Fino all’inizio del 20° secolo, lo sviluppo dell’area urbana attorno alla Città Proibita seguiva un criterio ordinato e rigoroso, con quartieri più semplici e spogli quanto più distanti dal Palazzo Reale, con hutong via via più stretti.
Quando la storia della Cina cambiò drasticamente, con il crollo della dinastia Qing, nel 1912, il disordine generale contagiò anche il tradizionale sviluppo degli hutong, termine con il quale si identificano anche i quartieri, che si svilupparono in modo casuale, portando ad un peggioramento delle condizioni di vita degli abitanti.
Nel 1949, con la nascita della Repubblica Popolare Cinese, le larghe strade della Pechino moderna presero il posto dei tradizionali Hutong, anche se qualcuno è sopravvissuto fino ad oggi.
Lo spazio occupato dai vecchi quartieri sarà sicuramente destinato ad un altro tipo di urbanizzazione, adatta ad ospitare la popolazione in costante crescita.
Tuttavia, coloro che ancora abitano negli Hutong, riescono a condurre una vita molto simile a quella dei loro antenati: i vicini si conoscono tutti, e si riuniscono nei soffocanti vicoli, trasmettendosi antiche tradizioni.
Gli abitanti rimasti, che devono fare i conti con spazi estremamente esigui, sono costretti a vivere e lavorare nello stesso ambiente.
Probabilmente non sarà così ancora per molto tempo: prima o poi gli antichi quartieri saranno in gran parte demoliti, tranne alcuni di interesse storico che sono già stati dichiarati “protetti”.
Le fotografie di Alina rappresentano quindi una preziosa testimonianza di un mondo destinato a scomparire, insieme al fascino millenario di tradizioni ormai perdute.
Per maggiori informazioni questo il sito ufficiale della serie fotografica, che ha vinto numerosi premi internazionali.