Le bottigliette d’acqua in plastica? Sono OUT: è l’ora delle borracce personalizzate

E’ borraccia mania: università, aziende e modelle optano per le borracce personalizzate e lanciano un importante messaggio ambientale

È ufficiale: martedì 21 maggio il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato la legge che era stata proposta dal Parlamento europeo, con la quale si mette al bando la vendita – e dunque la produzione – di oggetti di plastica usa e getta. Sotto la cesoia del legislatore, sempre più attento alle questioni ambientali, sono dunque finiti i piatti di plastica, le posate e le cannucce, e dunque gran parte degli oggetti in plastica monouso, ai quali si accompagnano anche i bastoncini cotonati in plastica e le aste per i palloncini. Il divieto entrerà in vigore a partire dal 2021; gli Stati Membri si sono impegnati anche a portare come minimo al 90% la raccolta delle bottiglie di plastica entro il 2019. La plastica, insomma, sta pian piano per essere messa al bando. Molti enti, del resto, hanno anticipato il legislatore, abolendo l’uso di bottigliette di plastica per aprire la strada alle borracce personalizzate, riutilizzabili migliaia di volte.

Questa risoluzione da parte del Consiglio era attesa da tempo dalle associazioni ambientaliste, ma non solo: va infatti sottolineato che gli stati dell’Unione Europea producono circa 26 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica ogni anno. Di questi, una parte compresa tra le 150 mila e le 500 mila tonnellate finiscono in mare, un po’ come se 66 mila camion della nettezza urbana decidessero di svuotare il loro contenuto direttamente tra le onde.

Per questo motivo non si può che accogliere con favore la decisione del Consiglio, nonché le singole iniziative intraprese da tanti enti sul nostro territorio: si pensi, per esempio, a tutte le università che hanno abolito le bottigliette di plastica per promuovere l’uso di una borraccia in alluminio riutilizzabile, estremamente più sostenibile.

Le università italiane che hanno optato per le borracce personalizzate

In Italia il consumo annuo pro capite di acqua in bottiglie è pari a 206 litri, piazzando di gran lunga il nostro Paese in testa alla classifica degli Stati europei più inquinanti da questo punto di vista. A livello mondiale, invece, siamo terzi, dietro unicamente a Messico e a Thailandia. Questi due Paesi, come minimo, hanno una scusante, con buona parte della popolazione che non ha accesso all’acqua potabile, e che dunque non può per ora pensare all’utilizzo di borracce. Non è così in Italia, dove l’accesso all’acqua potabile è scontato: l’enorme consumo di acqua in bottiglia, di fatto, non trova delle motivazioni concrete.

A dimostrarlo ci sono parecchie università italiane che, negli ultimi anni, hanno deciso di dire di no alla bottiglietta di plastica usa e getta. La prima a fare un passo avanti è stata l’Università Bicocca di Milano, che nel 2016 ha deciso di installare bene 14 erogatori d’acqua per studenti e lavoratori. E di certo alla Bicocca non ci si può lamentare: ogni erogatore mette a disposizione acqua liscia e frizzante, le quali vengono servite del tutto gratuitamente. Il lancio degli erogatori è stato accompagnato dalla distribuzione di ben 12.000 mila borracce personalizzate con il logo dell’Università, così da non lasciare più nessuna scusa agli studenti.

Foto, fonte: https://www.collis.it/it/gadget-per-il-tempo-libero/borracce-personalizzate-in-alluminio/

I vantaggi di una simile iniziativa sono enormi. Prima di tutto, chi ha accesso a un erogatore gratuito di acqua di qualità, se fornito di borraccia, non spende un centesimo per l’acqua. In secondo luogo, il fatto di avere sempre una borraccia con sé ci ricorda il fatto di bere tanto – i canonici due litri al giorno – il che è molto importante per la salute. Come sottolineato dalla stessa Bicocca, i benefici per l’ambiente sono grandissimi: erogando in media 80 litri di acqua ogni giorno, ogni singolo erogatore permette di risparmiare quintali di bottigliette di plastica ogni anno, tagliando dunque una mole significativa di emissioni nocive. Si parla poi di borracce riutilizzabili, le quali dunque garantiscono un ritorno d’immagine sicuro per l’Università Bicocca, con gli studenti e i collaboratori a portare in giro il logo dell’ateneo.

L’esempio della Bicocca è stato presto imitato da un numero importante di università italiane: a seguire il suo esempio sono stati l’Università di Bologna, il Politecnico di Torino, il Politecnico di Milano, l’Università di Catania e tanti altri centri di studio, i quali hanno deciso di installare degli erogatori gratuiti e di accompagnare il tutto con la distribuzione gratuita di borracce personalizzate, unendo i benefici per l’ambiente a quelli per il marketing.

Il messaggio ambientalista rilanciato dalle più diverse aziende

Il potenziale della borraccia personalizzata lanciata dalle università italiane non è certo sfuggito all’occhio attento degli addetti marketing di molte aziende: distribuendo la bottiglia personalizzata è infatti possibile lanciare un messaggio vantaggioso per l’ambiente e per il proprio brand.

Non si tratta certo di una forzatura: stando ai dati elaborati dall’Unione Europea, il 91% degli italiani è convinto che la produzione e il trasporto dell’acqua in bottiglia abbia un impatto negativo significativo a livello ambientale. Le aziende che decidono di investire nella personalizzazione e nella distribuzione di borracce personalizzate, dunque, mettono nelle mani dei propri clienti una soluzione a un problema sentito come importante.

Ecco quindi che, seguendo l’esempio pionieristico delle università italiane, molte aziende hanno iniziato a distribuire borracce: si parla di bar, di ristoranti, di centri balneari e di piccole e medie aziende che, anziché scegliere i classici gadget aziendali, decidono di strizzare l’occhio all’ambiente scegliendo le borracce riutilizzabili.

Una borraccia personalizzata, del resto, non deve essere distribuita per forza gratuitamente: si pensi per esempio al bar bolognese Tito, che ha scelto di installare un depuratore d’acqua per ricaricare gratuitamente le borracce dei clienti, vendendo egli stesso una borraccia termica e trendy con il proprio logo, a 10 euro l’una.

Insomma, si può ormai dire che è a tutti gli effetti borraccia mania: le stesse star di Hollywood, negli ultimi mesi, non hanno mancato di farsi vedere con una borraccia sottobraccio o in bici, a partire dalle super modelle Alessandria Ambrosio per arrivare fino a Hilary Duff. La mossa, in questo caso, è stata suggerita dagli stilisti, i quali in molti casi hanno deciso di far sfilare le proprie modelle proprio con una borraccia al fianco: Tiziano Guardini e Moschino insegnano.


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