Che si tratti di case, castelli, parchi divertimento o metropolitane, i luoghi abbandonati esercitano un fascino, a volte romantico, a volte sinistro, su tutti coloro che vi si trovano immersi dentro. Quel che rende così interessanti i luoghi abbandonati è probabilmente lo stimolo che provocano a lasciar viaggiare la fantasia: il decadimento induce ad immaginare come dovessero essere sia gli edifici quando erano vivi e attivi, a fantasticare sulle persone che, un tempo, in quei luoghi hanno vissuto, lavorato, sofferto, amato… Intere città abbandonate, talvolta molto belle, altre volte inquietanti, evocano immagini di storie, anche non troppo lontane, ma perse per sempre.
Sanzhi Pod City – Taiwan
Vicino a New Taipei, a Taiwan, c’era una cittadina residenziale, costruita con uno stile che si potrebbe definire “UFO”, destinata a diventare una meta turistica per il personale militare degli Stati Uniti di stanza in Asia Orientale. Durante la sua costruzione, iniziata nel 1978, si verificarono diversi incidenti mortali, ma anche suicidi, tanto che il progetto rimase incompiuto, e Sanzhi Pod City non fu mai finita, abbandonata nel 1980, prima di essere mai stata abitata.
Sotto, fotografia di Carrie Kellenberger condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Wikipedia:
Circola la voce che la sfortuna si sia accanita contro la (futura) cittadina dopo la rottura accidentale della statua di un Drago Cinese, situata nell’ingresso di Sanzhi Pod City, durante i lavori di ampliamento di una strada.
Per altri, è la località in sé ad aver provocato tanti incidenti: pare che i colorati baccelli siano stati costruiti su un vecchio cimitero. Tuttavia, la futuristica zona residenziale divenne nel tempo un’attrazione turistica, descritta come un “paese fantasma”, ma anche “rovine del futuro”. Tra il 2008 e il 2010 tutti gli edifici di Sanzhi Pod City sono stati demoliti, per far posto ad una località balneare.
Bodie – California
Bodie è la classica città fantasma del selvaggio West americano. Come tante altre città la cui esistenza è legata all’attività produttiva prevalente, Bodie si svuotò quando finì la corsa all’oro, che tante persone aveva richiamato in California.
Fotografia di pubblico dominio via Wikipedia:
L’appellativo di “città fantasma” fu dato a Bodie già nel 1915, quando fu abbandonata dai cercatori d’oro; dal 1962 è diventata un Parco Nazionale Storico, visitato da oltre 200.000 turisti ogni anno, ed è ufficialmente la “città fantasma della corsa all’oro” dello Stato della California.
Kowloon Walled City
Immagine di Ian Lambot via Wikipedia – licenza CC BY-SA 4.0
Kowloon Walled City era una città dentro la città, a Hong Kong, un insediamento non governabile, dove vivevano circa 33.000 persone (ma arrivarono a 50.000), in un’area di appena 2,6 ettari.
Immagine di Ian Lambot via Wikipedia – licenza CC BY 4.0
L’antica Città Murata risaliva all’incirca all’anno 1000, quando era un avamposto per il commercio del sale. Nel corso degli anni, quando Hong Kong fu ceduta in affitto al governo britannico, rimase comunque una sorta di enclave cinese, che vide aumentare enormemente il numero di abitanti durante la seconda mondiale.
Fonte immagine: Jidanni via Wikipedia – licenza CC BY- 3.0
L’assenza di controllo da parte delle autorità britanniche permise al crimine organizzato di impadronirsi di Kowloon, conosciuta anche come Città delle Tenebre. Governata dalle Triadi, al suo interno si potevano trovare agevolmente case d’appuntamento, fumerie d’oppio, locali per il gioco d’azzardo.
Tra il 1987 e il 1992 le autorità britanniche, in accordo con quelle cinesi, evacuarono sistematicamente il quartiere, per le terribili condizioni sanitarie in cui vivevano i suoi abitanti, trasformando l’area in un guscio vuoto, quasi uno scenario post-apocalittico.
Immagine di Ian Lambot via Wikipedia – licenza CC BY 4.0
La demolizione dell’intera Città Murata richiese un anno di lavori, terminati nel 1994. Al suo posto oggi sorge il Kowloon Walled City Park, un parco che conserva alcune vestigia della vecchia città.
Pripyat – Ucraina
Fonte immagine: hdwallbox
Testimonianza spettrale del potere distruttivo dell’energia nucleare, Pripyat era una città in forte espansione, prima del disastroso incidente alla centrale nucleare di Chernobyl.
La catastrofe ambientale provocò la rapida ed improvvisa evacuazione della città e delle aree circostanti: tutto era contaminato, da abbandonare.
Nel corso degli ultimi anni, la città è stata presa di mira dai vandali, che hanno accelerato la rovina già iniziata dal tempo e dagli elementi atmosferici.
Hashima – Giappone
Immagine di Hisagi via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0
Hashima (nota anche come Isola Corazzata, per la sua forma vista dall’alto) è oggi una delle 505 isole disabitate nella Prefettura di Nagasaki. Dal 1887 al 1974, l’isola è stata abitata, perché era un importante centro di estrazione del carbone.
Ma da quando il Giappone ha deciso di utilizzare combustibili più puliti ed efficienti, il proprietario dell’isola, Mitsubishi, ha cessato le operazioni minerarie. Dal 1974 l’isola e le sue abitazioni sono rimaste deserte, e tutto è stato lasciato così com’era, trasformando Hashima in un perfetto esempio di archeologia industriale.
Immagine via Wikipedia – licenza CC BY 2.0
Dal 2009 è consentito visitare una parte dell’isola, per effettuare brevi tour turistici, che mostrano un luogo desolato e quasi completamente in rovina, con edifici parzialmente o totalmente crollati, e strade invase dalle macerie. Dal 2015 l’UNESCO ha inserito Hashima tra i siti storici industriali patrimonio dell’umanità.
Varosha – Cipro
Immagine di TomasNY via Wikipedia – licenza CC BY 2.5
Varosha, fino alla metà degli anni ’70 era una conosciuta destinazione turistica, che nei suoi lussuosi hotel ospitava anche famose star di Hollywood, come Richard Burton, Elizabeth Taylor, e Raquel Welch.
Quando la Turchia invase Cipro, nell’agosto del 1974, gli abitanti e i turisti di Varosha fuggirono, lasciando la località in mano all’esercito turco, che recintò la città con filo spinato.
Immagine di Wikimach via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0
I residenti speravano di tornare alle loro case, al termine delle ostilità, ma il governo turco non ha mai permesso l’ingresso a nessuno, e l’area è rimasta abbandonata da allora. Gli edifici ormai in rovina si affacciano su una spiaggia oggi frequentata solo dalle tartarughe marine, che arrivano a Varosha per riprodursi, senza essere disturbate dalla presenza dell’uomo.