Le 4 Foreste al Mondo che Nascondono i Segreti più Inquietanti

Le foreste e i boschi sono luoghi cui l’uomo sin da epoche ancestrali avvicina con diffidenza. Le aree boschive erano un tempo piene di pericoli come bestie feroci o zone di difficile transito, ma oggi sono probabilmente meno sconsigliate a causa della (drammatica) diminuzione degli animali pericolosi e della maggior consapevolezza della propria posizione grazie a strumenti come bussole o smartphone. Alcune foreste, però, rimangono off limits anche per l’uomo moderno. Stregate da antiche leggende o luogo di riti e attività poco chiari, sono circondate da un’aura di mistero, evitate dagli abitanti e affrontate solo per il transito…

Hoia Baciu

La spettrale foresta Romena è probabilmente il luogo considerato come il più infestato d’Europa (del mondo?), ed è sinonimo di mistero e fenomeni paranormali. Situata nella parte Nord del paese, nella regione della Transilvania, è considerata dagli abitanti una “finestra Dimensionale”, a causa delle misteriose sparizioni che vi si sono verificate nel corso del tempo. Il luogo fu studiato anche dal biologo Alexander Sift, durante gli anni ’60, a seguito di un misterioso incidente verificatosi nella foresta che lo lasciò preda di febbre e ustioni per 2 settimane.

Lo scienziato scattò oltre 60.000 fotografie del posto, alcune misteriose e con apparizioni paranormali, che hanno contribuito a dare ad Hoia Baciu la sua inquietante nomea. Gli studi di Sift non si limitarono alle fotografie: trovò anche un luogo, interno alla foresta, dove le radiazioni erano sproporzionate e ingiustificate. Oggi Hoia Baciu è considerato un luogo off-limits, e soltanto le spedizioni di ricerca vi si avventurano all’interno.

La Foresta Polacca Krzywy Las

Situata nella parte più occidentale della Polonia, la foresta di Krzywy Las è circondata da un alone di mistero a causa dell’inspiegabile forma arcuata assunta da 400 pini piantati durante gli anni ’30 del secolo scorso. Anche se le cause sembra siano più umane che paranormali, non furono registrate le modalità con cui i pini assunsero la caratteristica forma piegata verso il basso. L’ipotesi più plausibile è che i pini vennero piegati per ottenere del legno già curvo, ma poi non vennero tagliati forse a causa della Seconda Guerra Mondiale. Le ipotesi paranormali non mancano di certo, e ad oggi le cause della piegatura rimangono completamente sconosciute.

La Foresta della Bambole

Appese agli alberi di quella che oggi viene chiamata l'”Isola delle Bambole”, vi sono centinaia e centinaia di pupazzi, alcuni integri altri mancanti di pezzi. Il motivo per il quale si trovano appese è decisamente inquietante. Don Julian Santana Barrera era l’unico inquilino dell’isola, che occupava per produrre combustibile. Un giorno assistette alla morte di una ragazza per annegamento, e da quell’episodio rimase ossessionato dallo spirito della defunta. Non riuscì a trovare pace se non appendendo bambole agli alberi della piccola foresta dell’isola, che riempì in modo ordinato. La sua raccolta durò per anni sino al giorno della morte, che avvenne in circostanze non chiare. L’uomo morì infatti nell’esatto punto dove era morta la ragazza.

Aokigahara la Foresta dei Suicidi

Aokigahara è senza dubbio il luogo più spaventoso di tutto il Giappone. Il suo nome giapponese “Jukai” significa “mare di alberi”, e la sua estensione di 35 chilometri alle pendici del monte Fuji ne fanno una macchia verde di importanza rilevante per l’ecosistema circostante. Sin dai tempi antichi fu nota per la densità delle forme di vita che la popolavano, arbusti e alberi, che la resero un luogo silenzioso e avvolto da un’aura di mistero. Se in tempi antichi non era un luogo misterioso, a seguito del romanzo del 1960 “Nami no tō”, che narra le gesta e il suicidio di due giovani amanti, i casi di persone che trovano la morte fra gli alberi del bosco sono aumentati enormemente. Nel 1950 furono 30 le persone trovate morte ad Aokigahara, per arrivare alle 108 del 2004.

Matteo Rubboli

Sono un editore specializzato nella diffusione della cultura in formato digitale, fondatore di Vanilla Magazine. Non porto la cravatta o capi firmati, e tengo i capelli corti per non doverli pettinare. Non è colpa mia, mi hanno disegnato così...