Qualcuno ha paragonato la prima circumnavigazione del globo alle prime avventure nello spazio: perché Magellano e i suoi marinai affrontarono l’ignoto, e mari mai solcati prima da altri europei, con territori dove vivevano popoli sconosciuti e forse ostili.
La spedizione di Magellano
Fonte immagine: Sémhur via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0
Anche se la storia dell’esplorazione spaziale ha avuto i suoi martiri (18 astronauti in tutto, sia uomini sia donne, fra sovietici e statunitensi), la spedizione di Magellano si concluse in maniera molto più disastrosa, almeno per il costo in termini di vite umane.
Ferdinando Magellano (1480-1521) non era molto simpatico al suo sovrano, Manuel del Portogallo, che lo aveva addirittura cacciato, con disonore, dal suo servizio.
Ferdinando Magellano
L’intraprendente Ferdinando però, dopo aver avuto tra le mani una carta geografica che indicava la possibile (e non provata) presenza di un passaggio a sud-ovest tra gli oceani Atlantico e Pacifico, decise di intraprendere una spedizione per trovare proprio quel passaggio che avrebbe consentito di raggiungere l’oriente senza circumnavigare l’Africa. Come il suo predecessore Giovanni, che si era rifiutato di finanziare Cristoforo Colombo, il Re Manuel respinse la proposta di Magellano. Anche lui, come il navigatore genovese, andò a bussare alle porte degli spagnoli: il giovanissimo Carlo I d’Asburgo vide la possibilità di arrivare alle Isole delle Spezie (nell’arcipelago delle Molucche) senza dover passare davanti ai porti africani, controllati dal Portogallo. Ma non solo: forse il navigatore avrebbe potuto dimostrare che le Molucche erano a ovest della linea di demarcazione che divideva le zone d’influenza dei due paesi iberici. Naturalmente, la possibilità di annettere nuovi territori al vasto impero spagnolo, era comunque un’ulteriore motivazione, e non certo di poca importanza.
Il re Manuel, quando seppe della spedizione, tentò di richiamare in patria il navigatore. Troppo tardi, perché Magellano aveva ormai le sue cinque navi, e 237 uomini sotto il suo comando. In una notte di stelle cadenti (chissà che auspicio ne trassero i superstiziosi marinai), il 10 agosto 1519, l’avventura cominciò scendendo il fiume Guadalquivir, fino al mare. La flotta salpò il 20 settembre, e dopo poco più di un anno e moltissime difficoltà, le tre navi rimaste (una era naufragata e un’altra si era ammutinata, tornando verso la Spagna) attraversarono il passaggio che oggi si chiama Stretto di Magellano. Era il 28 novembre del 1520: gli europei avevano finalmente raggiunto l’Oceano Pacifico, chiamato così proprio da Magellano, che lo trovò insolitamente calmo rispetto all’Atlantico.
Dopo, il disastro
In quasi quattro mesi i marinai non trovarono terre dove rifornirsi di cibo, a bordo erano rimaste solo gallette piene di vermi, da dividere con i topi, mentre lo scorbuto aveva contagiato praticamente tutti. Il 16 marzo 1521, quando le navi arrivarono nelle Filippine, l’equipaggio di Magellano era ridotto a circa 150 uomini (60 erano rientrati in Spagna). Fin qui la storia dell’uomo che sarà ricordato per sempre come il primo esploratore che intraprese la circumnavigazione del globo.
Nella storia delle Filippine (che ancora non si chiamavano così) Magellano rappresenta il primo uomo bianco che sbarcò nell’arcipelago, e che pagò con la vita il suo tentativo di conquista. Lapu-Lapu è invece il capo tribù che si oppose agli spagnoli, il primo eroe di una nazione che non esisteva ancora.
Monumento a Lapu-Lapu – Isola di Mactan
Immagine via Wikipedia
Magellano conquistò la fiducia del Raja dell’isola di Cebu, Humabon, tanto da riuscire a convertirlo al cristianesimo, abbracciato anche dalla moglie e da molti dei suoi sudditi. Il sovrano accettò di sottomettersi alla corona spagnola, approfittando da subito di uno dei vantaggi che poteva ottenere: l’ammiraglio portoghese si offrì di sedare la rivolta scoppiata sull’isola di Mactan, guidata dal Raja Lapu-Lapu, che non vedeva di buon occhio gli europei, e si era quindi ribellato all’ordine di fornire cibo agli ospiti di Humabon. E non aveva neanche tutti i torti, visto che qualche marinaio spagnolo era andato a “visitare” Mactan, lasciandosi dietro capanne incendiate e donne violentate.
Dal basso: le isole di Cebu, Mactan e Bohol – dal diario di Antonio Pigafetta
Magellano pensò di dimostrare a Humabon e agli altri Raja la superiorità dei soldati spagnoli, e organizzò un’incursione con una cinquantina di uomini appena. Peccato che ad aspettarli ci fossero all’incirca 1500 guerrieri, armati di lance e frecce. Gli schioppetti e le balestre degli spagnoli, troppo lenti da ricaricare, non riuscivano a contrastare la pioggia di frecce dei nativi
Lapu-Lapu, Re sconosciuto alla storia, sconfisse con armi rudimentali i temibili soldati spagnoli
Ferdinando Magellano morì a Mactan, ucciso in una battaglia di poco conto su una sperduta isola del sud-est asiatico. Proprio lui che era sopravvissuto a rotte tempestose, ammutinamenti, malattie e fame. I suoi marinai non riuscirono nemmeno a farsi riconsegnare il corpo, che fu tenuto come trofeo da Lapu-Lapu (le sue spoglie non sono mai state trovate).
Per dovere di cronaca, il Raja di Cebu, dopo la sconfitta degli spagnoli, rinnegò il cristianesimo, e riprese rapporti amichevoli con Lapu-Lapu…
Monumento in onore di Magellano a Mactan
Fonte immagine: Paolobon 140 via Wikipedia – licenza CC BY-SA 4.0
Il 6 settembre 1522 ritornò al porto di partenza l’unica nave delle cinque che aveva completato la circumnavigazione, dopo due anni, 11 mesi e 17 giorni di viaggio. A bordo erano rimasti 18 uomini, tutti in pessime condizioni. Un’altra nave, catturata dai portoghesi, tornò in Spagna nel 1525, con 5 marinai superstiti.