La VERA storia di Chris Gardner: un Senzatetto diventato Milionario

La ricerca della felicità, film del 2006 diretto da Gabriele Muccino e interpretato da Will Smith, racconta la storia di Christopher Gardner, del suo difficile percorso di vita e del successivo riscatto. Più che vita vera, sembra piuttosto una narrazione tipicamente hollywoodiana, dal finale scontato: la realizzazione dell’inossidabile “sogno americano”, ovvero la ricerca del successo economico che coincide con il diritto inalienabile di ogni uomo (secondo la Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti) al “perseguimento della felicità”.

La locandina del film “La ricerca della Felicità”

Immagine via Wikipedia – Giusto Uso

Eppure il film racconta, seppure con qualche licenza (come l’età del figlio del protagonista), la vita di un uomo che realmente, partendo da una situazione di estrema difficoltà, riesce a realizzare il suo sogno di diventare milionario. Riassunta in questo modo è una storia con poco appeal, ma è il percorso affrontato da Gardner a renderla interessante perché, tra l’altro, c’è di mezzo un bambino da accudire senza l’aiuto di nessuno, per di più senza avere un tetto sulla testa. E anche così, la vicenda umana di Gardner sarebbe solo materia da film strappalacrime, se non ci fosse dietro la Speranza, quella che il milionario di successo vuole infondere – non solo a parole, ma finanziando attività di assistenza, formazione e istruzione, rivolte principalmente ai senzatetto – a chi si trova a vivere, come era capitato a lui, in situazioni di estremo disagio.

Christopher Gardner nel 2011

Immagine di Angelo Giorgio via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0

Chris Gardner, nato nel 1954, non si può certo definire un bambino fortunato: nasce quando la relazione tra sua madre e il padre biologico è già finita, e si trova a vivere con un patrigno violento che abusa delle sorellastre e della madre stessa, che pur tra mille difficoltà insegna al figlio l’unica cosa sulla quale baserà la sua vita:

Puoi contare solo su te stesso, la cavalleria non sta arrivando

E Chris deve imparare presto a contare solo su se stesso, quando sua madre finisce in prigione – lui ha otto anni – per aver tentato di ammazzare il marito violento. Il bambino e le sorellastre sono sballottate tra il patrigno e famiglie affidatarie, ma scoprono solo dopo un anno che la madre è sparita perché è in carcere. La donna arriva, ammanettata e scortata da una guardia, al funerale del fratello Henry, l’unica figura maschile positiva che per un tempo brevissimo ha fatto parte della vita di Chris.

Seguendo proprio le orme dello zio Henry, a 18 anni Chris si arruola in Marina, diventa tecnico di laboratorio in campo medico, e prosegue su quella strada anche dopo il congedo. Sembra quindi che il suo futuro, anche grazie alla benevolenza di un medico che lo prende sotto la sua ala, a San Francisco, sia quello di diventare dottore.

Nel frattempo si sposa, ma dopo un paio d’anni il matrimonio va in crisi, anche perché Chris decide di abbandonare quel sogno di diventare medico e progetta di trovare un lavoro che gli consenta di guadagnare di più. Intanto intreccia una relazione con una studentessa di odontoiatria che presto rimane incinta, cosa che mette la parola fine al suo matrimonio e lo spinge su una nuova strada: si mette a vendere apparecchiature mediche, un’attività assai più remunerativa della precedente.

Poi una sera, nel parcheggio del San Francisco General Hospital, il destino di Chris si mostra sotto forma di una fiammeggiante Ferrari 308. Quell’auto di lusso è quasi una visione, e il suo proprietario, vestito con abiti di alta sartoria, gli svela il suo segreto: per guadagnare 80.000 dollari l’anno (è il 1981) basta fare il broker, ovvero occuparsi degli investimenti finanziari di personaggi facoltosi. Chris decide così su due piedi che lui, nella vita, vuole fare proprio quello: “Per ragioni che non posso spiegare, sapevo con ogni fibra del mio essere che era così”.

Una Ferrari 308, l’auto sognata da Gardner. Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Ma realizzare i propri sogni non è sempre facile: Gardner lascia il suo lavoro di rappresentante per entrare in un programma di tirocinio come broker, ma tutto va a rotoli perché quando si presenta al lavoro scopre che chi lo aveva assunto era stato licenziato giusto una settimana prima.

Così si ritrova senza prospettive e senza stipendio. Tutto sembra precipitare: la compagna se ne scappa con il figlio piccolo, lui viene condannato a passare 10 giorni in prigione per non aver pagato 1200 dollari di multe, e quando torna a casa la trova vuota. Gli rimangono solo i vestiti che indossa e 25 dollari in tasca. Chris però non si arrende e con tenacia continua a cercare un’inserimento come tirocinante in un’agenzia di intermediazioni, finché viene accettato dalla Dean Witter. Intanto però la compagna gli ha lasciato da accudire il figlio di nemmeno due anni, andandosene per i fatti suoi.

Così, con uno stipendio troppo basso per poter vivere decorosamente, Gardner e il piccolo Christopher jr. si ritrovano a vivere per strada: quando possono dormono in pensioni di infimo ordine, oppure di nascosto nell’ufficio, sdraiati sotto la scrivania, e quando non c’è di meglio, anche nei bagni di una stazione della metropolitana. In tutto quel periodo, che si prolunga per circa un anno, padre e figlio mangiano alla mensa dei poveri e si lavano nei bagni pubblici, ma nulla di tutto questo trapela tra i colleghi di Chris: ciò che rasenta l’insopportabile diventa alla fine tollerabile, perché, come dice oggi Gardner

Potevamo non sapere dove avremmo mangiato o dove avremmo dormito, ma eravamo insieme

La tenacia di Chris e i suoi sacrifici fruttano qualcosa: alla fine del programma di formazione viene assunto (scelto tra venti tirocinanti) alla Dean Witter, ma non è che l’inizio. Il suo impegno viene notato da un dirigente di un’altra agenzia, Gary Shemano, della Bear Stearns. Lì finalmente guadagna di più e gli viene offerto un anticipo per acquistare abiti adatti al ruolo, ma Gardner li usa per affittare un appartamento: finalmente padre e figlio non sono più dei senzatetto.

Christopher Gardner nel 2007. Immagine di dbking via Wikipedia – licenza CC DI 2.0

Dopo che la vicenda di Christopher è diventata di dominio pubblico – con la pubblicazione della sua autobiografia e poi del film – Shemano ha commentato:

Non abbiamo assunto persone che avevano una laurea, abbiamo assunto persone che avevano un forte desiderio di diventare ricchi

E Gardner era, sempre secondo le parole di Shemano, il perfetto esempio di una risorsa di questo tipo: un giovane uomo pronto ad assorbire “come una spugna” tutto ciò che poteva servire a diventare una persona di successo.

E così, dopo appena cinque anni, Gardner è in grado aprire la sua società, la Gardner Rich & Co, che gli consente di realizzare il sogno di diventare milionario e di comprarsi una Ferrari. Contribuisce al suo successo, per una coincidenza che ha dell’inverosimile, anche un cliente particolare, il BART (la metropolitana di San Francisco), nelle cui stazioni Chris e il figlio erano stati costretti a dormire quando non trovavano di meglio.

Una stazione BART. Immagine di pubblico dominio via Wikipedia 

Una storia a lieto fine dunque, che viene scoperta quasi per caso quando un’emittente locale di San Francisco intervista brevemente Chris mentre fa volontariato presso una mensa dove anche lui, nei tempi bui, aveva ricevuto un pasto caldo. Quella testimonianza viene vista da un produttore televisivo che gli propone di raccontare la sua storia in un programma della rete nazionale ABC. Gardner accetta, non per esibire il suo successo, ma per dimostrare che chiunque, a dispetto di un background complicato e difficoltà che possono apparire insormontabili, può “fare qualcosa per la propria vita”.

Poi arriva l’autobiografia, un grande successo editoriale negli USA, e quindi il film. Eppure quest’uomo, che oggi possiede case a New York, Chicago e San Francisco, auto di lusso e un jet privato, veste abiti su misura e nonostante questo continua a lavorare senza sosta, può permettersi di dire – senza rendersi antipatico – “Sai, il denaro è l’aspetto meno significativo della ricchezza”. Quello che conta realmente, per Gardner, è l’uso che si vuole fare del denaro, le opportunità che si possono offrire ai propri figli e l’impegno nei confronti della propria comunità. Se lo dice lui viene quasi da crederci.

Sotto, il trailer de “La Ricerca della Felicità”:

Annalisa Lo Monaco

Lettrice compulsiva e blogger “per caso”: ho iniziato a scrivere di fatti che da sempre mi appassionano quasi per scommessa, per trasmettere una sana curiosità verso tempi, luoghi, persone e vicende lontane (e non) che possono avere molto da insegnare.