La Triste fine di Krystyna Skarbek: la Spia più Bella e Audace della Seconda Guerra Mondiale

Bella, ricca e soprattutto coraggiosa al limite dell’incoscienza: così era Krystyna Skarbek, la spia più affascinante della seconda guerra mondiale, la preferita di Winston Churchill.

Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

Fonte immagini: Niken14 via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 4.0

Pare che le incredibili storie raccontate sul suo conto siano state la fonte di ispirazione per il personaggio di Vesper Lynd, quando Ian Fleming scrisse Casinò Royale.

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Il racconto della vita di Krystyna Skarbek all’inizio assomiglia a una favola: nacque nel 1908 a Varsavia, quando la città faceva parte dell’impero russo; suo padre, Jerzy Skarbek, era un conte polacco che amava la vita dispendiosa e le belle donne, mentre la madre apparteneva ad una famiglia di banchieri ebrei, che pagò i debiti del marito, e permise alla coppia di vivere in una magnifica tenuta di campagna “così grande che conteneva tre villaggi”.

E se l’uomo aveva sposato la ricca Stefania Goldfeder per i suoi soldi, la donna aveva acconsentito per salire qualche gradino della scala sociale, anche se la sua origine ebraica (fu fucilata dai nazisti nel 1940) faceva storcere il naso agli amici snob del marito.

Krystyna viveva quindi in un ambiente privilegiato ma bucolico, dove poteva tenere comportamenti da maschiaccio: si arrampicava sugli alberi, cavalcava e sciava, poi crescendo, imparò a usare armi come coltello e pistola. Il carattere forte e sicuro, unito a un magnetismo naturale, erano tratti già evidenti durante l’adolescenza, che divennero qualità indispensabili per la sua vita successiva.

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Alla fine degli anni ’20 la favola finisce: la banca della famiglia Goldfeder fallisce e la giovane Krystyna si ritrova a vivere con la madre e il fratello in un modesto appartamento di Varsavia, mentre il padre se ne va chissà dove, e muore di tubercolosi poco dopo. La ragazza diventa una reginetta di bellezza e sposa un ricco uomo d’affari, che lascerà dopo solo due anni per incompatibilità: lui aveva tranquille aspirazioni borghesi, mentre lei era un vulcano, sempre alla ricerca di avventure.

Pensò di trovare la sua metà della mela in Jerzy Giżycki, un eccentrico personaggio che dalla Polonia orientale era scappato negli Stati Uniti, a soli 14 anni, per fare il cowboy e il cercatore d’oro, malgrado la sua famiglia d’origine fosse molto benestante. All’epoca del loro matrimonio lui aveva incarichi diplomatici che portarono la coppia in Africa, dove li raggiunse la notizia dell’invasione nazista della Polonia. L’intraprendente Krystyna decise subito di far qualcosa per il proprio paese, e offrì i suoi servizi all’intelligence britannica.

Divenne un agente polacco del SOE (Special Operation Executive), addirittura prima che l’organizzazione fosse fondata, e vi rimase fino alla fine della guerra: fu una delle persone che operò per più lungo tempo come spia al servizio del Regno Unito e delle Forze Alleate. Assunse il nome di Christine Granville, che poi continuò a usare anche dopo, quando chiese di essere naturalizzata inglese.

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La forza di Krystyna stava nel suo carattere: affrontava le situazioni pericolose con l’audacia che aveva sviluppato negli anni dell’adolescenza. Si avvicinava al nemico e metteva in mostra con noncuranza ciò che doveva nascondere, come quella volta che fu fermata, sul confine francese, da una pattuglia di frontiera tedesca, che l’avrebbe immediatamente smascherata se le avesse trovato addosso una mappa della regione, fatta di seta (per evitare il fruscìo della carta). Lei salutò amichevolmente le guardie parlando in francese, come fosse una donna del posto, e sventolò la stoffa come un fazzoletto, proprio sotto gli occhi dei tedeschi, che evidentemente ebbero più occhi per la sua bellezza che per la mappa.

Un’altra volta, Krystyna e Andrzej Kowerski – suo amico d’infanzia, compagno d’avventure e a tratti anche amante – furono arrestati a Budapest e interrogati dagli ufficiali della Gestapo. Lei iniziò a tossire sempre più forte, ma intanto si mordeva la lingua fino a far uscire del sangue. I tedeschi pensarono che fosse affetta da tubercolosi, all’epoca infettiva e spesso mortale, e così la rilasciarono, insieme a Kowerski, per evitare un possibile contagio.


L’azione più audace di Krystyna – quella che fece dire di lei, a un altro agente del SOE, “Mi spaventa a morte” – si svolse nell’agosto del 1944: con una taglia sulla testa e la sua foto diffusa tra i tedeschi, Krystyna entrò in una prigione francese controllata dalla Gestapo, dove stavano per essere giustiziati tre suoi compagni, tra i quali anche il suo nuovo amore, Francis Cammaerts. Fingendosi addirittura la nipote del generale britannico Montgomery, minacciò di terribili ritorsioni l’ufficiale di turno, asserendo che uno dei prigionieri era suo marito. Poi si offrì di pagare una tangente, che fu accettata:

i tre uomini erano incredibilmente salvi, e liberi

Questi sono solo pochi aneddoti della carriera da spia di Christine, scampata a mille pericoli e sopravvissuta a incredibili avventure. Nonostante il suo valore, alla fine della guerra la donna fu subito licenziata dal governo britannico e praticamente dimenticata: senza un lavoro e senza una cittadinanza (gli inglesi impiegarono molto tempo a naturalizzarla), la donna si ritrovò a fare la cameriera a Londra, e poi, forse per la sua inestinguibile sete di avventura, si imbarcò come hostess su una nave da crociera.

Durante uno dei viaggi – che doveva essere l’ultimo perché aveva alla fine deciso di sposare Andrzej Kowerski – Christine aveva conosciuto, e frequentato, Dennis Muldowney, uno steward che perse la testa per lei, ossessionato dalla sua bellezza o più probabilmente dalla forza che emanava.

L’uomo, insicuro e inadeguato, incapace di accettare il rifiuto di Christine, la pugnalò al cuore, nella hall di un albergo economico di Kensington, a Londra

Fonte immagine: trybun.org.pl

“Uccidere è il possesso finale” disse prima di essere impiccato per l’omicidio. Ma si sbagliava, nessuno poteva possedere Christine, né da viva né da morta: lei apparteneva solo a se stessa, come dimostra la sua vita tumultuosa ed errabonda. La favola di Krystyna/Christine si chiude tristemente il 15 Giugno 1952: una donna eroica e audace, che si era fatta più volte beffe della morte, uccisa da un uomo di poco valore che non poteva comprendere la sua sete di libertà.

Sotto, la tomba di Krystyna Skarbek e Andrzej Kowerski nel cimitero cattolico di Kensal Green St. Mary a Londra:

Immagine di Dobry77 via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0

 

La scrittrice e giornalista Clare Mulley ha raccontato la storia di Krystyna Skarbek in una biografia accurata e puntuale avvincente come un romanzo: La Spia che Amava.


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