La Tregua di Natale: nel 1914 Tedeschi e Inglesi interruppero le Ostilità e Giocarono a Pallone

La prima guerra mondiale viene ricordata per la sua crudeltà e per le conseguenze lasciate sulle persone, fisicamente e psicologicamente, sia militari sia civili. Iniziò nel 1914 e terminò nel 1918, lasciando sul campo nove milioni di militari e sette milioni di civili circa, oltre quello che fu un problema sociale di dimensioni impensabili legato ai mutilati di guerra.

Se preferisci ascoltare questa è la lettura dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

Un conflitto di quelle proporzioni non si era mai visto prima nella storia (e purtroppo sarà surclassato per numero di morti dalla Seconda Guerra Mondiale), e fu combattuta dalle coste dell’America sino alle pianure dell’Asia. Anche in un conflitto tanto cruento, un barlume di umanità trovò spazio fra le truppe inglesi e tedesche, durante il giorno di Natale del 1914.

tregua-di-natale-1914-2

Durante la notte del 24 Dicembre, le truppe inglesi su moltissimi fronti e in diversi luoghi del conflitto udirono quelle tedesche cantare in trincea, mentre accendevano piccole candele e posizionavano alcuni abeti e decorazioni lungo le linee di difesa. I tedeschi iniziarono poi a cantare Stille Nacht (Astro nel Ciel), e a raggiungere la zona di conflitto a fuoco fra i due schieramenti, la “terra di nessuno”. Gli inglesi, inizialmente perplessi, iniziarono a loro volta a cantare e accendere lumi, raggiungendo i propri avversari nel lembo di terreno fra le due trincee.

Era l’inizio di un cessate il fuoco che sarebbe poi stata chiamata “la tregua di Natale”

Il giorno seguente, i tedeschi chiamarono nuovamente i britannici ad incontrarsi nella Terra di Nessuno. Inizialmente i soldati di Sua Maestà erano perplessi, ma poi videro i tedeschi in piedi sulle trincee, disarmati e allo scoperto. Gli uomini gridarono che non volevano combattere, che erano stanchi e che avrebbero soltanto bevuto un po’ di birra insieme.

100.000 inglesi e tedeschi deposero le armi in segno di pace, con un gesto di fratellanza non ordinato da nessun comandante

Ufficialmente, soltanto un capo di stato (il Vaticano) chiese la tregua Natalizia, Papa Benedetto XV, che propose di effettuare una pausa tra i governi in guerra, supplicando:

I cannoni possano tacere almeno nella notte in cui gli angeli cantano

Senza ricevere ordini superiori in moltissime zone del fronte occidentale, che si estendeva dal mare del Nord alla Svizzera, soldati tedeschi e inglesi si strinsero la mano, si scambiarono doni, scattarono fotografie e si omaggiarono con cibo e souvenir. Durante il giorno di Natale entrambi gli schieramenti poterono fruire del tempo necessario a seppellire i morti della terra di nessuno, senza il pericolo di venire uccisi a propria volta dagli avversari. Addirittura ricordarono i caduti insieme, con funzioni religiose per i compagni morti in battaglia.

tregua-di-natale-1914

In tante zone del fronte, inoltre, i soldati avversari iniziarono a sfidarsi non con mortali colpi di fucile o baionetta, ma con una palla da calcio, simbolo di unione e fratellanza fra schieramenti di persone che la politica e i potenti avevano messi gli uni contro gli altri.

I comandanti e i capi di stato condannarono severamente la Tregua di Natale

Secondo il Daily Mirror, che scrisse della tregua di Natale soltanto ai primi di Gennaio, un reggimento inglese aveva avuto la meglio contro uno Sassone battendo 3 a 2 gli avversari, in una sfida che non lasciò sul campo neanche una goccia di sangue.

tregua-di-natale-1914-3

I comandanti delle due fazioni, per evitare che la tregua si ripetesse anche nel 1915, interruppero forzatamente le comunicazioni con gli avversari durante il periodo natalizio, e così fu negli anni seguenti.

La tregua di Natale del 1914 fu l’ultimo episodio di calda umanità su così larga scala della storia militare del genere umano

Fotografia condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:

tregua-di-natale-1914-4

Sotto, un video che mostra una ricostruzione degli eventi:

Matteo Rubboli

Sono un editore specializzato nella diffusione della cultura in formato digitale, fondatore di Vanilla Magazine. Non porto la cravatta o capi firmati, e tengo i capelli corti per non doverli pettinare. Non è colpa mia, mi hanno disegnato così...