La tragica storia dell’ultima scialuppa del Titanic

È soprattutto grazie al colossal di James Cameron del 1997 che la tragedia del Titanic è ormai ben nota a tutti. L’11 aprile del 1912 il transatlantico irlandese lascia il porto di Southampton per il suo viaggio inaugurale, ma quel porto non lo rivedrà mai più; infatti, il 14 aprile la nave entra in collisione con un iceberg per poi affondare alle 2:30 circa del mattino. Su circa 2200 persone a bordo della nave, se ne salvano solo 700, mentre le restanti 1500 persone trovano la morte tra le acque gelide dell’Oceano Atlantico.

Affondamento del Titanic

È altresì ben noto come gli ufficiali del Titanic non abbiano sfruttato la totale capacità delle lance di salvataggio, temendo che non potessero sostenere il peso di troppa gente, il che ha portato a diverse polemiche in seguito, così come il ridotto numero di scialuppe su una nave di tali dimensioni. Ma com’è stata trovata l’ultima scialuppa? L’ultima scialuppa è la zattera pieghevole A, una di quelle poste sopra agli appartamenti degli ufficiali; è stata ritrovata il 13 maggio 1912, quindi circa un mese dopo il naufragio, dal transatlantico RMS Oceanic a circa 200 miglia dal luogo del disastro.

Calo in mare delle Scialuppe del Titanic

Recuperata la scialuppa i membri dell’equipaggio dell’RMS si trovarono davanti a uno spettacolo raccapricciante che, probabilmente, hanno ricordato per molto tempo. Rinvennero tre corpi sfigurati dagli agenti atmosferici e corrosi dalla salsedine, nello specifico due fuochisti del Titanic e un passeggero di prima classe con ancora indosso l’abito da sera, successivamente identificato come Thomson Beattie e una fede nuziale recante la scritta “Edvard e Gerda”. Ormai non era più possibile fare niente per loro, erano morti da molto tempo, così l’equipaggio dell’Oceanic decide di svolgere un piccolo rituale funebre. Si dice che i corpi siano stati avvolti nella Union Jack, la bandiera inglese, e che siano state recitate alcune preghiere prima del seppellimento in mare. Era l’unica cosa che l’equipaggio dell’Oceanic potesse fare. In seguito, si è scoperto che Edvard e Gerda erano due passeggeri svedesi imbarcatisi in terza classe nella speranza di un futuro migliore in America, e l’anello venne restituito alle famiglie dei due coniugi deceduti.

La zattera pieghevole D, parzialmente allagata, in prossimità del Carpathia

Il ritrovamento della fede lascia pensare che uno dei due coniugi, se non tutti e due, siano stati a bordo della scialuppa e che forse dopo la morte per fame o assideramento i loro corpi siano stati gettati in mare dai superstiti. Come in ogni storia del mare che si rispetti ci furono diverse speculazioni a riguardo. C’è chi dice che Gerda sarebbe caduta in acqua e morta annegata durante l’affondamento della nave, chi dice che Thomson e i fuochisti insieme ad altre persone sarebbero stati originariamente imbarcati su un’altra scialuppa e poi trasferiti sulla zattera per problemi di peso e timore di imbarcare dell’acqua.

Le lance del Titanic a bordo del Carpathia la mattina del 15 aprile

Non possiamo sapere chi sia morto per primo e che cosa abbia fatto mentre attendeva la morte, o se siano morti tutti e tre nell’arco della stessa giornata, come e perché fossero rimasti in tre, né che fine abbiano fatto i coniugi. È plausibile che la scialuppa abbia perso la rotta e che i tre (o chiunque altro si trovasse sulla lancia) non siano riusciti ad incontrare nessuna nave, o se anche se l’avessero incontrata erano troppo distanti per chiedere aiuto.

La zattera pieghevole A il 13 maggio 1912

L’Oceano Atlantico – almeno in quegli anni – era estremamente freddo, in più i tre erano miracolosamente scampati a un naufragio che li aveva fisicamente provati e probabilmente non passò molto tempo prima che per loro sopraggiungesse l’ipotermia o la morte per fame e sete. La verità, purtroppo, non la conosceremo mai, possiamo solo ricordare le vittime di uno degli incidenti navali più tragici del secolo scorso.

L’equipaggio della Mackay-Bennett recupera la zattera pieghevole B, rovesciata

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