Nel mezzo del deserto iraniano, vicino all’antica città di Pasargadae sorge la tomba di Ciro il Grande, monumento di uno dei più importanti sovrani della storia persiana. Ciro fu il fondatore della dinastia Achemenide (550-330 aC), che divenne il più grande impero del mondo prima che fosse eclissato da quello di Alessandro Magno.
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Come “padre della nazione iraniana”, Ciro II di Persia, conosciuto come “Ciro l’anziano” fra i Greci, fu il primo leader mondiale cui venne assegnato l’epiteto “il Grande” per la sua conquista della Media, della Lidia e degli imperi Babilonesi. La sua tomba venne scoperta circa due secoli dopo la morte da Alessandro Magno in persona, alla fine del IV secolo a.C..
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La descrizione più completa della tomba come doveva apparire nel IV secolo a.C. si trova nell’Anabasi di Alessandro, l’opera di Arriano di Nicomedia che narra le imprese del grande capo Macedone, scritta però sei secoli dopo il loro effettivo svolgimento. Secondo lo scritto di Arriano, Alessandro comandò allo storico greco Aristobulo, che lo accompagnava nella campagna militare, di entrare nella tomba.
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All’interno venne trovata una bara d’oro, vari ornamenti costellati di pietre preziose e una tavola con vasche per l’acqua. Originariamente era ornata da un’iscrizione che, secondo le note di Strabone, famoso geografo, filosofo e storico greco, affermava:
O uomo! Sono Ciro il Grande, che ha dato ai Persiani un impero ed è stato Re dell’Asia. Non disprezzare dunque questo monumento
L’iscrizione, con variazioni minori, viene menzionata anche da Plutarco e altre fonti antiche. Nonostante sia difficile che gli storici l’abbiano inventata di sana pianta, di queste parole oggi non v’è traccia. La tomba è certamente una delle strutture più isolate al mondo e una delle prime strutture antisismiche della storia. Viene generalmente divisa in due sezioni: la parte inferiore, che ricorda uno ziggurat, è a gradoni, e serve da piedistallo a quella superiore, che è a forma di casa con un tetto a due falde.
Al suo interno si trovano due stanze. La prima era destinata al sarcofago in oro, ormai trafugato millenni orsono, mentre la seconda ha uno scopo sconosciuto. La semplicità del sepolcro risulta evidente rispetto ad altri simili di periodi uguali o precedenti, e la sua forma divenne popolare in tutta la Persia nei secoli a venire.
Nonostante la tomba di Ciro sia antichissima, con oltre 2.500 anni di storia, si ritiene che la sua struttura sia rimasta sostanzialmente inalterata nel corso dei millenni. I beni preziosi presenti al suo interno sono scomparsi da tempo, ma l’esterno è rimasto identico a come fu concepito dall’imperatore e dal suo architetto. Nonostante alcuni storici menzionino un restauro ordinato da Alessandro Magno, gli archeologi non ne hanno trovato traccia, mentre nel XX secolo la tomba fu restaurata per preservarla dall’incedere del tempo.
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Oggi la città di Pasargadae è in rovina, e il sito archeologico è protetto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità.