La Terrificante Torre dei Teschi di Niš in Serbia

Collezionare i teschi dei nemici sconfitti in battaglia è un’usanza antica, sopravvissuta anche in tempi relativamente recenti. Nella città di Niš, in Serbia, c’è una macabra costruzione chiamata Torre dei Teschi (Ćele kula in serbo), eretta nel 1809 dal generale turco Hirshi Pasha come monito per i ribelli serbi.

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Nel corso della prima rivolta serba contro l’Impero Ottomano (1804-1813), durante la battaglia di Čegar, i patrioti serbi cercarono di riconquistare la città di Niš, che fin dall’antichità aveva rivestito un importante ruolo strategico, perché considerata la porta tra oriente e occidente.

Sotto, fotografia di Maxim Bonte via Flickr:

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La disparità numerica non lasciò scampo ai ribelli, che però non si arresero. Di fronte all’inevitabile sconfitta il comandante dei ribelli Stevan Sindjelic, anziché arrendersi o fuggire decise di dare filo da torcere al nemico, arrecandogli il massimo danno possibile in termini di perdite umane.

Quando gli Ottomani si riversarono nelle trincee dove si trovavano i ribelli, Sindjelic sparò ad un mucchio di barili di polvere da sparo, facendo saltare in aria se stesso e i suoi compagni, ma anche un gran numero di nemici. Il comandante turco, profondamente irritato da questa inaspettata azione, trovò utile intimorire la resistenza serba con una macabra vendetta: mutilò i corpi dei ribelli morti, togliendo loro la pelle e decapitandoli. Alle teste vennero tolti gli scalpi, che furono inviati alla corte imperiale di Istanbul come prova della vittoria, mentre i teschi furono utilizzati come elementi costruttivi di una torre alzata sulla principale via d’accesso alla città, macabro avvertimento del destino riservato ai potenziali ribelli.

La torre, alta 4,5 metri e larga 4, incorporava 952 teschi, disposti in 56 righe, su ciascun lato della torre. Nonostante il raccapricciante monito, i serbi non rinunciarono a combattere, e nel 1930 riconquistarono l’indipendenza.

Fotografia di Athena Lao via Flickr:

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Il teschio del comandante Stevan Sindjelic è ora conservato nella cappella eretta vicino alla Torre

Negli anni immediatamente successivi alla costruzione della torre, molti teschi furono rimossi dai familiari delle vittime, che volevano comunque seppellire i pochi resti dei congiunti morti, mentre nel corso del tempo altri sono caduti o sono stati portati via da cacciatori di souvenir. Oggi rimangono 58 teschi incastonati nei muri della torre, sparuta pattuglia di soldati che continua a rammentare ai vivi l’inutile crudeltà degli uomini.

Annalisa Lo Monaco

Lettrice compulsiva e blogger “per caso”: ho iniziato a scrivere di fatti che da sempre mi appassionano quasi per scommessa, per trasmettere una sana curiosità verso tempi, luoghi, persone e vicende lontane (e non) che possono avere molto da insegnare.