La “Tata” Robot: Automa Esapode trasla le Piante Grasse alla luce del Sole

La vita sulla terra è regolata e possibile grazie alla luce del sole. L’eliotropismo è il fenomeno per il quale le foglie si orientano naturalmente verso la direzione delle luce, necessaria alla fotosintesi clorofilliana e quindi al loro stesso nutrimento. Naturalmente all’interno di spazi chiusi come gli appartamenti le piante non possono orientarsi spesso verso la luce solare, e quindi finiscono a volte per non crescere o per morire.

Pensando a questo tipo di problema, un’azienda cinese di nome Vincross ha modificato il proprio robot esapode per trasportare piccole piante grasse verso la luce del sole, tornando al luogo d’origine al tramonto. Il robot è nato dall’idea del fondatore, Sun Tianqi, che ha modificato il robot originale, un gadget tecnologico per appassionati, destinandolo a questa speciale funzione.

Il robot capisce quando la pianta ha bisogno di luce, ombra o quando necessita di acqua

Tianqi non ha specificato quali sensori vengano impiegati per comprendere i bisogni dell’organismo vegetale, e quindi il funzionamento pratico è quantomeno da verificare nei suoi dettagli.

Indipendentemente da come il robot si prenda cura della pianta, fa certamente uno strano effetto vedere un piccolo granchio robotico prendersi cura dell’organismo. Oltre a fare da “tata”, il robot interagisce con l’essere umano, ballando quando è felice o interagendo direttamente con il proprietario.

Il dispositivo è stato sviluppato a partire dal robot di Vincross, che viene venduto in configurazione standard a 949 dollari, e del quale la versione “tata della pianta” non si conosce ancora il prezzo. Fonte articolo: The Verge.

Il robot si muove per cercare il sole, naturalmente facendo attenzione all’ambiente che lo circonda:

Quando la pianta ha bisogno d’ombra torna autonomamente al posto:

Se la pianta ha bisogno d’acqua si agita:

Il robot interagisce con l’uomo:

Ed è anche affettuoso!

Matteo Rubboli

Sono un editore specializzato nella diffusione della cultura in formato digitale, fondatore di Vanilla Magazine. Non porto la cravatta o capi firmati, e tengo i capelli corti per non doverli pettinare. Non è colpa mia, mi hanno disegnato così...