La strana storia della Bella Addormentata di Oknö

Si può dormire per 32 anni? In genere sì, durante tutta la vita un essere umano dorme in media 26 anni, quindi 32 anni potrebbe essere la media di un dormiglione, ma quel che è anomalo nella storia che stiamo per raccontare è che Karolina Olsson dormì per 32 anni certo, ma di seguito. Specifico che ho fatto questo video dopo le richieste di alcuni di voi – straordinaria community di Vanilla – che mi hanno scritto per approfondire il tema della Bella addormentata di Oknö dopo aver visto altri video che parlavano dell’argomento. Questo mio video sarà molto diverso dagli altri, sapete che io sono scettico di natura e tento, quando posso, di approfondire le vicende che mi interessano. E questa era interessante.

Prima di tutto collochiamo la storia nel tempo. Karolina nasce il 29 ottobre del 1861 a Oknö, un’isola vicino al paese di Mönsterås, perdonerete le pronunce scorrettissime dello svedese. Vi racconto la storia in pillola ma poi la analizziamo secondo un testimone dell’epoca, quindi se volete conoscere tutta la verità guardate il video fino in fondo. Karolina è la seconda di sei fratelli, e quando ha 14 anni, il 18 febbraio del 1876, prende un colpo alla testa, racconta che cade in un fiume ghiacciato, ha il viso tutto gonfio e un mal di denti insopportabile. I genitori la mandano a letto, le dicono che ha il malocchio (non ho idea di come si chiami in svedese), ma il mal di denti non passa e, in quel villaggio remoto nei ghiacci del mar Baltico i genitori non possono far altro che pensare a una stregoneria o uno spirito maligno. O il malocchio appunto. 

Il 22 febbraio continua a lamentarsi per quello straziante mal di denti che proprio non va via, torna a letto ma da quel letto non si alza più. Dorme un giorno. Dorme due giorni. Dorme una settimana. Dorme dorme e dorme ma non si sveglia. Il padre è un pescatore, non ha risorse e vive in una piccola isola di un luogo periferico della Svezia, ascolta solo i consigli degli altri abitanti del paese, che non possono che dargli quelle risposte che si dà da solo: stregoneria, malocchio, peccati eccetera. Di lei si occupa la madre, che le riesce a dare da bere del latte e dell’acqua zuccherata.

Passa ancora del tempo e Karolina non si sveglia, alla fine i vicini chiamano un medico che la visita ma non riesce né a svegliarla né a capire bene che cos’abbia la ragazza. Il medico viene una prima volta, poi torna una seconda poi una terza e così via per un anno. La visita in continuazione ma Karolina non dà risposta, dorme come una bella addormentata nel bosco, ibernata nei suoi 14 anni. Il medico è sempre più stupito da quella condizione e scrive alla principale rivista medica scandinava, così arrivano altri medici di città che la visitano a più riprese. L’unica cosa che riescono a dire rispetto al primo dottore è che unghie e capelli della ragazza non crescono. Karolina è viva, ma sembra sia bloccata in uno stato di conservazione biologica del suo corpo.

Dorme sempre, ma la mamma racconta che ogni tanto si siede sul letto e mormora a bassa voce delle preghiere che ha imparato a memoria da piccola, come si trattasse di una sonnambula. La mamma già, la nutre, la vede che fa delle preghiere, poi a fine video diremo due parole in più. Secondo la fonte di questo articolo, che parte da Wikipedia in inglese e svedese ma poi ci sono tutte le fonti secondarie, la giovane Olsson viene ricoverata nel luglio del 1892 nell’Ospedale di Oskarshamn, dove tentano di svegliarla con delle elettroconvulsioni.

Karolina non si sveglia, non solo con le famose cannonate ma proprio non si sveglia e basta. Dall’ospedale la etichettano come affetta da “demenza paralytica”, e la dimettono dopo un mese. Torna nella stanza di casa a Oknö, la madre la nutre a latte e acqua zuccherata e di lei si dimentica tutto il mondo. Il tempo passa, passano tantissimi anni ma Karolina è lì, ibernata su un letto. Nel 1905 la madre muore, mentre nel 1907 muore un fratello in circostanze tragiche. Il tempo passa ancora, ma Karolina dorme.

Il 3 Aprile del 1908 la domestica, che era stata chiamata a lavorare dal padre per dar da mangiare alla ragazza, ormai quarantaseienne, sente dei rumori provenire dalla sua stanza. La donna entra e vede Karolina che piange e barcolla, sembra in enorme difficoltà. E’  magrissima, pallida e fa fatica a guardare la luce, ma tutto sommato sta bene. Sa ancora leggere e scrivere, ricorda quel che ha imparato anni prima e in fin dei conti è in buono stato di salute. Il suo caso attira la stampa di mezza Europa che vuol vedere quella ragazza che ha dormito per 32 anni e ne dimostra molti meno, quella bella addormentata svedese che stupisce il mondo.

Karolina Olsson ha dormito 32 anni, nel mentre il genere umano è andato avanti e lei riprende una vita quasi normale. Ci mette un po’ a riprendersi del tutto, ma riacquista forze e capacità mentali e vive un’esistenza normale. Si sposa e vive altri 42 anni quando muore, ormai ottantanovenne. Una buona parte della sua vita, molto di più dei 26 anni canonici, li ha passati a dormire, e nel 1950 chiude gli occhi, questa volta per sempre.

Ma di cosa soffriva Karolina Olsson e quanto c’è di vero in questa storia? Oggi non è possibile definire con certezza se e quale tipo di patologia ci fosse dietro il sonno della ragazza, ma nel 1910 il dottor Harald Frödeström, psichiatra svedese, incontrò la ragazza e scrisse tre articoli sulle sue condizioni di salute, il più diffuso era in francese: La Dormeuse d’Oknö – 21 Ans de Stupeur. Guérison Complète, dove descriveva la donna come sana di mente che aveva attraversato un periodo di ibernazione fisica.

E adesso analizziamo la cosa approfondendola, grazie alla traduzione di una fonte in svedese che ho trovato su webarchive ma ci arrivate da Wikipedia inglese. Questa storia in italiano ancora non è stata raccontata, ci si è limitati alla versione breve che ho descritto prima, quindi mettetevi comodi. C’è un vecchio sito svedese che rimanda a un altro vecchio sito svedese che rimanda a un altro vecchio sito svedese e insomma cliccate i link che trovate in descrizione se siete curiosi, questi siti fanno molta più luce su quanto accadde alla ragazza, rendono il tutto molto più logico. Racconto di nuovo la vicenda ma come l’ha vista e interpretata Frödeström.

Karolina ha 14 anni e ha imparato a leggere e scrivere dalla madre, che era nata nel 1829 e quando nel 1876 Karolina si iberna ne ha circa 47, possiamo dire in là con gli anni per l’epoca. Karolina impara a leggere in casa ma a 14 anni deve andare a scuola, che si trova a 6 Km da casa, senza ovviamente né autobus né mezzi per raggiungerla. E i genitori non avevano l’automobile per accompagnarla perché ancora non era stata inventata.

Dopo poco tempo, qualche mese al massimo, Karolina inizia a lamentare mal di denti, testa gonfia e così via, insomma sta male, mostra chiari segni di disturbi psicosomatici. Dorme? Probabilmente dorme profondamente per lunghissimi periodi, forse nel mentre le viene il menarca, potrebbe avere qualche disturbo e la madre la accudisce con tutta la tenerezza del mondo. Ai parenti e ai vicini la famiglia racconta sempre che la ragazza dorme, ma in realtà ci sono molti momenti in cui si sveglia, sicuramente espleta dei bisogni fisiologici e poi torna a dormire.

Forse è addirittura la madre che le induce a pensare di essere malata, spaventata da chissà cosa, che la obbliga psicologicamente a uno stato di totale dipendenza dalle sue cure. Oppure è la figlia che vuole diventare dipendente dalla madre ed è lei che la obbliga ad accudirla, oggi non possiamo saperlo. Fatto sta che madre e figlia diventano simbionti.

Forse, ed è un’altra ipotesi plausibile, la madre sta difendendo la figlia da un qualche tipo di violenza incestuosa, magari del padre, forse di uno dei fratelli, ma anche da parte di persone esterne alla famiglia stretta, una delle famiglie di parenti che vivono lì vicino.

Quando Fröderström intervista due fratelli loro dicono che in tutti quegli anni non hanno mai visto la sorella alzarsi dal letto. Ma il padre racconta qualcosa, dice che l’ha vista almeno in un paio di occasioni gattonare sul pavimento, qualche altra volta l’ha sentita parlare. Una volta era seduta sul letto e il padre la sente: “Buon Gesù, abbi pietà di me!” Poi torna a letto e si copre la testa con le coperte. Insomma Karolina è viva, e spesso si muove e gira per la stanza, anche se è prigioniera della sua malattia mentale.

La madre nutre Karolina da sola, e nessuno pensa che lei riceva più dei due bicchieri di latte che le vengono dati ogni giorno, ma madre e figlia erano sole in casa durante mattina e pomeriggio perché gli altri della famiglia erano tutto il giorno fuori. Poi un bel giorno, nel 1905, la madre muore e Karolina inizia a piangere, per giorni e giorni, è disperata. A quel punto è il padre che inizia a prendersi cura di lei. Le porta da mangiare, la solleva di notte e le fa da balia. Nel 1907 annega un fratello e ancora, Karolina piange e piange inconsolabile.

Ma il padre non regge che poco tempo ad accudire la figlia e assume una governante, che fa esattamente quello che faceva la madre. Le porta il suo latte e la cura, ma quella donna non è la madre. Proprio la governante riferisce che la ragazza non è mai sporca, sempre perfetta anche dal sangue mestruale, e quando si assenta dalla camera per lavorare nella fattoria trova alcuni oggetti fuori posto. Insomma Karolina si alza e si sveglia, e poi torna a letto e riprende la sua immobilità.

E lì, nel 1908, chissà perché, decide che è il momento di finire quel suo isolamento forzato dal mondo. Fröderström la incontra nel 1910, impegnata nelle faccende domestiche. Si tratta di una donna di 49 anni, ne dimostra più o meno 35, e ha una muscolatura poco sviluppata dopo tutto quel tempo ferma. Non ha ricordi dell’infanzia, non conosce tabelline od operazioni matematiche. Ha invece ricordi di quando era bambina, della famiglia che viveva vicino alla loro, sa chi sono il Re e la Regina di Svezia e ricorda il percorso per la scuola. Ricorda anche quel giorno che era tornata a casa con il mal di denti.

Ma quando la conversazione si sposta sul suo periodo a letto si confonde e si imbarazza, è infastidita. Dice di non ricordare quasi nulla, che si svegliava non distinguendo il giorno dalla notte, che quando si era svegliata era tutta gonfia e che era rimasta gonfia per tutta l’estate. Insomma i 32 anni di ibernazione sono un capitolo di sola confusione mentale.

Fröderström da lì in poi incontra un muro, un muro che in realtà riesce a districare con casi simili a quello di Karolina, anche se con le conoscenze psichiatriche del 1910 va tutto rivisto. Il medico capisce che la ragazza è entrata volontariamente in quello stato, che la madre la alimentava sicuramente con più di due bicchieri di latte al giorno, e che quando lei era mancata Karolina era dimagrita sensibilmente. Poi la morte della madre, che la donna non ricorda e che dev’esser stato il trauma più grave della sua vita, che la porta a dimenticare i fratelli, a non riconoscerli per chiudersi in un mondo ideale, senza sofferenza. Un mondo che però piano piano si sgretola. Fröderström dice che lei si stava autoconservando dalle difficoltà che le capitavano attorno. 

Poi l’uomo va via da quel paese, diventa un medico affermato e noi oggi leggiamo le sue parole, che sono le uniche che riescono a darci il metro di quella vicenda tanto particolare. Cosa dire di Karolina Olsson? Dormì davvero per 32 anni di seguito? Oggi possiamo dire che sicuramente non è così, che la ragazza era prigioniera in quella stanza, che mangiava più dei due bicchieri di latte al giorno che le dava la madre e che era affetta da qualche grave forma di malattia mentale, ma che si svegliava, parlava e aveva interazioni sociali con la madre continuamente, ma che in genere si era alienata dal mondo, preferendo vivere  decenni e decenni in uno stato di fanciullezza, lontana dalle difficoltà, la scuola prima di tutto, e dai dolori della vita adulta.

Se domani vi chiederanno “cosa ne pensi della bella addormentata di Oknö”? potete rispondere che non è una vera e propria fake news, ma che la realtà è molto più complessa di quanto si tramandi in veloci articoli o video pubblicati sul web. E a chi non ci crede mandate il link a questo video di Vanilla Magazine.

Fonti:

https://web.archive.org/web/20070927212718/http://hem.fyristorg.com/lars.sjoberg/documents/pages/soverskan.html


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