La storia di Ed Gein: il Macellaio di Plainfield

When I see a pretty girl walking down the street, I think two things. One part wants to be real nice and sweet, and the other part wonders what her head would look like on a stick” “Quando vedo una ragazza carina camminare per la strada, penso due cose. Una parte di me vuole essere carino e gentile, l’altra parte si immagina come apparirebbe la sua testa impalata”. Ed Gein

Quando una persona decide di cucirsi un abito, generalmente, si reca in un negozio, sceglie con cura le stoffe di cui ha bisogno, le porta a casa e confeziona la sua idea. Quello che faceva Ed Gein non era molto dissimile, ma lui sceglieva persone, non stoffe, e confezionava le sue idee in autentica pelle umana.

La storia del Macellaio di Plainfield

Ed Gein nasce il 27 agosto 1906 a La Crosse nel Wisconsin, secondogenito di Augusta Lehrke e George Gein. La madre era una fervente luterana e sosteneva che ogni donna, eccetto lei, fosse una prostituta e strumento del demonio. Ogni pomeriggio si riservava del tempo per leggere ai figli dei passi dal Vecchio Testamento, che generalmente trattavano di morte e del Giudizio Universale. Il padre, invece, era un violento alcolizzato, che non era in grado di mantenere un lavoro e che ebbe a che fare con le mansioni più disparate, compresa quella di conciatore.

Sotto, Ed Gein bambino. Fotografia caricata su Reddit dalla Serial Killer Community:

La famiglia Gein viveva in una fattoria isolata dal mondo esterno (i locali di Plainfield soprannominarono il luogo “il buco nero dello stato”), dalla quale Ed poteva uscire solo per andare a scuola. La madre pensava che questo fosse un ottimo aiuto per la sua educazione, in grado di tenere lontano il “male”. Come se questo non fosse già abbastanza, il piccolo Ed veniva punito ogni volta che cercava di farsi qualche amico.

Augusta Lehrke, la Madre di Ed Gein:

Nonostante tutto, il giovane era brillante a scuola e mostrava grande impegno, anche se aveva qualche strana abitudine, come scoppiare a ridere da solo, dal nulla. Ciò comunque non influiva sulla concezione che la città aveva di Ed, un ragazzo molto dolce e un onesto lavoratore, che amava i bambini e aveva piacere di badare a loro quando, di tanto in tanto, gli veniva chiesto da un membro della comunità. Amava stare con i bambini, e sembrava avesse più facilità a relazionarsi con loro che con gli adulti.

Nel giro di pochi anni, la famiglia di Ed si sgretolò

Il primo aprile 1940, il padre morì per problemi al cuore causati dall’alcolismo, a sessantasei anni. Il 16 maggio 1944 morì il fratello Henry, in circostanze piuttosto misteriose. Ufficialmente i due fratelli quel giorno stavano bruciando delle sterpaglie, quando il fuoco divampò nella fattoria.

 Al loro arrivo, i pompieri trovarono Henry riverso a terra, e si pensò che fosse rimasto intossicato dal fumo, tuttavia non venne mai eseguita un’autopsia e, in seguito, emerse che quando venne trovato il corpo la testa presentava pesanti traumi e contusioni.

Ed e sua madre erano ormai soli

Poco dopo la morte di Henry, Augusta fu colpita da un ictus semi-paralizzante, così il figlio devoto iniziò ad occuparsi di lei a tempo pieno. La salute della madre ebbe il colpo decisivo nel 1945, quando andò con Ed dal vicino, un tale Smith, per comprare della paglia. Arrivati alla fattoria, trovarono Smith che stava picchiando un cane a morte, e una donna uscì dalla casa, urlando a Smith di smetterla immediatamente.

Quello che turbò profondamente Augusta non fu la brutalità verso l’animale, ma il fatto che Smith e quella donna non fossero sposati!

Niente business con Smith e la sua “meretrice”

Questo la fece infervorare a tal punto che le venne un altro ictus, e morì il 29 dicembre 1945, a sessantasette anni. Ed perse così la sua unica amica e confidente, l’unica persona che amasse sinceramente. Dopo questo episodio, la mente di Ed divenne ancora più instabile.

Non mise più piede nelle stanze della madre, lasciandole intonse, ma iniziò a “collezionare” ogni genere di ciarpame urbano, rendendo parte della sua abitazione lo specchio del suo squilibrio mentale.

Lo stato mentale di Ed continuò a peggiorare, di mese in mese, di anno in anno, ma la comunità non se ne interessò

Iniziò a frequentare i cimiteri per profanare le tombe, scegliendo specificatamente quelle di donne morte che potevano ricordargli la madre. Nel mentre conduceva una carriera criminale pluriomicida, ma nessuno sembrava accorgersi di nulla. Ad incastrarlo fu l’omicidio di Bernice Worden, madre del vice sceriffo. Era il 17 novembre del 1957.

Quel giorno l’emporio della signora Worden rimase chiuso per l’intera giornata, i residenti di Plainfield pensarono fosse dovuto alla stagione di caccia al cervo. Il figlio Frank entrò nell’emporio alle 5 del pomeriggio, dove trovò il registratore di cassa aperto e macchie di sangue sul pavimento.

Frank disse agli investigatori che Ed Gein era stato all’emporio la sera prima, dicendo che sarebbe tornato l’indomani per prendere un gallone di liquido antigelo. Sul luogo del delitto venne rinvenuta una ricevuta di vendita per corrispondenza, scritta dalla signora Worden la mattina della sua scomparsa. Ed venne arrestato la sera stessa in una drogheria di West Plainfield.

Il corpo decapitato di Bernice Worden venne ritrovato in un capannone nella proprietà di Ed, appeso a testa in giù, con i polsi legati e aperto in due a partire dalla vagina. La donna era stata uccisa con una carabina calibro 22, e le mutilazioni inflitte post mortem.

La testa fu rinvenuta in casa, con due chiodi conficcati ai lati:

Ed aveva intenzione di appenderla al muro come un trofeo

Oltre a Bernice Worden, l’uomo fu accusato dell’omicidio di Mary Hogan, tenutaria di una piccola locanda di Plainfield, scomparsa nel nulla alcuni mesi prima. Ma i ritrovamenti più macabri vennero fatti all’interno dell’abitazione dell’omicida. Gli agenti che vi fecero irruzione probabilmente si trovarono davanti il peggior spettacolo che avessero mai visto.

In tutta la casa c’erano resti umani, utilizzati per agghindare le pareti e la mobilia, o come stoviglie o abiti stravaganti. Nello specifico vennero rinvenuti: svariate ossa umane, un cestino per la carta in pelle umana, coprisedie in pelle umana, teschi utilizzati come oggetti d’arredamento, teschi femminili con la calotta recisa, teschi utilizzati come ciotole, un corsetto ricavato dal torso di una donna, maschere in pelle umana, una maschera ricavata dal corpo di Mary Hogan (conservata in un sacchetto di carta), il Teschio di Mary Hogan (conservato in una scatola), l’intera testa di Bernice Worden (conservata in un sacco di iuta), il cuore di Bernice Worden (conservato in una busta di plastica davanti alla stufa), nove vulve (conservate in una scatola da scarpe), il vestito di una giovane donna, una cintura fatta di capezzoli femminili, quattro nasi, due paia di labbra, un paralume in pelle umana e unghie provenienti da dita femminili.

Tutti questi macabri reperti vennero fotografati e in seguito distrutti

Le varie perizie psichiatriche confermarono la teoria secondo cui il desiderio di Ed era di cambiare sesso, in modo da poter rievocare la madre morta. Durante gli interrogatori, ammise che tra il 1947 ed il 1952 aveva fatto visita ai cimiteri in zona per un totale di circa quaranta volte, sostenendo però che agiva in uno stato confusionale e, trenta di quelle volte, tornò a casa a mani vuote. Interrogato e fortemente sospettato di necrofilia, Ed negò di aver profanato sessualmente i corpi dissotterrati, in quanto “avevano un odore troppo cattivo”.

Sotto, una cintura di resti umani:

Fu accusato anche di molti altri casi irrisolti in Wisconsin, inclusa la scomparsa nel 1953 di Evelyn Hartley, una baby-sitter di La Crosse. Durante il processo, tenutosi il 21 novembre 1957 colpì tutti una particolare dichiarazione di Ed:

Non ho mai ucciso un cervo

Questo creò un forte turbamento generale, in quanto spesso invitò amici e vicini a mangiare stufato di cervo da lui ucciso e cucinato. Qualcosa suggerì ai presenti che non fosse carne di cervo. Ed Gein venne giudicato mentalmente instabile e incapace di sostenere il processo.

Fu trasferito all’Ospedale Statale Centrale e, il 14 novembre 1968, i dottori stabilirono che fosse sufficientemente sano da poter sostenere il processo, tuttavia fu discolpato per infermità mentale. Scampata la sedia elettrica, passò gli ultimi 16 anni della sua vita in un manicomio criminale. Ed non perse un macabro senso dell’umorismo, ed era solito scherzare sulle vicende e i terribili assassinii che lo condussero in manicomio. Voci dicono che un giorno disse ad una guardia carceraria “Anch’io ho un cuore sa?”.

Ed Gein morì il 26 luglio 1984, a 77 anni, nell’Istituto di Salute Mentale di Mendota, a causa di un’insufficienza respiratoria causata da un cancro ai polmoni. Venne sepolto nel cimitero di Plainfield, tra i genitori e il fratello. Negli anni la sua lapide venne frantumata più volte dai ricercatori di souvenir macabri, nel 2000 venne addirittura rubata (e ritrovata nel 2001 nei pressi di Seattle) ma, nonostante questo, si spera che oggi possa riposare in pace accanto all’unica persona che sia mai riuscito ad amare: la propria Madre.

Immagine di pubblico dominio via Wikipedia


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