La Storia di Czesɫawa Kwoka: la Bambina assassinata ad Auschwitz ritratta da Wilhelm Brasse

Czesɫawa Kwoka è il nome di una bambina, alcuni la definirebbero ragazza, che aveva quattordici anni quando fu internata nel campo di concentramento di Auschwitz. E’ una delle oltre un milione e centomila persone che trovarono la morte nell’inferno in terra creato dal partito nazionalsocialista tedesco per risolvere la “questione ebraica”.

Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

La sua breve storia sarebbe finita nel dimenticatoio se Wilhelm Brasse (prigioniero numero 3444) non l’avesse fotografata per gli archivi del campo. Czesɫawa era una ragazza cattolica, che giunse al campo da Wolka Zlojecka, in Polonia, insieme alla madre, nel Dicembre del 1942. Visto che viveva a Zamosc, la posizione di una futura colonia tedesca, venne ritenuta una prigioniera politica.

Nell’immagine realizzata da Brasse, simile alle altre decine di migliaia (40/50 mila) che il fotografo scattò dal 1940 al 1945 al campo, si osservano tre distinte fotografie, come vennero scattate a moltissimi prigionieri:

Di profilo, di fronte e in posizione obliqua

Il taglio che si vede sul labbro della bambina testimonia la ferita inferta da una “Kapò” tedesca, una donna che la picchiò perché Czesɫawa non capiva la lingua e non le rispondeva (la lingua polacca, in Polonia, fu bandita dai nazisti e ritenuta illegale dall’occupazione del 1939).

Czesɫawa rimase ad Auschwitz per tre mesi prima di essere uccisa, sopravvivendo un mese in più della madre, Katarzyna Kwoka (prigioniero numero 26946). Entrambi i nomi delle donne sono in una lista di prigionieri ritenute parte della “resistenza” del campo.

Sotto, Brasse con una fotografia da lui scattata:

Il fotografo e compagno di prigionia Wilhelm Brasse ricordò il ritratto di Czeslawa in un documentario del 2005 a lui dedicato: “Era così giovane e terrorizzata. La ragazza non capiva perché si trovasse lì, e non riusciva a capire quello che le era stato detto. Quindi una donna Kapo’ (chiamata anche Blokowa) prese un bastone e la picchiò sul volto.

Questa donna stava sfogando tutta la propria rabbia sulla ragazza. Una bella ragazza, così innocente. La giovane pianse, ma non poteva far niente. Prima che le scattassi la fotografia, la piccola si asciugò le lacrime e il sangue dal taglio sul labbro. A dire la verità, mi sono sentito come se fossi stato colpito io stesso, ma non ho potuto interferire. Sarebbe stata un’interferenza fatale. Non potevi dir nulla“.

Czesɫawa Kwoka nacque a Wólka Złojecka il 5 Agosto del 1928, e morì assassinata dai nazisti il 12 Marzo del 1943, nel campo di concentramento di Auschwitz.

Non aveva ancora compiuto 15 anni

Czesɫawa e altre centinaia di migliaia di persone vennero uccise dalle guardie impiegate nei campi di prigionia tedeschi, mandati avanti da persone comuni. Anche di questi individui sono rimaste delle immagini, che raccontano quanto fosse “normale” per loro vivere quell’orrore, che non toglieva loro allegria e voglia di divertirsi. Ne vediamo alcuni qui sotto, fotografati in momenti di relax come ricordato nell’Album Höcker di cui abbiamo mostrato alcune immagini in questo articolo:

Tutte le immagini sono di pubblico dominio.

Matteo Rubboli

Sono un editore specializzato nella diffusione della cultura in formato digitale, fondatore di Vanilla Magazine. Non porto la cravatta o capi firmati, e tengo i capelli corti per non doverli pettinare. Non è colpa mia, mi hanno disegnato così...