La storia dell’Abito da Sposa nei Secoli e nelle Culture

Veicolo di significati e simbologie legati a riti e tradizioni vecchie di millenni, l’abito da sposa è oggi strettamente collegato al mondo della moda e alle ultime tendenze di questo settore.

Oggi si possono trovare moltissime tipologie di abiti da sposa, diversi per stile e modello, decorazioni e dettagli, lunghezza e volume, e la scelta dell'”abito giusto” è spesso legata a fattori estetici e al gusto personale della futura sposa.

Al contrario, in passato, l’aspetto dell’abito da sposa si è caricato di una moltitudine di significati, cambiando foggia e caratteristiche molte volte nel corso dei secoli e dimostrandosi essere un fedele specchio dei costumi e del gusto contemporaneo.

L’abito da sposa nella cultura occidentale: la veste migliore

Oggi, nei paesi accomunati dalla cultura occidentale, alla base del matrimonio ci sono scelte personali e legami amorosi. In passato i matrimoni delle famiglie benestanti e nobili erano considerati dei riti pubblici di alto valore sociale, e venivano combinati per assicurarsi legami familiari, politici ed economici vantaggiosi.

Mentre nell’antica Roma le donne patrizie vestivano un abito uguale per tutte, ma caratterizzato da elementi fortemente simbolici, nel periodo medievale la donna aristocratica destinata alle nozze vestiva colori accessi e tessuti pregiati, in un gioco di seta, velluto e perfino pelliccia. Con il suo abito doveva infatti rappresentare la ricchezza e lo status della sua famiglia, e quindi mostrarsi nella maniera più consona al suo ceto.

Per quanto riguarda le famiglie meno facoltose, mentre alcune tentavano di copiare l’abbigliamento nuziale delle famiglie benestanti, con tessuti meno pregiati, altre celebravano il matrimonio in maniera più semplice, e la sposa aveva indosso il vestito buono, spesso indistinguibile dagli abiti usuali.

Si può tuttavia osservare che la tendenza a voler vestire la sposa al meglio di quanto ogni famiglia potesse permettersi si è mantenuta nel corso del tempo, fino ad estremizzarsi: oggi si possono infatti trovare boutique che vendono abiti da sposa per diverse fasce di prezzo e atelier specializzati solo nella vendita di particolari prodotti sartoriali.

Foggia e modelli nel corso del tempo

Per quanto riguarda la foggia e il modello dell’abito da sposa, sono questi a venire influenzati maggiormente dalla moda di ogni epoca.

Prima del 1900 si riscontra una maggiore variabilità nei modelli di abiti nuziali, a partire dalla metà del XIX secolo si ha una estesa diffusione degli abiti da sposa lunghi e voluminosi, dominati da corsetti e maniche ampie, simili agli abiti vittoriani.

Gli anni ’20 del XX secolo segnano un drastico cambiamento, con la diffusione di abiti da sposa dal taglio più moderno e meno restrittivo, come le tuniche corte sul davanti e con lo strascico dietro, mentre già un decennio dopo il gusto si orienta di nuovo su abiti da boudoir lunghi fino ai piedi, spesso in raso e pizzo.

Visto lo stato di emergenza, il periodo delle guerre vede la capillare diffusione dei tailleur da sposa, semplici, pratici e con pochi decori, mentre a partire dagli anni ’50 il settore sposa si rivitalizza, proponendo nuovi modelli con gonne a ruota, dettagli ricercati, pizzi, decori fastosi e le prime concessioni al lato sexy e trasgressivo delle spose.

Nonostante un ritorno al minimalismo negli anni ’90, dove trionfano gli abiti sottoveste semplici e lineari, a partire dal XXI secolo la moda sposa ha deciso di spaziare in ogni direzione, proponendo abiti per tutti i gusti e tutte le forme, e sperimentando nuovi tagli e materiali.

Il bianco che non stanca mai

Anche se oggi esistono abiti nuziali praticamente di ogni colore, quando pensiamo a un abito da sposa “tradizionale” ce lo immaginiamo bianco, un bianco chiaramente declinato in molte sfumature, panna, crema, avorio e champagne.

In realtà in molti paesi il colore dell’abito da sposa è molto influenzato dalle tradizioni culturali, come dimostrano gli abiti nuziali delle diverse tribù di nativi americani della California, dove gli abiti delle spose hanno colori simbolici legati ai 4 punti cardinali.

Non tutti sanno che i primi abiti da sposa bianchi furono utilizzati dalle donne patrizie romane, perché a Roma il bianco era considerato il colore della nobiltà e dell’eleganza. Nel giorno del loro matrimonio, le spose romane vestivano una tunica bianca donata loro dai genitori, chiusa da un nodo che solo lo sposo poteva sciogliere. I loro capelli venivano ornati con corone di fiori, grano, mirto e rosmarino, simboli legati alla purezza e alla fertilità, e indossavano un velo giallo a rappresentare il fuoco di Vesta, la dea romana protettrice della famiglia e del focolare domestico.

Tra gli abiti da sposa bianchi più celebri della storia, non si può non citare quello che fu indossato da Maria Stuarda di Scozia, in occasione delle sue nozze celebrate nel 1558 con l’erede al trono di Francia Francesco II. La mise della giovane sposa destò grande scandalo, perché per le regine di Francia il bianco rappresentava in realtà il colore del lutto.

L’abito nuziale bianco si diffuse e divenne popolare solo a partire dal 1840, a seguito del matrimonio della regina Vittoria d’Inghilterra con il suo amato Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha. Anche in questo caso la sposa regina optò per il colore bianco, venendo meno alla tradizione, per simboleggiare che quella che andava all’altare non era una regina ma una donna innamorata.

Il suo bell’abito bianco è diventato un modello per le spose dei secoli successivi, e alla scelta di questo colore nel corso del tempo si sono associati altri significati, come quello della purezza e verginità della sposa, veicolato dalla religione cattolica.

L’abito da sposa delle culture orientali: spazio al colore

Anche se oggi, seguendo la moda dilagante, molte spose orientali optano per abiti bianchi dal gusto occidentale, la cultura orientale si caratterizza per la presenza di abiti da sposa colorati.

In particolare, in Cina i vestiti da sposa sono spesso rossi, perché il rosso è considerato un colore beneaugurante, e in altri casi color oro. Anche le spose dei paesi vietnamiti scelgono il rosso come colore del loro abito, che assume la forma tradizionale del Áo dài, mentre le spose giapponesi durante la cerimonia sfoggiano più abiti colorati, anche se quello di partenza è un kimono di colore bianco.

Il rosso, abbinato al verde, è il colore degli abiti nuziali delle donne dell’India settentrionale, mentre nelle regioni meridionali l’abito nuziale più diffuso è il sari bianco, anche se l’accessorio indispensabile in tutto il territorio è il velo, utilizzato dalle donne indiane e pakistane per coprire il loro viso durante il rito nuziale.

Quale che sia la sua foggia e il suo colore, la storia ci dimostra che l’abito da sposa rimane un capo senza tempo, in grado di emozionare e far sognare le donne di tutte le età.

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