La Storia del Vaccino: dall’anno 1000 ai giorni nostri

Il corpo umano è una macchina perfetta: nonostante la scadenza, mostra le qualità di uno stato e di una società organizzata, in cui tutto ha un ruolo, tutto si combina e si intreccia in un’osmosi, degna di rappresentare la bellezza del creato. Essendo un sistema aperto, in continua comunicazione con tutto ciò che lo circonda, questo stato possiede anche una propria armata, pronta a combattere le malattie. Il ministero della difesa è chiamato Sistema immunitario ed è composto da più organi e cellule deputati alla protezione del Self, i suoi concittadini, dal Non self, gli estranei.

Quando qualsiasi forma vivente attacca il nostro corpo, il ministro risponde con una strategia triplice garantendo, attraverso il suo vasto esercito, l’immunità dalle aggressioni di virus, batteri ed altre entità nemiche. Il primo meccanismo di difesa dell’organismo è rappresentato dalle barriere meccanico-chimiche, che hanno lo scopo di impedire la penetrazione degli invasori, tra cui si annovera la pelle. Quando questa prima linea viene oltrepassata, avanzano le truppe armate della seconda, detta anche immunità aspecifica o innata, fatta di soldati presenti fin dalla nascita, che agiscono velocemente ed indiscriminatamente contro tutti i nemici esterni.

Questa legione, agisce e tiene a bada il nemico per permettere la creazione di quella che è la terza linea difensiva, la più potente tra le armate dello stato corpo, risolutiva per la vittoria sul microrganismo, detta immunità specifica o acquisita. La peculiarità di questa terza linea, è data dalle cellule che la compongono: attraverso un fantastico meccanismo infatti, si sviluppano dei super soldati, creati per distruggere solo e soltanto quel nemico. Gli anticorpi, i principali componenti di questo esercito della vittoria, presentano sulla loro particolare struttura a forma di y, delle strutture complementari a quelle presenti sul nemico: grazie a queste, riescono a legarsi ad esso, in modo unico e specifico, come una chiave entra in una determinata serratura, lo portano alla morte, sacrificandosi per la patria. Il sistema immunitario inoltre, possiede una memoria di riconoscimento dell’invasore, che gli permetterà di agire in modo più risoluto e veloce, nel caso di attacchi futuri da parte dello stesso microrganismo.

Nonostante queste strategie interne, molte malattie, nei secoli, hanno ottenuto vittorie catastrofiche, decimando la popolazione umana a livello mondiale: vaiolo, peste, colera sono una ben nota triade di morte. Una valida e potente strategia di difesa conferita dal progresso scientifico allo stato corpo, è il vaccino: in pillole, esso consiste nell’introdurre una forma attenuata del microrganismo che causa la malattia, direttamente nel corpo, allarmando così il ministro della difesa, che risponde inviando le sue truppe, della seconda e terza linea, sconfigge il nemico depotenziato artificialmente e lo memorizza in archivio, pronto ad essere più veloce ed efficace nel caso di un nuovo attacco dello stesso. Una strategia astuta, che usa il nemico a proprio vantaggio e contro sé stesso.

Sotto, anticorpi al microscopio, fotografia di pubblico dominio via pixnio:

Storia del vaccino: la variolazione

Una tecnica antica e grezza di vaccinazione, veniva già praticata in Cina e in India dall’anno 1000: chiamata variolazione, perché contrastava il virus del vaiolo, la Variola, essa prevedeva l’inoculazione in un individuo sano, di materiale infettivo estratto dalle pustole di un malato lieve o in via di guarigione. La scoperta del vaccino è datata 1796 e considerata frutto dello studio e approfondimento della variolazione, da parte di un medico inglese, Edward Jenner.

Tuttavia, bisogna fare un passo indietro, di quasi trent’anni prima dell’operato di Jenner, per dare lo spazio che merita, a colei che ha diffuso e promosso con la sua tenacia (considerata alquanto sfacciata per una donna della sua epoca), questa tecnica anti-vaiolo in Europa: Lady Wortley Montagu. Tale tecnica infatti, non avrebbe mai raggiunto il vecchio continente e quindi, probabilmente neanche Jenner, senza l’operato di questa donna e la sua testardaggine: non solo perché era un metodo straniero, ma soprattutto perché usato dai Turchi, un popolo malvisto dagli europei degli inizi del XVIII secolo.

Lady Mary Wortley Montagu (1689-1762)

Lady Mary Wortley Montagu (1689-1762), consorte di un diplomatico inglese a Costantinopoli, spicca per la sua raffinatezza, eleganza, bellezza, ironia, cultura ma soprattutto per il suo temperamento ribelle, per la quale molti l’hanno definita come la pioniera del femminismo inglese. Nota in letteratura anche come poetessa, di lei si ricorda un epistolario le Turkish Letters, redatto durante la permanenza a Costantinopoli: questa raccolta di lettere in stile giornalistico, contribuisce ad una migliore conoscenza della Turchia, sfatando molti pregiudizi sul suo popolo. Instancabile viaggiatrice, questa traveller female, amica degli esponenti più importanti della letteratura e di altri àmbiti della sua contemporaneità, è degna di considerazione e rilevanza, per il suo grande slancio umanistico: difatti è la donna che senza studi in campo medico, ha attivato la prima campagna vaccinica della storia umana.

Sotto, Mary Wortley Montagu, dipinto di Charles Jervas (1716 ca.).:

Durante la sua permanenza in Turchia Lady Montagu, scoprì e sperimentò anche sulla sua pelle butterata dal vaiolo, la tecnica della variolazione usata dalle donne circasse per prevenire gli esiti deturpanti della malattia: queste, si pungevano con aghi intinti nel pus di pustole vaiolose, di persone malate in forma minore o in via di guarigione, contraendo in tal modo una forma attenuata della malattia, che non comportava la formazione di cicatrici sulla pelle e nello stesso tempo conferiva loro, l’immunità. Pur essendo una pratica, rozza, non esente da rischi, perché poteva trasmettere altre malattie come la sifilide o portare alla morte, la Montagu una volta tornata in Inghilterra, la divulga con molto fervore e accanimento, mostrando le testimonianze reali della sua efficacia: sé stessa e i due figli.

Vignetta satirica di James Gillray del 1802: Edward Jenner è intento a vaccinare delle persone dal vaiolo ma il vaccino, anziché prevenire la malattia, dà vita a delle vacche che escono dalla pelle:

Grazie alla sua campagna promozionale, la tecnica dell’ingrafting turca, supera le ostilità della comunità medica, (perché pratica senza supporto scientifico e di medicina orientale) e viene approvata dal popolo inglese, poi europeo, raggiungendo anche membri delle famiglie reali. Nel frattempo, la lady inglese, continua ad essere fedele a sé stessa e al suo modo di vivere: viaggi e soggiorni soprattutto in Italia, dove risiederà per qualche tempo nella sua villa sul lago d’Iseo, separata dal marito perché innamorata di altri uomini. Muore nel 1762 a Londra, scontenta e disillusa dall’amore, ma salvezza di molte persone dal vaiolo, come ricorda il Parini, nell’ ode L’innesto del vaiuolo (1765):

O Montegù, qual peregrina nave/ Barbare terre misurando e mari/ Portò sì gran tesauro/ Che a pareggiare non che a vincer basti/ Quel, che tu dall’Eussino a noi recasti?

La variolizzazione tuttavia è pericolosa perché il soggetto può morire. Nel 1796, trent’anni dopo l’operato di Lady Montagu, Edward Jenner, naturalista e medico di campagna del Glocestershire, nota che i contadini, malati di vaiolo bovino contratto durante la mungitura delle mucche, una volta superata la malattia, non si ammalavano della variante umana della malattia, più letale. Così il dottore, inietta del materiale di una pustola di vaiolo bovino ad un bambino di otto anni. Dopo alcuni mesi inocula di nuovo questo individuo ma con il vaiolo umano e come si aspettava, il paziente non si ammalò, perché immunizzato. Forte dei suoi risultati, Jenner pubblica, nel 1798 An inquiry into the causes and the effects of the variolae vaccinae, or cow pox, in cui riporta casi di immunizzazione mediante inoculazione di vaiolo bovino.

Da allora questa nuova pratica più sicura, sostituisce la precedente variolazione e viene chiamata vaccino, da “vacca”, in omaggio agli studi di Jenner. Le ricerche di questo medico, furono importanti per eradicare il vaiolo e porre le basi per le scoperte successive, riguardanti le malattie infettive e lo sviluppo dell’immunologia come studio scientifico e branca della medicina. Tuttavia, è l’audacia di lady Montagu che ha permesso tutto questo: mostrando la sua autorevolezza di donna emancipata ed indipendente, partorisce una tappa fondamentale del progresso medico e i primi segni di un necessario cambiamento della visione della donna, nonché di un vaccino, contro i valori retrivi e maschilisti della società ad essa coeva. Cosa accomuna, Jenner e Lady Montagu, così diversi tra loro? Sono gli Adamo ed Eva, di un nuovo modo di vedere l’umano e la natura. Lo slancio umanistico, lo spirito di ricerca e il vaccino stesso, eludono le leggi naturali e quelle umane, che fino ad allora avevano decretato il confine invalicabile della conoscenza.


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