La Rete micorrizica: il Wood Wide Web delle Piante

Sappiamo che le piante non possono muoversi. Le pensiamo come esseri silenti che, maestosi, osservano il mondo dal ristretto spazio in cui abitano le loro radici. Così, attraversando un bosco e osservando quell’intrico di rami che alti si diramano verso il cielo, non prestiamo attenzione al mondo sotterraneo che nutre e abita il sottosuolo.

E se dicessimo ora, che nell’essenza invisibile di quello spazio sommerso vive un attivissimo centro di scambio, commercio e comunicazione?

Strano immaginarlo. Eppure, col loro segreto linguaggio, le piante comunicano, guerreggiano, si aiutano e si scambiano continuamente informazioni e sostanze nutritive. Ma com’è possibile tutto questo?

Abeti Douglas

Immagine di Walter Siegmund  via Wikipedia – licenza CC BY 2.5

Esiste una resiliente rete di fughi che con i suoi ricchi filamenti riveste e compone le radici delle piante. Un reticolato capace di misurare 100 chilometri nello spazio di un nostro semplice passo. È la rete micotica dei funghi, che abbracciando le radici delle piante crea quel filato che similmente al nostro internet (World Wide Web), funge da sistema di raccolta e smistamento di risorse e informazioni.

È la cosiddetta Wood Wide Web, o rete micorrizica

Di Wood Wide Web si inizia a parlare verso la fine degli anni novanta. Sarà l’ecologa forestale canadese, ricercatrice ed insegnante presso l’Università della Columbia Britannica, Suzanne Simard, a darne una prima sensazionale prova.

Con il suo studio, Simard mostra come il cuore della vita vegetale si esplichi in quel labirinto di  radici e di chilometriche ife dei funghi, capaci di creare un polo connettivo essenziale per la vita di innumerevoli specie vegetali. Dopo Simard, molti altri ricercatori muovono il loro sguardo verso questo tema.

La rete micorrizica crea un sistema di “relazioni sociali”

Immagine di Salsero 35 via Wikipedia – licenza CC BY-SA 4.0

Nel 2019 la Crowther Lab in Svizzera e l’Università di Stanford negli Stati Uniti, pubblicano i risultati delle minuziose ricerche sulle foreste del mondo e sugli alberi esistenti sul pianeta. Una ricerca sbalorditiva che annuncia una prima mappatura di quel primordiale schema connettivo che opera insospettabile da milioni di anni.

È evidente dunque che negli organismi vegetali risieda un’intelligenza che va oltre l’immaginario comune. La loro, è una comunicazione attiva ed efficiente per l’intero ecosistema. Connettendosi, anche a grandi distanze, le piante possono costantemente fronteggiare i cambiamenti climatici, accedendo ai limitati nutrienti presenti nell’atmosfera. E ci si chiederà forse il perché della complessa interdipendenza che unendo, offre mutuo reciproco soccorso a piante e funghi.

Ebbene i funghi, non potendo compiere la fotosintesi, hanno bisogno delle piante. Dal canto loro però, imbattibili nell’esplorare il terreno, intercettano tutte le vitali sostanze e informazioni tanto preziose per gli alberi ad essi connessi. Da qui le origini di quello che sembra l’accordo di collaborazione sancito tra le due creature: da un lato i funghi offrono l’acqua, i minerali e le sostanze chimiche necessarie agli alberi, ottenendo in cambio gli zuccheri ed il carbonio frutto della fotosintesi. Non solo. Essi si offrono quali attenti ricettori dei messaggi di allarme nei casi di attacco da parassiti. Certo, anche questa interazione mutualistica soffre la minaccia di specie che tendono ad infiltrarsi in tali collegamenti per rubare risorse o danneggiare qualche rivale.

Rete micorrizica su abete bianco: il micelio (in bianco) assume la forma di sottili filamenti (ife) in grado di coprire le radici (in marrone) come un piumino

Immagine di Silk666 via Wikipedia – licenza CC BY – SA 3.0

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Un mondo affascinante e sorprendente, che mostra l’essenza altruistica e cooperativa di questa realtà vegetale che ci circonda e in un certo qual modo ci somiglia.

Nella loro infinita saggezza, gli alberi riconoscono e nutrono ognuno dei loro discendenti, seppur molto distanti. Come una madre con il figlioletto, gli alberi più anziani accudiscono le piantine germogliate e più in ombra, assicurandone così la sopravvivenza. Essi soccorrono con il nutrimento necessario anche le altre piante in difficoltà. Si proteggono vicendevolmente, producendo apposite sostanze capaci di attrarre insetti predatori per controbattere l’azione di eventuali parassiti. Condividono il loro sapere. E molto altro ancora.

In procinto di abbandonare la vita, gli alberi malati o consci di non poter sopravvivere oltre, ritirano le proprie radici facendo posto a quelle dei giovani, rilasciando nel terreno le loro ultime risorse affinché ogni granello di quella vita possa essere infine reimpiegato.

Tra tutti gli alberi, quelli più grandi ed anziani, detti Alberi Madre o alberi HUB, sono la più pura essenza della Wood Wide Web. Capaci di tener vive connessioni anche tra esemplari di specie diverse, sono i maggiori sostenitori di ogni ecosistema. Un po’ come una nonna che offre il sapiente consiglio al nipote, essi trasmettono la saggezza di una vita agli alberelli più giovani, dando informazioni chimiche su come affrontare al meglio il clima e l’ambiente circostante.

Recentemente, la scoperta di un team di ricercatrici italiane (apparsa sul “Scientific Reports” – rivista del Gruppo “Nature”), mostra che il Wood Wide Web, ha sensazionali capacità di vita propria. Esso può sopravvive anche cinque mesi dopo il taglio della parte aerea della pianta. Ciò prova che la vita del bosco, intesa come rete comunicativa e di supporto, esplica la sua funzione indipendentemente dalla vita della singola piantina. Continuando a creare nuovi legami, nel breve lasso di tempo disponibile, il Wood Wide Web ci parla di un’anima di vita che aspira al sostegno ed alla generazione di nuova vita; anche dopo la morte della piantina stessa.

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Limodorum abortivum: un’orchidacea spontanea tipica del bacino mediterraneo. Esempio di pianta micoeterotrofa che trae energia e nutrienti dalle reti micorriziche

Immagine di Patrice 78500 via Wikipedia – licenza CC BY-SA 4.0

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Il mondo che vibra sotto i nostri piedi, fatto di un altruismo e di una cooperazione cui sembriamo spesso alieni, dovrebbe toccare i nostri pensieri chiamando a rapporto l’operare umano. Ed essendo noi tutti parte del medesimo ecosistema, quell’ordito sotterraneo diviene di vitale importanza anche per noi, data la sempre più prepotente minaccia della crisi climatica. Così, affliggendo in modo dissoluto parti del Wood Wide Web, distruggendo deliberatamente intere foreste, si privano le piante di quella rete di sostegno indispensabile alla loro sopravvivenza. Campagne come la Trillion Tree Campaign dell’Onu per la piantumazione di nuovi alberi in tutto il mondo, sono in tal senso fondamentali.

Proteggere quel Wood Wide Web di cui abbiamo scoperto l’esistenza, ascoltando le necessità di tante biodiversità ed assicurando il corretto equilibrio tra specie di alberi e tipologie di funghi, significa perciò venire indirettamente anche in soccorso dell’uomo e della sua possibile futura sopravvivenza.

Una piccola rappresentazione di quanto detto viene data in questo breve video di TED-ed:


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