Paesi Bassi, 12 maggio 1897. Vicino al villaggio olandese di Yde, due operai intenti a scavare la torba vedono sorgere dalle acque putride della palude una mummia dai capelli rossi. Convinti di aver scoperto un demonio, i due fuggono via, terrorizzati di incorrere in una qualche maledizione per aver osato disturbare quella creatura. Tuttavia, nove giorni più tardi, i resti della misteriosa mummia vengono rinvenuti dal sindaco della città, il quale provvede subito a raccoglierne i resti e spedirli alle autorità locali.
La Ragazza di Yde. Fotografia via Wikipedia CC BY-SA 3.0:
A dispetto del fatto che al momento del rinvenimento il cadavere fosse molto ben conservato, quando giunge al Drents Museum per delle analisi le sue condizioni sono irrimediabilmente peggiorate: le ossa erano state danneggiate e i denti erano caduti quasi tutti, così come i capelli. La perfetta conservazione della mummia viene dunque imputata alla presenza di acido tannico nell’acqua di palude, perciò non stupisce più di tanto quell’improvviso peggioramento dato dall’averla portata via dal liquido stagnante.
Chi era la mummia della palude di Yde?
Secondo le analisi effettuate, la misteriosa mummia era stata uccisa tra il 54 a.C. e il 128 d.C. e prima di diventare oggetto di chiacchiere e speculazioni fra i villici di Yde, era stata una ragazza di circa 16 anni. A causa degli scavi effettuati dai due operai che l’hanno scoperto, il corpo della mummia è stato spaccato involontariamente in due, tanto che al giorno d’oggi soltanto la testa, il busto, la mano destra e i piedi sono gli unici resti rimasti.
Il punto esatto ove venne rinvenuto il corpo. Fotografia di Ruud Zwart condivisa via Wikipedia:
Ciò nonostante, il quadro generale del ritrovamento risulta sufficientemente chiaro: il cadavere era stato avvolto da una coperta di lana con una fune dello stesso materiale attorno al collo, legata in tre giri, un lato della testa completamente rasato e una ferita da coltello vicino alla clavicola.
Omicidio o sacrificio umano?
Vi sono diverse teorie sul motivo dell’omicidio della giovane ragazza.
Il motivo più discusso da tutti è che la vittima era stata sacrificata per via delle sue condizioni fisiche. Di fatti, stando alle analisi, l’altezza della fanciulla raggiungeva a malapena un metro e quaranta ed era affetta da scoliosi.
All’epoca, condizioni simili potevano essere definiti come segni di offese agli occhi degli dei
Diffuso era il fenomeno del changeling, ovvero sia la credenza che il proprio figlio venisse scambiato con un altro bambino, solitamente vittima di deformità fisiche. Quando ciò accadeva, il sostituto veniva sacrificato ad entità divine. Però queste sono solo speculazioni.
Anche l’avere i capelli rossi era forse sinonimo di presenza demoniaca, si pensava che le persone i cui capelli erano di quel colore fossero possedute dal demonio o, peggio ancora, fossero il diavolo in persona.
“Sono state riportate due teorie,” dice il Dr. Roy van Beek, il quale è a capo delle ricerche e analisi del caso. “La prima afferma che furono coinvolte persone che non vivevano seguendo le leggi stabilite. I corpi di paludi erano probabilmente persone giudicate criminali o colpevoli di adulterio. La seconda spiegazione, più diffusa, è che si sia trattato di sacrifici a forze superiori.”
A distanza di secoli, nel 1992, all’Università di Manchester l’esperto in ricostruzione facciale, Richard Neave, tramite una TAC al cranio della mummia riesce a ricostruire il volto della ragazza. Avendo a che fare con resti danneggiati, Neave ha potuto solo ipotizzare alcuni particolari del volto della fanciulla, come ad esempio il naso e altri piccoli dettagli facciali.
Ricostruzione facciale a cura di Richard Neave
Il suo volto mostra tristezza, come a voler esternare il dolore provato durante quella crudele fine che le è stata imposta. Probabilmente non si scoprirà mai il reale motivo della sua uccisione, ma l’aver trovato i resti del suo corpo e stare tentando, per quanto possibile, di ricostruire l’accaduto…
Oggi i resti della ragazza dai capelli rossi sono esposti al Drents Museum ad Assen, nei Paesi Bassi. E nel luogo del rinvenimento della mummia sono presenti foto e resoconto della storia, per non dimenticare mai il sacrificio della Ragazza di Yde.