La Pareidolia del Geroglifico a forma di Elicottero nel tempio di Seti I ad Abydos

Nell’immagine che avete cliccato per aprire il video avete forse visto un elicottero, un sottomarino e probabilmente anche un aereo, oppure una navicella stile Futurama. Tutto normale, non preoccupatevi, non avete le traveggole. A prima vista questi antichi geroglifici egizi sembrano stati realizzati pochissimo tempo fa e non appartenere a un tempio con oltre 3.200 anni di storia.

Scritti, o meglio scolpiti, durante il regno di Seti I, tutta la parete del Tempio di Abydos riporta la dicitura originale, che può essere tradotta in “Colui che respinge i nove nemici dell’Egitto”, mentre successivamente fu riscritta, durante il regno del grande faraone Ramses II in “Colui che protegge l’Egitto e rovescia i paesi stranieri”.

Tra geroglifici ordinari come un simbolo che rappresenta una mosca, ben visibile sulla sinistra, la scrittura mostra quello che sembra essere un elicottero, così come quello che sembra un aeroplano, un sottomarino o un veicolo spaziale, forse anche un carro armato e, quello più evidente, un elicottero proprio al centro della foto. Questi geroglifici sono stati interpretati dai più fantasiosi appassionati di ufologia e di OOPArt, una sigla che indica gli “Out Of Place Artifacts, malamente traducibile in “Artefatti fuori posto”, in pratica strumenti e oggetti incompatibili con la tecnologia dell’epoca, come una rappresentazione della tecnologia moderna nell’antichità, una conoscenza data agli antichi egizi da entità extraterrestri. Secondo alcuni teorici del complotto temporale/ufo, per non parlare dei rettiliani, gli alieni avrebbero portato questi mezzi di trasporto futuristici agli antichi egizi che ne avrebbero carpito la tecnologia per costruire edifici eccezionali come le piramidi, o per effettuare complesse operazioni chirurgiche impossibili da immaginare nella loro epoca come interventi al cervello o trapianti di cuore.

La realtà, come spesso accade, è molto più semplice e facilmente spiegabile. Gli archeologi ritengono che le scritture non rappresentino nulla di insolito. I geroglifici che mostrano la “tecnologia moderna” sono soltanto frutto della pareidolia, ovvero l’illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti dall’aspetto casuale, o di una interpretazione errata. Nell’antico Egitto era normale che i geroglifici venissero scolpiti e riscolpiti nel tempo, in corrispondenza con l’insediamento di un nuovo faraone al potere, che riutilizzava quanto fatto dai precedenti per risparmiare tempo e denaro.

Fotografia sotto e in copertina di Olek95 condivisa con licenza Creative Commons 3.0 via Wikipedia:

E questo è proprio il caso del tempio di Seti I ad Abydos. Quando Ramses II divenne faraone, nel 1279 a.C, alcuni dei geroglifici nel tempio di Seti I furono scolpiti modificando quelli precedenti, il che portò alla creazione, casuale e non volontaria, delle forma che sembra descrivere elicotteri e navi spaziali. La nuova scrittura veniva realizzata intonacando nuovamente la parete e scrivendo sopra l’antico testo.

Nel corso dei millenni parte dell’intonaco soprastante si è parzialmente sgretolato, lasciando il posto agli antichi segni del tempo di Seti I combinati a quelli del tempo di Ramses II. Il fatto che i segni si trovino molto in alto nel tempio non consente ai visitatori di apprezzare i diversi livelli dell’intonaco, e così, guardando soltanto l’immagine bidimensionale di una fotografia, si crea l’illusione dell’elicottero, del carro armato e dei veicoli militari del XX secolo.

In realtà quei segni erano dei geroglifici tradizionali, utilizzati quotidianamente dagli Antichi Egizi, che soltanto a causa della sovrapposizione e dello sgretolamento parziale dell’intonaco hanno assunto un aspetto che, a noi moderni, può ricordare veicoli o altri oggetti “fuori posto”. Con buona pace dei sostenitori della teoria aliena della genesi della civiltà Egizia.


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