Correva l’anno 1907 quando tre dei setti figli maschi della famiglia Jacuzzi decisero di emigrare negli Stati Uniti. Volevano sfuggire a una miseria atavica, quella dei contadini del Friuli, una regione che ha visto molti dei suoi figli partire per le Americhe (con destinazione prevalentemente Stati Uniti e Argentina). Francesco, Rachele e Valeriano si ritrovarono a fare lo stesso faticoso mestiere di sempre: braccianti agricoli, anche se nell’assolata California.
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
Una differenza però c’era:
In America riuscivano a campare, e addirittura a raggranellare qualche risparmio
Nel giro di pochi anni arrivarono negli Stati Uniti anche gli altri fratelli: Gelindo, Candido, Giocondo e Giuseppe, le cinque sorelle e i genitori.
Dai frutteti della California, osservando il volo dei primi aerei in mostra a San Francisco (in occasione della prima Fiera Mondiale), il primogenito Rachele, appassionato di meccanica, intuì che il disegno dell’elica poteva essere migliorato. Progettò l’elica Toothpick Jacuzzi: il primo dei molti successi dei fratelli italiani, che si tuffarono nel business dell’aeronautica. Progettarono il primo monoplano a cabina chiusa, e poi un sette posti, che durante un volo dimostrativo si schiantò rovinosamente. Si concluse così la vita di Giocondo Jacuzzi, di due impiegati dell’azienda e l’avventura nel mondo dell’aviazione dei fratelli friulani.
La Jacuzzi Brothers, fondata nel 1915, nel 1921 ripartì da zero. Sviluppò diversi brevetti in campo idraulico con particolari applicazione nell’agricoltura, come una pompa per l’estrazione dell’acqua, che fu acquistata praticamente da tutti i contadini americani per irrigare i campi, e una ventola di aria calda che consentiva di far sciogliere la brina nei frutteti.
Sotto, una fotografia d’epoca della “Jacuzzi Brothers” al tempo della costruzione di parti per aeroplani:
Alla morte di Rachele, Candido, il minore dei fratelli, prese in mano le redini dell’azienda che, per una sfortunata circostanza, svilupperà uno dei prodotti di lusso per antonomasia, la vasca idromassaggio. Kenneth, il figlio più piccolo di Candido, nel 1943, quando aveva appena 15 mesi, si ammalò di una febbre reumatica che ebbe come conseguenza una forma sistemica di artrite reumatoide. Malattia che, secondo i medici, non gli avrebbe fatto raggiungere i tre anni di età, tra dolori insopportabili e una ridottissima capacità di movimento.
La famiglia di Candido Jacuzzi
Per alleviare le sofferenze del piccolo, la madre Inez lo portava a fare delle sedute di idroterapia nell’ospedale cittadino, finché chiese al marito di inventarsi una pompa da utilizzare nella vasca da bagno di casa, per garantire una maggiore continuità alla terapia, che in quel momento sembrava davvero aiutare Ken, e gli dava immediato sollievo.
Fu così che Candido sviluppò la pompa che poi sarebbe stata chiamata J-300, il primo idromassaggio casalingo
Al medico che seguiva Ken fu mostrata l’invenzione, ed egli suggerì che altri avrebbero potuto beneficiare della pompa per l’idromassaggio. Fu così che Candido, dopo molte discussioni con i fratelli, restii ad entrare in concorrenza con colossi come la General Electric, decise di iniziare la commercializzazione della pompa.
Candido e Kenneth Jacuzzi
Il dado è tratto: nel 1956 inizia la commercializzazione della pompa J-300, un sistema di idromassaggio accessibile che entrò in moltissime case americane. Da allora il nome Jacuzzi è sinonimo di vasca idromassaggio, un prodotto di lusso non per tutte le tasche, venduta nella sua versione integrata a partire dal 1968.
Le vasche idromassaggio divennero celebri in tutto il mondo anche grazie ai film e alle pubblicità con le dive del cinema che ne mostravano l’esclusività, fra tutte Jayne Mansfield, che fu mostrata immersa in una Jacuzzi dorata a forma di cuore, ma anche Rita Hayworth e Marilyn Monroe.
Il resto è storia: quella di una famiglia di immigrati italiani che ha inventato qualcosa di rivoluzionario ma che non si è mai dimenticata delle sue radici, tanto che nel 1970 ha riportato parte della sua produzione in Italia, precisamente a Valvasone, in quel Friuli dal quale erano partiti in cerca di fortuna, poco più di sessant’anni prima.
Ken Jacuzzi è morto all’inizio del 2017 a 75 anni di età. Anche se costretto su una sedia a rotelle da moltissimo tempo, la sua è stata una vita piena, vissuta anche grazie alla determinazione di un padre e di una madre che non volevano rassegnarsi a perderlo.
Fonte Immagini: Jacuzzi.