Recenti analisi genetiche hanno dimostrato che alcuni ceppi dei primi abitanti dell’Europa sono misteriosamente scomparsi verso la fine dell’ultima era glaciale, sostituiti da altri e diversi gruppi geneticamente diversi. La scoperta si deve ad alcuni ricercatori tedeschi che hanno analizzato decine di resti fossili raccolti in tutta Europa.
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
Il ricambio genetico fu probabilmente dovuto ai rapidi cambiamenti climatici che si verificarono nel continente 14.500 anni fa, a cui i primi abitanti europei non riuscirono ad adattarsi, secondo la spiegazione di Cosimo Posth, dottorando in archeogenetica presso l’università di Tubinga, in Germania.
Sotto, teschio di Homo Sapiens, fotografia di Tim Dorr condivisa con licenza Creative Commons 2.0 via Flickr:
Le variazioni di temperatura che ci furono a quel tempo, spiega Posth: “erano enormi, rispetto ai cambiamenti climatici che stanno avvenendo nel nostro secolo. Bisogna immaginare che anche l’ambiente è cambiato abbastanza drasticamente”.
Gli europei hanno un patrimonio genetico lungo e intricato: i primi esseri umani moderni che emigrarono dall’Africa tra i 40.000 e i 70.000 anni fa, una volta occupato un territorio, si accoppiarono con i Neanderthal locali.
Quando, circa 10-12.000 anni fa, in Medio Oriente si sviluppò l’agricoltura, i cacciatori-raccoglitori europei furono spazzati via dai contadini provenienti dalla mezzaluna fertile. Circa 5.000 anni fa, un gruppo di cavalieri nomadi chiamati Yamnaya emerse dalle steppe dell’Ucraina e si mescolarono con gli indigeni Europei. Inoltre, circa 4.500 anni fa, un intero ceppo genetico di antichi europei scomparve misteriosamente.
Ma fino ad ora poco si sapeva dell’occupazione umana dell’Europa tra il primo esodo dall’Africa e la fine dell’ultima era glaciale, circa 11.000 anni fa. Per alcuni periodi di quell’era, una vasta calotta glaciale ricopriva gran parte del Nord Europa, mentre i ghiacciai dei Pirenei e delle Alpi bloccavano il passaggio est-ovest attraverso il continente.
Per avere un quadro migliore dell’eredità genetica degli europei durante questa ondata di freddo, Posth e i suoi colleghi hanno analizzato il DNA mitocondriale – il materiale genetico trasmesso da madre in figlia – dei resti di 55 differenti fossili umani, vecchi tra i 35.000 e i 7.000 anni, e provenienti da tutto il continente, dalla Spagna alla Russia. Sulla base di mutazioni o cambiamenti di questo DNA mitocondriale, i genetisti hanno identificato grandi popolazioni genetiche, o super-aplogruppi, che condividono lontani antenati comuni.
Posth prosegue: “In pratica tutti gli esseri umani moderni, tranne gli africani, dall’Europa alla punta del Sud America, appartengono a questi due super-aplogruppi che sono M o N”,. Al giorno d’oggi, tutti coloro che sono di discendenza europea hanno l’aplotipo mitocondriale N, mentre il sottotipo M è comune in tutta l’Asia e Australasia.
Il team ha scoperto che nelle antiche popolazioni europee l’aplogruppo M ha predominato fino a circa 14.500 anni fa, quando misteriosamente e improvvisamente scomparve. L’aplotipo M oggi non è più presente in Europa, ma era quello degli antichi europei, che condivisero, fino a circa 50.000 anni fa, un antenato comune con le popolazioni che ancor oggi hanno questo patrimonio genetico.
Secondo i ricercatori, l’analisi genetica rivela che gli europei, gli asiatici e gli australiani possono discendere da un gruppo di umani partiti dall’Africa, che rapidamente si sparpagliarono tra i continenti, ma non prima di 55.000 anni fa. Al culmine dell’era glaciale, circa tra i 19.000 e i 22.000 anni fa, i nostri progenitori per sopravvivere cercavano dei “rifugi climatici”, o regioni d’Europa libere dal ghiaccio, come la moderna Spagna, i Balcani e l’Italia meridionale. Le popolazioni che riuscirono a sopravvivere in luoghi più a nord si ridussero drasticamente di numero.
Poi, circa 14.500 anni fa, la temperatura salì in modo significativo, la tundra fu soppiantata dai boschi, e alcuni animali come il mammut o le tigri dai denti a sciabola scomparvero dall’Eurasia.
Per una qualche ragione, le già ridotte popolazioni appartenenti all’aplogruppo M non furono in grado di sopravvivere a questi cambiamenti del loro habitat, e una nuova popolazione, del sottotipo N, sostituì i sopravvissuti del gruppo-M, ipotizzano i ricercatori. Da dove provenissero queste persone del gruppo-N è ancora un mistero ma, secondo Posth, la più recente generazione di Europei potrebbe essere arrivata da quei rifugi dell’Europa meridionale non più isolati dal ghiaccio. Queste popolazioni probabilmente riuscirono ad adattarsi meglio alle condizioni di riscaldamento dell’Europa centrale.
Fonte: LiveScience