Durante l’estate del 1500 dal porto di Lisbona partì una nave (secondo un’altra fonte partirono due navi da Terceire), comandata da Gaspar Corte-Real, un navigatore e proprietario terriero portoghese provvisto di una patente concessa da re Manuele I il 12 maggio, con la quale gli concedeva i diritti di possesso sulle terre che avrebbe scoperto. La direzione presa era l’ovest; si dirigeva verso le terre scoperte pochi anni prima da Colombo. Che i Portoghesi sapessero già da diversi anni dell’esistenza di una terra occidentale è oggetto di dibattito: il padre di Gaspar, João Vaz Corte-Real, durante uno dei suoi viaggi pare si fosse imbattuto nella Terra Nova do Bacalhau, identificata con Terranova, anche se con ogni probabilità si tratta solo una storia inventata ad-hoc nel XVI secolo per rivendicare il diritto di possesso del regno di Portogallo sulle terre nordamericane.
Una statua di Gaspar Corte-Real, situata nella città di St. John’s, Terranova. Fotografia di Kbq430 condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Wikipedia:
Dopo un lungo viaggio raggiunse una terra fredda e ricoperta di alti alberi, intorno al 50° parallelo nord, quindi nell’area Capo Bretone-Terranova-Labrador, che chiamerà Terra Verde. Tornerà a Lisbona prima della fine dell’anno, per poi risalpare nel gennaio seguente. Gaspar non perdette tempo e armò una nuova spedizione, composta da tre navi, salpando alla ricerca di nuove terre. L’8 ottobre 1501 una delle navi rientrerà nel porto della capitale portoghese.
Statua di Gaspar Côrte-Real (1450 circa – 1501 circa), navigatore portoghese, nel Padrão dos Descobrimentos (Monumento alle Scoperte) a Lisbona, in Portogallo. Fotografia di christopher_brown condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Wikipedia:
In una lettera datata 19 ottobre 1501 si legge:
“L’8 di questo mese è arrivata una delle due (sic) caravelle che questo Re Serenissimo inviò sotto il comando del capitano Gaspar Cortereal alla scoperta di una terra verso tramontana. Si segnala che abbiano trovato a duemila miglia da qui, tra nord-ovest e ovest, un paese finora sconosciuto. Hanno percorso circa sei o settecento miglia dalla costa di questa terra senza mai trovare la fine, il che li porta a credere che sia la terraferma. Questa terra segue quella scoperta l’anno precedente più a nord. Le caravelle non potevano arrivarci a causa del mare ghiacciato e della neve. La loro opinione è confermata dalla grande presenza di fiumi, perché sicuramente un’isola non può contenerne così tanti. Dicono che quel paese è molto popolato e che le case degli abitanti, costruite in legno, sono di grandi dimensioni e ricoperte all’esterno di pelle di pesce [più probabilmente intendevano pelli di foca].
Hanno portato qui sette indigeni, uomini, donne e bambini. L’altra caravella, che attendiamo di ora in ora, deve portarne altri cinquanta. [Secondo una frase scritta in un portolano portoghese, queste caravelle avrebbero portato a Lisbona anche degli orsi polari]. Sono tutti dello stesso colore, della stessa linea, della stessa dimensione e stesso aspetto, molto simili a degli zingari, vestiti con pelli di animali diversi, soprattutto lontre… il loro paese non contiene ferro, ma fabbricano coltelli e punte di freccia con delle pietre… Hanno una grande quantità di salmone, aringhe, merluzzo e altri pesci simili. Hanno anche molti boschi, faggi, e soprattutto pini, ottimi per costruire alberi e cantieri per le navi. Ne consegue che questo Re Serenissimo spera di guadagnare molto da questo paese, sia grazie ai boschi utili per le navi di cui ha bisogno, sia per uomini che saranno eccellenti e i migliori degli schiavi che abbiano mai avuto. Ho pensato che fosse utile informarti di questo, e farò lo stesso se, all’arrivo della nave ammiraglia, apprendessi qualcosa di nuovo”.
Sotto, la mappa dei viaggi dei Corte Real:
Tre giorni dopo l’arrivo della prima caravella, dunque l’11 ottobre, arrivò un’altra delle navi della spedizione, ma non era quella di Gaspar. In un’altra lettera si legge che:
“…quando hanno lasciato il porto di Lisbona, hanno navigato per quattro mesi, sempre nella stessa direzione e verso lo stesso polo, e durante tutto questo tempo non hanno mai visto nulla; e nel quinto mese, continuando ad avanzare, dicono di aver trovato enormi masse di neve ghiacciata che galleggiano sul mare e avanzano sotto l’impulso delle onde. Dalla cima di questi blocchi scorreva un’acqua dolce e limpida prodotta dal calore del sole, che scendeva attraverso i piccoli canali che essa stessa scavava”.
Gaspar Corte Real raggiunse la Groenlandia, convinto di trovarsi in Asia orientale, ma scelse di non sbarcare. Partì per un secondo viaggio in Groenlandia nel 1501 con tre caravelle. Trovando tratti ghiacciati, cambiarono rotta dirigendosi a sud e trovando la terra, convinto che si trattasse di Labrador e Terranova. Gaspar rimandò il fratello e due navi in Portogallo prima di proseguire verso sud. Non si seppe più nulla di Gaspar Corte-Real. Il fratello Miguel tentò di ritrovarlo nel 1502, ma anche lui non fece mai ritorno.
I marinai, bisognosi d’acqua, avvicinarono le navi a queste masse ghiacciate prendendo quanto potevano, ma timorosi del possibile pericolo dovuto alla vicinanza di questi icebergs decisero di proseguire, seppur con qualche incertezza. [Secondo il Ramusio, Gaspar raggiunse la latitudine 60]. Il secondo giorno incontrarono il mare ghiacciato e, costretti a rinunciare all’impresa, decisero di girare tra nord-ovest e ovest. Viaggiarono per tre mesi in questa direzione, sempre favoriti dal bel tempo. Il primo giorno del quarto mese si imbatterono in un grande paese, ricco di corsi d’acqua dolce che sfociavano nel mare. Risalirono uno di questi fiumi per circa una lega e trovarono molta frutta e alberi d’ogni dimensione, alcuni tanto alti da impressionarli. Nessuna specie di grano cresceva in quel paese, e gli indigeni vivevano di pesca e caccia, predavano soprattutto grandi cervi ricoperti da una folta pelliccia, forse alci o caribù. In questo paese sequestrarono una cinquantina di indigeni, uomini e donne per portarli al re, insieme a oggetti di origine europea probabilmente lasciati dalla spedizione di Caboto. Le navi impiegarono, per il viaggio di ritorno di 2.800 miglia, circa un mese. L’altra decise di navigare lungo questa costa per stabilire se quel paese fosse un’isola o un continente. La nave di Gaspar Corte-Real non farà mai più ritorno, nessuno vedrà più lo sciagurato equipaggio, di cui si erano ormai perse le tracce. Non si sa in quale direzione si sia spinto nell’ultimo atto della sua esplorazione: si congettura che abbia navigato verso lo stretto di Hudson o quello di Davis, forse convinto di trovare un passaggio per raggiungere il Cathay, se si considera che Capo Farvel (Groenlandia) era considerato la Ponta de Asia.
Subito dopo il ritorno della spedizione, Alberto Cantino, un agente del duca d’Este, inviato a Lisbona per entrare a conoscenza delle scoperte geografiche portoghesi, si procurò un planisfero, che spedì al suo mandante, oggi conosciuto come planisfero di Cantino, nel quale erano rappresentate le scoperte portoghesi, tra cui figuravano anche la Groenlandia e la terra scoperta da Corte-Real, rappresentata come un’isola. Nella carta di Ruysch, oltretutto, troviamo a Terranova un promontorio chiamato Capo dei Portoghesi, mentre in quella del Kunstmann notiamo la Terra de Corte-Real. Queste mappe sono in evidente contrasto con quella di de la Cosa, nella quale la scoperta del Nord-America era attribuita agli Inglesi.
Sotto, Il planisfero di Cantino presso la Biblioteca Estense di Modena:
Passarono tre mesi dal ritorno delle due caravelle, e di Gaspar non vi erano ancora notizie; per questo suo fratello maggiore Miguel, armate tre navi, partì. Giunto presumibilmente nelle terre raggiunte dal fratello, la costa ricca di bocche fluviali, golfi e insenature. Ogni nave risalì un corso d’acqua, accordatesi di ritrovarsi nel punto stabilito entro il 20 agosto. Due vascelli fecero ritorno, ma dell’imbarcazione di Miguel si era persa notizia. Così i due equipaggi fecero rotta verso casa. Nel 1503 sarà re Manuel di Portogallo a inviare due navi alla ricerca dei due navigatori, ma queste torneranno in patria senza aver trovato i due fratelli, di cui ancora oggi non si sa che fine abbiano fatto.
Lo schema delle lossodrome del planisfero di Cantino:
Sotto, un video mostra le diverse esplorazioni del continente americano: