Szatmárcseke è un piccolo villaggio in Ungheria, situato vicino al confine con l’Ucraina, popolato da non più di 1300 persone. Il paese non sarebbe degno di qualsiasi tipo di nota se non fosse per una curiosa particolarità: il Cimitero calvinista che ospita circa 600 tombe, uniche nel proprio genere. Le lapidi sono infatti scolpite nella quercia, e hanno una forma che assomiglia a una barca rovesciata conficcata nel terreno, dove la parte esterna ha le sembianze di un volto umano.
Le radici di questa secolare tradizioni sono avvolte nel mistero. Una teoria vuole che le barche simboleggino l’antichissima credenza che la morte rappresenti soltanto un viaggio verso la vita ultraterrena, simile a molti altri culti a partire dall’Antico Egitto. Un’altra ipotesi è che i corpi venissero adagiati su delle sepolture a forma di nave, che poi furono alzate, tagliate e usate come lapidi.
Nonostante nessuno sia certo della genesi di questa strana tradizione, la pratica è portata avanti tutt’oggi. I residenti del villaggio che vengono sepolti considerano le lapidi una parte importante della propria cultura e delle proprie usanze, e non hanno nessuna intenzione di interrompere la tradizione.
Il rito della Lapide
Realizzare questo tipo di lapidi non è semplice come quelle di altri cimiteri più “tradizionali”. Prima che qualcuno muoia, questi sceglie un albero di quercia che sarà abbattuto specificamente per realizzare la sua lapide. Il falegname locale deve poi realizzare l’opera, che deve essere alta fra il metro e settanta e i due metri di altezza e deve avere il volto umano rivolto a ovest.
Le nuove sepolture verranno poi sistemate nell’area “nuova”, mentre in quella antica sono presenti alcune tombe riservate ai romeni ungheresi e alle vittime di suicidio. Fra i notabili del cimitero calvinista di Szatmárcseke, si annoverano le tombe, però in marmo, della famiglia Kölcsey, dove spicca Ferenc Kölcsey, poeta e politico che scrisse l’inno nazionale ungherese e morì nel villaggio nel 1838.