La leggenda della Vagina Dentata

La vagina dentata è una leggenda associata al corpo femminile che ricorre in ogni tempo e luogo, soprattutto nei dintorni dell’8 marzo, in occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna.

Si tratta dell’arma biologica per eccellenza delle streghe

In alcuni casi, le “zanne” sono sostituite da un animale pericoloso pronto a mordere la preda (ad esempio, un serpente); in altri, prendono la forma di lamette o cocci di vetro.

Rappresentazione grafica della vagina dentata – Immagine di TMagen condivisa con licenza CC BY-SA 4.0 via Wikipedia

Presente nell’immaginario collettivo dall’India al Nord America, dalla mitologia antica fino alle leggende urbane e alla propaganda bellica dei tempi più recenti, la vagina dentata (che nella fisiologia umana potrebbe in realtà corrispondere a un tipo di teratoma, la cisti dermoide, riscontrabile talvolta anche a livello ovarico) rappresenta una raffigurazione terrifica dei timori maschili atavici che vanno al di là dell’ansia di castrazione individuata da Sigmund Freud. Vista per la sua anatomia come seconda bocca, celata all’occhio maschile e dunque minacciosa, a cui vengono di conseguenza attribuiti poteri terribili, la vagina è sia la causa sia l’oggetto dell’imperitura paura della donna da parte dell’uomo.

Una strega che nutre i suoi famigli, da una stampa inglese del 1579 – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Organo divoratore, imprevedibile, perché sempre pronto e sempre violabile, al contrario dell’apparato genitale maschile – esterno ed esposto, quindi visibile, potente al momento dell’erezione, ma vulnerabile se a riposo – il sesso femminile diventa la manifestazione fisica, il simbolo e il mezzo dell’erosione dell’autorità maschile da parte della minoranza, sottomessa perché reputata inferiore sin dal piano biologico.

Streghe attorno al calderone per prevenire l’arrivo del gelo, xilografia del 1489 – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Ecco perché la vagina dentata è una trappola stereotipata insita nella strega occidentale, secondo le teorie inquisitoriali applicate nella guerra contro le donne che la società europea porta al culmine tra XVI e XVII secolo, colpendone il corpo per annientarne il potere sociale.

Illustrazione con due streghe su scope, tratta da una versione manoscritta dell’opera Le Champion des dames di Martin Le Franc (metà del XV secolo) – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Il patriarcato demonizza il corpo per colpire la donna, quando questa non rientra nei ruoli-pilastro di sposa e vergine. Pura materia riproduttiva, in quanto femmina, proprio perché ridotta a corpo, la donna si ritrova conferito il potere sul sesso (il suo, ma anche quello dell’uomo, che ella può stregare a piacimento) che la rende tanto pericolosa da rendere necessaria una vera e propria criminalizzazione della sua facoltà riproduttiva.

Presentata come fisiologicamente cannibale, intrinsecamente malvagia, costei, quando rifiuta la sottomissione al maschio mortale, finisce per essere condannata quale sposa-schiava di Satana, ossia malefica, colpevole di crimini la cui natura è innanzitutto sessuale.

Ventiquattresima illustrazione dal Compendium Maleficarum (1608) – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Padrona della facoltà di dare la vita, la donna è anche colei che può toglierla uccidendo infanti e causando aborti, o prevenirla provocando l’impotenza nell’uomo, ovvero impedendo non solo il concepimento, ma addirittura ​il coito.

Il cerchio magico di John William Waterhouse (1886) – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Ecco perché il suo sesso è un’arma letale contro cui si scagliano i cacciatori di streghe e gli inquisitori: una persecuzione impietosa in cui si sommano esorcismo sessuale e stupro psicologico per salvare l’ordine sociale dai peccati di colei che pratica l’ inversione della capacità generativa femminile.

Tipica silhouette della strega in volo su una scopa – Immagine di Steve Collis condivisa con licenza CC BY 2.0 via Wikipedia

Quello della strega è il marchio infernale inflitto alla donna che si ribella al potere costituito e va dunque punita, perché potenzialmente capace di annientare l’uomo: che ne causi la perdita del pene o dell’anima, che lo danni o lo castri, ella va salvata da sé stessa, redenta, anzi, addomesticata. Ecco perché  i suoi “denti” vanno rimossi, di solito dopo la rasatura (passaggio importante del rituale del supplizio), che ne svela, umiliandola, il nefasto segreto.

Una cintura di castità veneziana chiodata – Immagine di Stevenj condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

Quel mostro che è la donna sessualmente libera e attiva (pertanto, un pericolo pubblico) viene così svilito dalla volontà virile e dagli strumenti di tortura, che ne fanno un quieto e compiacente strumento per un unico uomo, il marito, che se ne serve quale docile e fecondo bene di proprietà. Solo allora la vagina è vinta e l’utero è asservito: la donna è finalmente sotto controllo.

 

Bibliografia essenziale

  • Federici, Silvia. Calibano e la strega. Le donne, il corpo e l’accumulazione originaria. Mimesis, 2018.
  • Kappler, Claude. Demoni, mostri e meraviglie alla fine del Medioevo. Sansoni, 1983.
  • Raitt, Jill. “The ‘Vagina Dentata’ and the ‘Immaculatus Uterus Divini Fontis.’”. Journal of the American Academy of Religion 48, no. 3 (1980): 415–31.
  • Elwin, Verrier. “The Vagina Dentata Legend”. British Journal of Medical Psychology 19, 3-4 (1943)

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