La figura originale delle sirene la si trova descritta nella mitologia greca, si tratta di creature divine raffigurate con il busto di donna, braccia nude, corpo di uccello con grandi ali che vengono considerate come muse del mare.
Le sirene dimoravano nel Mediterraneo occidentale presso Capo Peloro o nelle isole Sirenuse. Il loro canto ammaliante era irresistibile e riuscivano ad attrarre le navi che passavano, esercitando sui marinai una seduzione mortale.
A cominciare dal Medioevo la raffigurazione delle sirene cambiò divenendo fanciulle bellissime dal giro vita in su con la coda di pesce invece delle gambe e con questa forma entrano a far parte della letteratura europea. Probabilmente il cambiamento della figura delle sirene fu causato da un fraintendimento della descrizione del mostro marino Scilla. La prima documentazione di queste creature mitologiche si trova nel Liber Mostrorum, un bestiario Medievale dell’VIII secolo che le descrive appunto come “ibrido donna pesce”.
Delle sirene metà donna e metà uccello ne parla Omero nella sua Odissea. Con il canto melodico attraevano le navi che passavano seducendo i marinai a bordo portandoli alla morte a seguito del naufragio. L’unico che riuscì ad affrontare le sirene vittoriosamente fu Ulisse insieme ai suoi uomini il quale, avvertito in tempo, si fece legare ad un palo della nave per resistere al loro richiamo e salvaguardò i suoi compagni di viaggio dandogli ordine di tapparsi le orecchie con la cera. Il naufragio fu evitato e Ulisse e suoi uomini rimasero vivi.
La leggenda della sirena Ligea, racconta che le sirene erano tre sorelle: Leucosia dalle candide membra, Partenope con il corpo di vergine e la più giovane Ligea la melodiosa. Figlie di Acheleoo (o secondo un’altra versione figlie di Forci e di Ceto) erano tre bellissime ninfe compagne di giochi di Persefone. Un giorno mentre le fanciulle si trovavano tutte insieme, Persefone venne rapita da Ade dio degli Inferi. Quando seppe dell’accaduto Demetra, madre di Persefone, come punizione per non aver tentato di impedire il ratto, trasformò le tre sorelle in sirene con la condanna di vivere in solitudine a Sirenuse la zona dei tre scogli.
La sirena Partenope nella fontana della Sirena, collocata al centro della napoletana piazza Sannazaro. Fotografia di Baku condivisa con licenza Creative Commons 4.0 via Wikipedia:
Non volendo accettare la loro punizione Partenope e Leucosia si gettarono dalle rupi scomparendo nella profondità degli abissi. Ligea, che vide le sue sorelle mettere fine alla loro esistenza, si rese conto che la sua vita non aveva più senso senza di loro e si gettò tra le onde del mare in tempesta.
Leucosia, finì sul litorale di Poseidone, l’odierna Paestum, e il corpo di Partenope fu spinto nel Golfo di Napoli, dando origine alla città. Nel golfo di Napoli il suo corpo su scoperto da alcuni pescatori, ma il suo corpo si dissolse tramutandosi nella forma del paesaggio napoletano, con il capo adagiato a est, verso Capodimonte, mentre il piede si è tramutato nel promontorio di Posillipo, a ovest.
La sirena Partenope:
Ligea invece fu spinta nel Golfo di Sant’Eufemia (Lamezia Terme in Calabria) e ritrovata morta sulla riva dell’Okinaros (l’attuale fiume Bagni). Venne sepolta dai marinai sulla piccola isola ghiaiosa, diventando la loro protettrice. Ligea è anche raffigurata sulle monete di Terina (Lamezia Terme) scoperte dopo uno scavo archeologico.