La storia della Octavius è una leggenda del mare apocrifa che risale al XVIII secolo. Secondo la tradizione, l’imbarcazione a 3 alberi venne trovata a ovest della Groenlandia dalla baleniera Herald l’11 Ottobre 1775. L’equipaggio della Herald trovò 28 uomini sottocoperta, morti congelati e mummificati, come il (questa volta reale) John Torrington della spedizione perduta di Franklin. Oltre ai marinai, venne trovato il capitano della nave, congelato immobile sul tavolo della propria cabina, con una penna in mano.
Nella sua cabina vennero trovati anche i corpi di una donna, di un ragazzo e di un marinaio con in mano una scatola per la polvere
L’ultima annotazione nel registro risaliva all’11 novembre 1762, il che significava che la nave era alla deriva fra i ghiacci dell’Artico da ormai 13 anni. Anche il diario di bordo era congelato, e rimaneva visibile soltanto l’ultima pagina.
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
La storia del naufragio
Nonostante si tratti di leggende del mare, è interessante capire quale storia si nasconda dietro un ritrovamento tanto fantasioso. Secondo molti, la Octavius lasciò l’Inghilterra per la Cina nell’Ottobre del 1761. L’equipaggio raggiunse con successo l’estremo Oriente, ma poi il capitano decise di tentare di tornare in patria attraverso il leggendario passaggio a Nord-Ovest, la rotta che passa sopra al Canada e che sarebbe stata completata per la prima volta soltanto nel 1906 dall’esploratore Roald Amundsen.
Il viaggio sarebbe stato molto più breve, ma il ghiaccio avrebbe certamente intrappolato la nave
L’ultima posizione registrata della nave fu 75°N, 160°O, a circa 250 miglia a nord di Barrow, in Alaska, mentre la Herald scoprì la Octavius in Groenlandia, quindi a traversata del Passaggio a Nord Ovest compiuto.
I cinque marinai che salirono sulla Octavius tornarono a bordo della Herald, lasciando alla deriva i cadaveri e la nave fantasma. Da allora, della Octavius non si ebbero altre notizie.
Solo leggenda o anche realtà?
Nonostante sia assolutamente improbabile che un capitano possa aver pensato di attraversare il passaggio a Nord-Ovest con un mercantile del XVIII secolo, è invece probabile che, in quel periodo, diverse navi si spingessero troppo a nord e rimanessero imprigionate fra i ghiacci, diventando poi preda degli elementi o finendo alla deriva.
La storia delle navi fantasma è vecchia quanto la navigazione stessa, e alcuni elementi della Octavius si ritrovano in un racconto del 1905, quindi di un anno precedente al primo Passaggio a Nord-Ovest, scritto da David Meyer. La prima versione della storia su cui si rifece Meyer risaliva al 13 Dicembre 1828, pubblicata su un giornale di Philadelphia “The Ariel: A Literary and Critical Gazette“. Anche in quella prima versione non si parlava del passaggio a Nord Ovest, che sembra essere una spiegazione aggiunta soltanto in seguito.
Nessuno sano di mente avrebbe tentato il passaggio in quel periodo storico
La leggenda della Octavius e del suo equipaggio congelato è una delle storie del mare che forse tradiscono i timori dei navigatori dell’epoca, che temevano di morire mummificati, magari fra i ghiacci, in uno sperduto arcipelago artico. Nonostante sembri bizzarro, nel 2016 Manfred Fritz Bajorat, che navigava da solo in barca a vela, fu trovato mummificato praticamente nella stessa posizione descritta del Capitano della Octavius.
La leggenda della Octavius, anche se non celebre in Italia, è famosissima nei paesi anglosassoni, e si trova anche in una missione del videogioco Assassins’s Creed 3, in cui nel video sotto si nota il ritrovamento del capitano congelato della nave: