La lapidazione del Diavolo e le stragi di Pellegrini sul Ponte Jamaraat

Ogni anno circa due milioni di musulmani compiono un pellegrinaggio – in arabo, hajj – alla Sacra Moschea della Mecca, in Arabia Saudita. Il viaggio parte dalla città di Mina – detta città delle tende, a circa cinque chilometri dalla Mecca; i pellegrini giungono poi al Monte Arafat, al tramonto si dirigono verso un’area vicina chiamata Muzdalifah, ove ciascuno raccoglie da terra un certo numero di sassi: si arriva anche a settanta per ognuno.

Il giorno successivo i credenti ritornano nella tendopoli di Mina e attraversano il ponte pedonale Jamaraat, in cui avviene un rito molto importante del pellegrinaggio: la lapidazione del Diavolo. Durante tale rito, i pellegrini scagliano i sassi contro tre grandi pilastri che si ergono nell’area del ponte. I credenti, infatti, attraversano questo ponte proprio per poter accedere ai pilastri anche da sopra, oltre che dal suolo. Il rituale ricorda la lapidazione del diavolo da parte di Abramo, nei tre punti dove si dice che Satana apparve per cercare di dissuadere il patriarca biblico dal sacrificare il figlio Ismaele, come ordinato da Dio. Questo importante rituale dell’hajj deve avere inizio e compiersi nell’arco di tre giorni a partire dal decimo giorno del mese sacro. Nello specifico è previsto il lancio di sette sassi contro il pilastro maggiore, il primo giorno, e il lancio di sette sassi contro ciascun pilastro nei due giorni successivi.

La lapidazione del diavolo del 1942:

Il ponte pedonale Jamaraat è stato teatro, in tempi recenti e recentissimi, di vere e proprie stragi causate dall’altissima concentrazione di persone nella sua area. Il primo grande disastro avvenuto risale al 1990, quando morirono circa 1500 musulmani per una fuga precipitosa all’interno di un tunnel pedonale prossimo al ponte Jamaraat. Purtroppo i presupposti per una strage simile vi erano tutti: un altissimo numero di partecipanti – due milioni circa – che nell’arco di poco tempo popolano un’area non sufficientemente capiente. Il fattore scatenante può essere una banale caduta di un ristrettissimo numero di soggetti, immediatamente amplificata in una reazione a catena di panico che ha epiloghi tragici, sicuramente aggravata dalle alte temperature presenti nell’area. Nel 1998 perirono calpestati più di 100 pellegrini e, nel 2001, 35. I disastri non si fermano e negli anni 2003, 2004, 2006 la folla uccide, calpestandoli e asfissiandoli, circa 650 pellegrini.

Il nuovo ponte Jamarat parzialmente completato, Hajj 2007. Fotografia di Zahed condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia:

Come soluzione a questo periodico dramma il governo saudita ha ingaggiato consulenti internazionali, esperti in dinamica delle folle e ha rivoluzionato la struttura del ponte Jamaraat.

I pilastri sono stati sostituiti da pareti, dando così maggiore superficie-bersaglio ai pellegrini intenti a lanciare le pietre. Inoltre, il ponte è stato demolito nel 2006, con lo scopo di costruirne uno con più ordini, di modo che i pellegrini avessero un’area disponibile di gran lunga maggiore. La costruzione del nuovo ponte Jamaraat si è conclusa negli anni 2009/2010.

I pellegrini lapidano la jamrah nel livello inferiore. Fotografia di Amellie from Brisbane Zahed condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Wikipedia:

La problematica è ancora presente, infatti, solo nel 2015, in una delle strade che porta al ponte Jamaraat, piu’ di 2000 persone hanno perso la vita, calpestati e asfissiati da una folla in fuga.

Il ponte Jamaraat. Fotografia di saudipics condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia:

Questa storia di attualità ci insegna la pericolosità delle folle di persone e l’importanza assoluta di una corretta gestione di fenomeni umani di così larga scala.

FONTI:

–  https://www.nytimes.com/interactive/2015/09/24/world/middleeast/mecca-mina-stampede-hajj- maps.html
–  https://en.wikipedia.org/wiki/Jamaraat_Bridge
–  https://en.wikipedia.org/wiki/Stoning_of_the_Devil
–  https://www.vanityfair.com/news/2018/01/the-mecca-stampede-that-made-history-hajj


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